Rinvio stop auto benzina e diesel: cosa succede ora

Italia e Germania non sono d’accordo con l’eliminazione dei motori termici, la premier fa valere le sue ragioni e il nostro Paese è d’accordo col rinvio

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Virgilio Motori

Redazione

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Pubblicato: 6 Marzo 2023 10:57

Nelle ultime settimane stiamo parlando sempre più spesso dello stop ai motori termici a partire dal 2035, decisione presa dall’Europa, che però ora pare essere rinviata a data da destinarsi.

L’Italia e la Germania infatti non sono d’accordo con l’eliminazione totale delle motorizzazioni a benzina e diesel, e in particolare i tedeschi premono sul mantenimento di questi propulsori, che in futuro potrebbero essere alimentati dagli e-fuel.

L’Italia esulta: rinviata ancora una volta l’approvazione al regolamento dell’UE.

Le parole della premier Giorgia Meloni

Giorgia Meloni dichiara: “Giusto puntare a zero emissioni di CO2 nel minor tempo possibile, ma deve essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico. È questa la linea italiana che ha trovato largo consenso in Europa”. Secondo la premier quindi, ed è un po’ l’opinione comune degli ultimi tempi (anche delle Case automobilistiche) ogni Paese dovrebbe avere la possibilità e la libertà di modulare la transizione dai motori benzina e diesel a quelli elettrici, tenendo conto della propria realtà.

Secondo la premier: “Una transizione sostenibile ed equa deve essere pianificata e condotta con attenzione, per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale”.

Il parere dei Paesi europei

Come abbiamo visto nei giorni scorsi, l’Italia, la Polonia e la Bulgaria hanno espresso dissenso nei confronti dello stop ai motori termici a partire dal 2035, e la Germania ha chiesto di poter usare gli stessi motori, alimentandoli con e-fuels.

I Paesi insieme hanno formato la minoranza di blocco che basta per bocciare il regolamento. È questo il motivo per cui la presidenza svedese ha rinviato il fascicolo. La Commissione e il vice presidente Frans Timmermans sono oggi costretti a riflettere profondamente e attentamente sul da farsi.

La portavoce dell’Esecutivo UE, Dana Spinant, ha dichiarato: “L’obiettivo resta la neutralità tecnologica. Siamo in contatto con gli Stati membri sulle nuove preoccupazioni emerse”. L’Unione Europea comunque vorrebbe lavorare sui dubbi della Germania, valutando “i progressi per il raggiungimento dell’obiettivo, tenendo conto degli sviluppi tecnologici e l’importanza di una transizione economica sostenibile e socialmente giusta verso le emissioni zero”.

Il governo tedesco vede comunque due fazioni distinte sul tema della sostenibilità ambientale: da una parte infatti ci sono i liberali, contrari allo stop a benzina e diesel dal 2035, e dall’alta invece i Verdi, favorevoli.

Per quanto riguarda invece il nostro Paese, possiamo dire che l’Esecutivo italiano è assolutamente compatto e deciso contro il nuovo regolamento europeo. La Lega e FdI sono entusiasti del rinvio del voto, in Italia si pensa che l’elettrico non può essere l’unica soluzione del futuro. E questo anche perché, per il momento, è considerata “una filiera per pochi”, come ha sottolineato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Continua a essere contro anche la Polonia, nonostante sia però anche contraria alla cosiddetta deroga Motor Valley, dedicata ai produttori di auto di lusso in Italia. In Europa quindi vediamo da una parte i Verdi, il centrosinistra e il M5S assolutamente contro il rinvio dello stop ai motori endotermici, dall’altro lato invece il centrodestra formato da Ppe, Ecr e parte di Id che avevano già votato contro alla Plenaria dello scorso febbraio.

Il percorso del programma Fit for 55 quindi è sempre più difficoltoso, e lo sarà da oggi fino alle Europee. Purtroppo anche per le nuove norme Euro 7 al momento i pareri sembrano essere contrari, o comunque, il malcontento si fa sentire, anche da parte delle Case automobilistiche. Quindi vedremo come andrà a finire.

Il rinvio

“Il Comitato dei rappresentanti permanenti tornerà sulla questione a tempo debito”, questa è stata la comunicazione di Daniel Holmberg – portavoce della presidenza svedese del Consiglio UE – venerdì 3 marzo alla stampa.

Come abbiamo visto infatti non è ancora stato raggiunto un accordo e non si sa per quanto tempo non si raggiungerà. La situazione è abbastanza difficile oggi. Il Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Unione Europea ha deciso di rinviare a data da destinarsi il voto sul blocco alla vendita di auto con motore a combustione nei 27 Paesi dell’UE a partire dal 1° gennaio 2035.

Come lamentano tutti coloro che si oppongono, lo stop ai motori a benzina e diesel e i cambi di strategia avranno ovviamente un impatto sociale sull’industria automobilistica, su quella della componentistica e sull’indotto. Non possiamo fingere che non sia così: ci sono più di 13 milioni di posti di lavoro a livello continentale a rischio.

L’organo che coordina e prepara i lavori delle riunioni del Consiglio è il Comitato dei rappresentanti permanenti. Il 7 marzo doveva essere un appuntamento solo formale i membri del Consiglio Europeo avrebbero dovuto semplicemente stringersi la mano e festeggiare l’approvazione della nuova norma che prevede di non produrre emissioni di CO2 dal 2035, ma non sarà così.

Facendo un passo indietro, sappiamo che lo stop ai motori termici in Europa rientra nel piano “Fit for 55” di cui abbiamo tanto parlato negli ultimi mesi. Si tratta di una proposta fatta ormai da tempo, dal lontano 14 luglio 2021 da parte della Commissione, che lo scorso 28 ottobre ha anche ottenuto il consenso del Parlamento Europeo e del Consiglio, e che il 14 febbraio 2023 è stata approvata da parte dell’assemblea di Strasburgo.

Il percorso sembrava quindi semplice e senza difficoltà, ma il sito Politico.eu ha invece parlato di una crisi che era già in atto da tempo, nonostante la Commissione sembra non aver voluto tenerne conto. Il 29 giugno 2022, come avevamo visto, era stato imposto alla Commissione Europea l’obbligo di attuare una sorta di “fase intermedia di verifica” entro dicembre 2026. Era stata chiamata Review Stage, necessaria per valutare quali sarebbero stati, tra qualche anno, i reali progressi fatti in Europa verso la riduzione delle emissioni.

Proprio in quell’occasione la Germania era riuscita a parlare degli e-fuel il Consiglio sembrava essere d’accordo con l’adozione di carburanti sintetici come alternativa all’elettrico, ma l’argomento non era stato aggiunto nel testo principale. Per questo motivo il governo tedesco ha deciso di far valere la sua posizione e si è mosso come sappiamo, bloccando di fatto l’ok definitivo alla nuova norma che blocca la vendita di veicoli endotermici in Europa dal 2035. Ora ci tocca attendere nuovi sviluppi.