Da non credere quante ore si passa al volante a Roma

Il tempo passato nel traffico a Roma sembra non passare mai. E mica costituisce solo un’impressione: il numero di ore speso al volante è sconcertante

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Roma si conferma la capitale italiana del traffico e la 12ª su scala mondiale, peggio anche del Cairo e di Bogotà. Lo segnala la 13ª edizione del TomTom Traffic Index, che dipinge un quadro desolante per la mobilità nella Città Eterna. Chiunque viva nella Capitale è ben al corrente del problema, ma le statistiche fanno accapponare la pelle. E – almeno si spera – costituiscono un invito alle istituzioni affinché prendano dei provvedimenti.

Lunghe code di traffico nella Capitale

In totale, ciascun conducente romano ha perso 107 ore della propria vita nel 2023 al volante, in aumento di 10 ore e 53 minuti rispetto al 2022. Percorrere 10 km in autostrada richiede 64 minuti in media, quasi il doppio del necessario in una località dalla mobilità efficiente. Il giorno nero rimane, ancora una volta, il giovedì, con un picco di congestione dalle 6 alle 7 del pomeriggio, quando per percorrere la stessa distanza servono 34 minuti e 10 secondi.

Questo dipende in buona parte dall’attività di consegna merci. Mentre il fine settimana sta per avvicinarsi, camion e furgoni sulle strade prendono ampio campo, soprattutto nelle aree commerciali e industriali. Inoltre, vi potrebbe essere una sorta di fattore psicologico. Per sfruttare al meglio il tempo libero, verso una meta di relax, le persone sarebbero indotte a mettersi in viaggio con maggiore anticipo. Da lì un incremento del traffico nelle fascia oraria indicata, andandosi a sommare con chi torna da uffici e fabbriche.

Oltre a tali fattori, permangono dei problemi nella rete stradale, inadeguata a gestire il flusso circolare odierno. E poi il trasporto pubblico è spesso oggetto di critiche: incapace di proporre una valida alternativa, soprattutto in certe zone periferiche, gli abitanti sono quasi obbligati a prediligere il mezzo privato.

Aumentare il numero di parcheggi aiuterebbe ad affrontare meglio la situazione, giacché, soprattutto nelle ore centrali, i guidatori sono spesso costretti a imbarcarsi in lunghe ricerche di un posto libero. Infine, sarebbe opportuno promuovere la mobilità sostenibile, dalle biciclette ai monopattini, finora poco diffusa.

Il costo per conducente e ambientale

In media il traffico romano costa a ciascun automobilista 164 euro all’anno di carburante sprecato in coda. Altrettanto ragguardevole è l’impatto ambientale, con 920 kg di CO2 rilasciata nell’atmosfera, in un contesto storico dove risulta evidente l’impatto negativo sul Pianeta del comportamento irresponsabile dell’uomo negli ultimi secoli. E l’elevata età media del parco circolante di certo non aiuta.

Il passaggio alle macchine elettriche si profila complicato, data la significativa soglia di prezzo, sulla quale i Costruttori stanno lavorando. Un motore innovativo preannunciato da Toyota potrebbe pure rendere obsolete le BEV stesse, ma la prevalenza dei player è concentrata su di loro, seppur con meno slancio rispetto al passato.

Persino Mercedes, tra i principali promotori del cambiamento, ha deciso di rallentare un po’, a causa dei deludenti dati di vendita. Favorire il ricambio generazionale dei veicoli sarebbe favorevole al Pianeta, e per questo in Italia hanno promesso un pacchetto di incentivi 2024 molto generoso. Tuttavia, stando ai calcoli di TomTom Traffic Index un solo giorno a settimana di smart working comporterebbe 190 kg di CO2 in meno all’anno, nonché un risparmio di 157 euro di carburante e di 50 ore di traffico.