Il sogno americano frena Stellantis: accordo con la UAW

Stellantis si arrende di fronte alle richieste degli operai USA, in sciopero da 44 giorni: aumenti salariali del 25%, 1.200 reintegri e una nuova fabbrica

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Alessandra Caraffa

Esperta di automotive

Laureata in filosofia, è SEO Copywriter e Web Editor. Si occupa principalmente di mondi digitali e prospettive future - anche in ambito di motori.

Dopo 44 giorni di sciopero, il sindacato americano United Automobile Workers fa sapere di aver raggiunto un accordo preliminare con Stellantis. Le imponenti serrate portate avanti dalla UAW negli Stati Uniti, che hanno costretto la multinazionale a rinunciare al CES, al Sema e al Los Angeles Auto Show, hanno infine dato ragione ai lavoratori statunitensi.

L’accordo non è ancora definitivo, fa sapere la Union, ma sembra a tutti gli effetti una grande vittoria dei lavoratori: 1.200 operai licenziati da reintegrare, un nuovo modello elettrico per lo stabilimento di Belvidere (che Stellantis aveva deciso di chiudere), 1.000 nuove assunzioni per una fabbrica e batterie e un aumento generale dei salari del 25%, che tocca punte del 76%.

Stellantis e UAW: raggiunto l’accordo preliminare

Il sindacato statunitense UAW ha fatto sapere ieri di aver raggiunto un accordo preliminare con Stellantis: “Dopo 44 giorni di occupazione dello stabilimento GM di Flint, in Michigan, possiamo annunciare la vittoria”, afferma Shawn Fain, presidente della Union.

Ancora una volta abbiamo raggiunto quello che soltanto qualche settimana fa sembrava impossibile”, dichiara soddisfatto Fain. E in effetti l’accordo strappato a Stellantis, per quanto si tratti ancora soltanto di un preliminare, ha l’aspetto di una vittoria degli operai su tutta la linea.

La prima grande conquista della UAW riguarda lo stabilimento di Belvidere, nell’Illinois: otto mesi fa Stellantis, che intanto investe in Cina, aveva deciso di chiuderlo, lasciando a casa 1.200 operai. Ebbene, lo stabilimento sarà riaperto e tutti gli operai saranno reintegrati. E fino a quel momento, precisa la Union, gli spetteranno disoccupazione e assicurazione sanitaria.

Abbiamo ottenuto la costruzione di un nuovo veicolo a Belvidere”, spiega Rich Boyer, vice-presidente UAW, “Sarà un mid-size truck e sarà costruito su due turni”. “E oltre alla nuova commessa, Stellantis aggiungerà anche più di mille posti di lavoro per un nuovo impianto di produzione batterie a Belvidere”, afferma Boyer.

Stellantis si arrende al sogno americano

La vittoria della UAW non si ferma nell’Illinois: la Union ha infatti strappato a Stellantis un importante accordo preliminare anche in materia di aumenti salariali: “Abbiamo conquistato un aumento generale dei salari del 25%”, afferma il presidente Fain, “e con l’adeguamento al costo della vita ci aspettiamo che il massimale superi un’aumento del 30%, a oltre 40 dollari l’ora”.

Alcuni dipendenti della Mopar, che costruisce componenti per auto per Stellantis, avranno un aumento immediato del 76% appena dopo la ratifica dell’accordo. In sostanza, sottolinea Fain, “gli operai UAW in Stellantis riceveranno di più, in termini di salario generale, nei prossimi quattro anni e mezzo rispetto a quanto abbiano ricevuto negli ultimi 22 anni messi insieme”.

Gli scioperi a oltranza degli operai Stellantis, che nelle ultime settimane hanno bloccato la produzione di diversi stabilimenti dei marchi RAM e Jeep e immobilizzato 20 magazzini di ricambi in tutto il Paese, hanno dato i loro frutti. Secondo Fain, si tratta di “salvare il sogno americano”, e la UAW lo sta facendo.

Il prossimo passo per la ratifica dell’accordo è previsto il 2 novembre: i rappresentanti sindacali si recheranno a Detroit per votare il documento; se sarà approvato, la Union ne darà notizia la sera stessa, tramite una diretta speciale su Facebook. Dopodiché ci saranno degli incontri regionali con i responsabili locali della Union, e allora toccherà ai singoli lavoratori votare l’accordo. Stellantis, in tutto questo, non ha potuto che arrendersi di fronte alla compattezza e alla determinazione di migliaia di lavoratori. D’altronde, le automobili non si costruiscono da sole.