Corte dei Conti boccia il progetto del Ponte sullo Stretto, ma Salvini e Meloni hanno il jolly del Cdm
La Corte dei Conti ha bocciato il progetto del Ponte sullo Stretto, ma Meloni e Salvini hanno ancora un jolly da giocare nella partita contro i magistrati contabili
La Corte dei Conti ha bocciato il progetto finale del Ponte sullo Stretto, mandando su tutte le furie la premier Giorgia Meloni e il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Il parere negativo dei magistrati contabili, dopo il via libera del Cipess dello scorso agosto, può essere aggirato dall’approvazione del Consiglio dei ministri (Cdm). In sostanza, il Governo potrà fare una deliberazione specifica, valutando che il progetto risponde a interessi pubblici di rilevanza superiore e deve quindi essere eseguito comunque. In quel caso, la Corte dovrà perciò ordinare la registrazione dell’atto, apponendo un visto con riserva.
- Cos'ha detto la Corte dei Conti
- Cosa succede adesso
- Quando potrebbero partire i cantieri del Ponte sullo Stretto
- Cos'è la Corte dei Conti
Cos’ha detto la Corte dei Conti
Mercoledì 29 ottobre, i magistrati della Corte dei Conti hanno bocciato la decisione del Comitato interministeriale per la Programmazione economica e lo Sviluppo sostenibile (Cipess) relativa al progetto del Ponte sullo Stretto.
In sostanza, l’organo governativo (che è presieduto dalla premier e approva i piani di investimento pubblico come quelli per le infrastrutture, assegnando le risorse necessarie) aveva approvato l’iter definitivo dell’opera lo scorso.
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Il progetto però è stato bollato dalla Corte, che non ha concesso:
- il visto di legittimità
- la registrazione della delibera d’approvazione del Cipess
I motivi della bocciatura riguarderebbero:
- le coperture economiche
- l’affidabilità delle stime di traffico
- la conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale
- la competenza del Cipess, considerato organo “politico”
Decisione, questa, che ha scatenato l’ira di Giorgia Meloni. La premier ha parlato di “atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”, nonostante la decisione dell’organo sia legittima, garantita proprio dalla Costituzione.
La presidente del Consiglio ha comunque attaccato i magistrati contabili, dichiarando che “per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer”
Anche Matteo Salvini, ministro dei Trasporti che sul Ponte si gioca la sua legislatura alla guida delle Infrastrutture, ha tuonato: “Scelta politica, grave danno per il Paese, andremo avanti”.
Sulla stessa scia l’altro vicepremier, Antonio Tajani: “Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare”.
Sorpreso anche l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, che ha riferito come “tutto l’iter seguito è stato sempre svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte”.
Cosa succede adesso
Attenzione, però: la bocciatura della Corte dei Conti non mette la parola fine al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
La Corte, infatti, valuta gli aspetti economico-finanziari e la correttezza dell’iter: non esprime un giudizio complessivo sull’opera.
Il Governo Meloni quindi può comunque decidere di andare avanti, come già preannunciato da Meloni, Salvini e Tajani.
Lo ha spiegato la stessa Corte: la legge prevede che, nel caso in cui il controllo riguardi un atto governativo, l’amministrazione interessata (quindi l’Esecutivo), in caso di rifiuto di registrazione, possa chiedere un’apposita delibera da parte del Consiglio dei ministri (Cdm).
Ecco i passaggi:
- se il Cdm ritiene che il progetto risponda a interessi pubblici superiori e si debba comunque procedere, ripassa la palla ai magistrati contabili
- se la Corte dei Conti restasse ancora contraria, dovrebbe apporre il cosiddetto visto con riserva alla delibera
- l’atto con riserva sarebbe trasmesso dalla Corte dei Conti al Parlamento
Quando potrebbero partire i cantieri del Ponte sullo Stretto
Matteo Salvini aveva preannunciato che i primi cantieri sarebbero partiti a novembre, ma dopo la bocciatura della Corte dei Conti i tempi si sono allungati.
Nel frattempo, Giorgia Meloni ha convocato il leader della Lega a Palazzo Chigi per una riunione d’emergenza.
Al termine del vertice, il ministro dei Trasporti ha dichiarato che “attendiamo con estrema tranquillità i rilievi della Corte dei Conti a cui siamo convinti di poter rispondere punto su punto. Mi sarebbe piaciuto partire con i cantieri a novembre”, invece “partiremo a febbraio“.
Cos’è la Corte dei Conti
La Corte dei Conti esiste dal 1862 per vigilare sulle amministrazioni dello Stato, così da prevenire e impedire sperperi e cattive gestioni.
Si tratta di un organo costituzionale che controlla ed esercita la giurisdizione sulle materie di contabilità pubblica, amministrative e consultive.
In sostanza:
- garantisce la corretta gestione dei soldi pubblici, controllando preventivamente – in base all’articolo 100 della Costituzione – la legittimità degli atti del Governo e delle amministrazioni pubbliche
- si esprime su materie di contabilità pubblica, pensioni civili, militari e di guerra (articolo 103)
- il pubblico ministero di ogni sezione della Corte dei Conti assume il ruolo di attore nel processo contabile per tutelare valori e interessi generali
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