Bike-to-work: una breve guida per iniziare

Cominciare ad andare al lavoro in bici può spaventare all’inizio: una breve guida per valutare se il bike-to-work può essere utile

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Riccardo Asta

Giornalista smart mobility

Nato a Genova nel 1985, laureato in architettura ma con una formazione multidisciplinare. Da anni collabora con riviste specializzate trattando temi legati alla mobilità sostenibile e al mondo bici, occupandosi in particolare del segmento e-bike e di tutte le novità che lo riguardano

Il bike-to-work è una tipologia di spostamento che in passato era quasi la normalità. Non c’erano così tante automobili, molti non potevano permettersela e in generale era molto più comodo girare in bici. Nonostante oggi il contesto sia molto diverso, ci sono tante ragioni per riprendere quell’abitudine.

Il bike-to-work è con tutta probabilità l’approccio più semplice e sicuro per chi vuole iniziare a guidare la bici in città. Questo perché ha il grande pregio di basarsi su delle costanti di cui l’essere umano ha bisogno, soprattutto quando si trova in fase di apprendimento. Andando al lavoro in bici cerchiamo di partire sempre alla stessa ora, facciamo più o meno lo stesso tragitto e utilizziamo sempre lo stesso parcheggio, il tutto ovviamente con le dovute eccezioni. La pratica continua permetterà di prendere confidenza con il veicolo fino a estenderne l’uso fuori dai confini lavorativi.

Però, prima di iniziare con il bike-to-work, bisogna innanzitutto fare un’analisi della propria situazione, se quindi ci troviamo nelle condizioni di poter sostenere questa scelta sotto vari punti di vista.
Dobbiamo avere ben chiare tre cose:

  • la distanza dal luogo di lavoro;
  • il tipo di tragitto e contesto;
  • la possibilità di parcheggio, a casa e al lavoro.

Se sul primo dei tre c’è più margine di manovra, sui secondi due siamo più vincolati. Un tragitto problematico o la totale mancanza di soluzioni per parcheggiare potrebbero inficiare i nostri propositi. 
Prima di comprare una bici dunque, bisogna verificare quindi queste tre componenti: se tutto quadra, allora andate pure avanti.

Perché scegliere una e-bike

Una volta verificata l’effettiva possibilità di fare bike-to-work, si può passare alla fase successiva. 
C’è innanzitutto da fare la scrematura più importante, se orientarsi verso un modello elettrico oppure uno muscolare. Per andare in bici al lavoro le e-bike sono forse la scelta più corretta, e vediamo perché.

Innanzitutto limitano il sudore (se ben guidate possono anche azzerarlo), un aspetto molto importante in caso di rapporti sociali; secondariamente permettono di calibrare la forza e avere un supporto energetico che dopo una giornata stressante può fare una bella differenza.  Si possono indossare vestiti meno tecnici o quantomeno farlo con più margini di libertà.

Inoltre, bisogna ricordare che ormai esistono pedelec molto leggere, pesanti quasi quanto una muscolare e che quindi si possono guidare anche da spente (con le e-bike non è scontato). È un punto da tenere presente perché con un modello leggero è come se comprassimo due biciclette in una sola volta, e se ci dimentichiamo di caricarle riusciamo comunque a tornare a casa.

Le muscolari possono andare bene per molti contesti, tuttavia il rischio è che, dopo un primo periodo di entusiasmo, si perda la voglia di andarci al lavoro per motivi pratici. Con l’assistenza elettrica questo può capitare con molta meno frequenza.

Cosa scegliere

Una volta chiariti i primi aspetti, sono tre i passaggi fondamentali da seguire: 

  • scegliere il modello;
  • scegliere i vestiti;
  • scegliere e organizzare l’allestimento della bici.

Scegliere il modello

Il modello giusto è quello che rispetta le vostre caratteristiche psico-fisiche, le vostre esigenze lavorative e la struttura del contesto. Trovarlo però non è semplicissimo. Ricordate innanzitutto che anche le bici hanno le taglie: le biciclette di qualità (quelle che vi consiglio caldamente di acquistare) di solito sono disponibili come Small-Medium-Large, in base all’altezza di chi le guida. 

In generale esistono modelli pensati per l’uso urbano, più adatti al bike-to-work, ma non è detto siano sempre loro la scelta giusta. Dipende dal contesto e dal tragitto che dovete fare. Molte urban non hanno ad esempio gli ammortizzatori e per alcune città vanno benissimo: in altri casi invece  (vedi fondi storici o pieni di buche sull’asfalto) può essere necessario trovare un modello che li abbia o addirittura scegliere una e-mtb.

Bisogna anche fare dei ragionamenti per quanto riguarda il telaio e la posizione di guida.  I vestiti potrebbero influire non poco sulla scelta, come anche il fatto di utilizzare una borsa oppure uno zaino. Per le donne ad esempio, quando dovessero scegliere di indossare una gonna, il consiglio ovviamente è quello di optare per un modello senza tubo orizzontale in modo da far passare le gambe da un lato all’altro della bici.

L’assetto sportivo comporta una posizione di guida più orizzontale e, nonostante le spalle siano più sollecitate, lo zaino da meno fastidio. Sulle bici che offrono una postura più verticale, meglio invece utilizzare una borsa da legare sul portapacchi per non appesantire la schiena. 

Sarebbe poi bene scegliere modelli con ruote da almeno 20” affinché il ritmo di pedalata non sia troppo frenetico e più confortevole, le pieghevoli in questo senso sono meno indicate.

Dovrete informarvi e capire se il vostro luogo di lavoro è organizzato per la ricarica oppure no, se quindi potrete scegliere un modello leggero da portare direttamente in ufficio, oppure  avrete bisogno di una e-bike con batteria removibile.

Il sensore di coppia, dispositivo che gestisce l’assistenza in base alla forza impressa dalle gambe sui pedali, gioca un ruolo fondamentale. I modelli che non ne sono dotati potrebbero farvi girare le gambe a vuoto, causandovi non solo disagio fisico ma anche usura dei vestiti e meno controllo del mezzo (oltre che maggior dispendio energetico). Una pedalata piena è un aspetto molto importante che non va mai sottovalutato.

Scegliere i vestiti

Nonostante alcune case d’abbigliamento abbiano considerato il problema dei vestiti per il ciclismo urbano creando delle linee pensate apposta per loro, purtroppo non esiste una vera e propria tipologia dedicata a chi deve andare al lavoro in bicicletta. Coniugare una blanda attività sportiva con la presentabilità sul posto di lavoro è tuttavia possibile.

La regola generale è quella di utilizzare della stoffa non troppo dura, i jeans in questo senso non sono molto adatti, ma non è necessario escluderli del tutto. Il problema è più che altro per la parte bassa del corpo e il tessuto tecnico dalle forme casual può, se lo trovate, essere un ottimo compromesso. In alternativa si possono mettere dei rinforzi all’interno dei pantaloni lungo zone più sollecitate come l’inguine che fortunatamente è anche quella meno invasiva dal punto di vista estetico.

Sono ancora poche sono le aziende organizzate per permettere ai propri dipendenti di fare la doccia e cambiarsi una volta arrivati al lavoro: nonostante sia fattibile, spesso sono gli stessi dipendenti che non vogliono, poiché lavarsi richiederebbe tempo e ulteriore impegno organizzativo. Gli smanicati sono anche molto utili, proteggono gli organi senza interferire con la posizione di guida, soprattutto con spalle e ascelle. 

Se avete troppo freddo alle gambe potete optare per una calzamaglia leggera da indossare sotto i pantaloni, una scelta esteticamente innocua. Infine le scarpe, che dovrebbero avere le suole in gomma e in generale una buona aderenza. Per fortuna su questo punto c’è una scelta veramente ampia che si coniuga perfettamente anche con abiti più eleganti.

Scegliere e organizzare l’allestimento

L’allestimento della bici può variare in funzione del vostro lavoro, ma ci sono alcuni elementi essenziali che non possono mancare.
Se vi serve avere qualche riferimento, tenete presente questa lista:

  • luci (anteriori e posteriori);
  • portapacchi e portaborse;
  • sistema di antifurto;
  • parafanghi;
  • supporto smartphone.

Entrambe le luci dovrebbero sempre essere posizionate agli estremi del veicolo, ma soprattutto non devono mai essere coperte dall’eventuale carico sul portapacchi. Ci sono in giro dei kit di illuminazione da mettere sotto la sella, a cui dovete fare attenzione perché possono venire facilmente oscurati anche solo dalla giacca, compromettendo così la vostra sicurezza. 

Un portapacchi comodo è molto utile, se ha la forma di un cestino forse ancora meglio: esteticamente non sarà il massimo ma non dover fissare il carico con le cinghie ogni volta può ulteriormente facilitare le operazioni di partenza e arrivo. Sarebbe meglio fosse posteriore per la stabilità della bici, ma l’anteriore ci permette di tenere sempre sott’occhio quello che stiamo trasportando (attenzione anche qui a non coprire la luce). 
In alternativa esistono i portaborse da installare lateralmente alla ruota dietro nel caso non basti il volume di un singolo portapacchi.

Nonostante la cosa migliore sia quella di mettere via lo smartphone mentre siamo alla guida, in alcuni casi può essere necessario averlo a portata di mano (pensiamo all’uso come navigatore). Dobbiamo perciò dotarci di un buon supporto da manubrio evitando di scegliere modelli troppo economici: questi accessori devono essere stabili, proteggere il vostro dispositivo (sarebbe bene anche dalla pioggia) e non interferire con il resto dei comandi posti sul manubrio.

Infine, come dimenticare l’importanza di un buon antifurto? Ne esistono veramente tanti in commercio, ma le cose importanti da tenere a mente sono principalmente due: vedere la classe di resistenza del sistema scelto,  saperlo legare correttamente la bici, quindi facendo modo di collegare tra loro ruota anteriore, telaio e supporto.

Partire con il piede giusto è sempre fondamentale, ecco perché la scelta del modello di bici, il suo corretto allestimento e l’utilizzo di vestiti adatti, sono fattori essenziali per avere un buon approccio al bike-to-work. Una volta trovata la combinazione giusta non possono che esserci risvolti positivi.