Potrebbe arrivare in futuro, a bordo dei veicoli, un nuovo modello di strumento utile per misurare le emissioni inquinanti dell’auto e l’impatto ambientale dei veicoli che circolano sulle nostre strade, che va oltre le classi Euro decise dal regolamento UE. Si tratta della versione moderna ed ecologica della scatola nera, ne ha parlato l’ANSA. Le cosiddette green box dovrebbero rilevare il livello effettivo di emissioni inquinanti dallo scarico delle auto in base al comportamento alla guida del conducente.
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L’idea innovativa
Si tratta di un progetto nuovo e moderno, portato avanti grazie all’idea dell’E–Private Mobility Index, che nasce da una ricerca svolta dal The Urban Mobility Council (Tumc), il think tank che ha preso vita lo scorso anno su iniziativa del Gruppo Unipol e in collaborazione con il Politecnico di Milano.
Matteo Laterza, ad di UnipolSai, e Sergio Savaresi, direttore del Dipartimento elettronica informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano, hanno presentato i risultati della ricerca nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, ospiti dell’europarlamentare Giuseppe Ferrandino. Secondo i risultati e le informazioni diffuse, non tutte le auto Euro 4 sono da rottamare e non tutte le Euro 6 sono invece ottime dal punto di vista delle emissioni, come in realtà si pensa.
L’impatto ambientale delle auto in Europa
Come già sappiamo, l’impatto negativo che una vettura ha sulla qualità dell’aria che respiriamo e sull’ambiente dipende da differenti fattori, tra cui soprattutto il comportamento e lo stile di guida del conducente, ma anche da quanto e le modalità in cui viene usata l’auto stessa.
Facendo un’analisi delle percorrenze nel contesto urbano si nota quanto una vettura che fa parte della categoria Euro 6 ad “alte” emissioni oggi possa addirittura emettere una quantità di inquinanti 10 volte maggiore rispetto a quella emessa da un veicolo Euro 4 a “basse” emissioni. La ricerca sopra citata infatti indica che: “Oggi siamo forzati a fare un upgrade della classe Euro, eppure l’impatto ambientale dipende moltissimo da come e quanto usiamo l’automobile”.
Per questo motivo la sola classificazione per categorie Euro non basta, nonostante oggi ci si basi praticamente solo su quella in tutta Europa. La recente ricerca propone di pensare a differenti soluzioni e soprattutto a “un nuovo paradigma che possa essere in grado di misurare l’effettivo impatto ambientale di ciascuna autovettura”. Un esempio potrebbe essere proprio la versione ecologica della scatola nera, e quindi la scatola verde, o green box.
Una particolare variante di uno strumento che già conosciamo e usato nel nostro Paese, e non solo, che possa – seconda la nota dell’Urban Mobility Council, “non lasciare indietro nessuno, senza obbligare alla rottamazione di un’auto in ragione del suo motore purché i chilometri che percorre siano limitati e il suo stile di guida sia green”.
Come funziona la scatola nera
La green box dovrebbe seguire il funzionamento della scatola nera, un dispositivo in grado di monitorare i chilometri percorsi dal veicolo sul quale è installata. Consente quindi di prevedere i chilometri di tolleranza per le macchine diesel Euro 5 ed Euro 4 nelle zone a traffico limitato a causa del livello di emissioni inquinanti.