Attenzione attenzione, pare che gli antidolorifici portino ad effetti collaterali molto più importanti di quanto si pensa. Così facilmente accessibili, non richiedendo alcuna prescrizione medica e, soprattutto, così d’aiuto nei momenti di dolore fisico, gli antidolorifici dovrebbero tenerci al sicuro da ulteriori complicanze.
Uno studio del 2017, indetto in Canada da un team di esperti medici europei e pubblicato dal British Medical Journal, ha tentato di valutare l’impatto che gli antinfiammatori possono avere su un aumentato rischio di infarto. Se pensiamo che in media una persona prende 373 antidolorifici in un solo anno, è bene approfondire la questione.
I farmaci antinfiammatori non steroidei come l’aspirina e l’ibuprofene sono tra i più popolari antidolorifici, a causa della loro potenza e capacità di trattare l’infiammazione. Lo studio è stato condotto su un gruppo di oltre 446mila individui che assumeva questi farmaci un giorno alla settimana.
Ne conseguì un aumento drammatico del rischio di infarto: l’ibuprofene causava un aumento del 48% del rischio di infarto miocardico, ed è stato anche associata una diminuzione della fertilità nei maschi.
Dosaggi più alti di questi farmaci hanno rivelato rischi maggiori, ma il periodo di assunzione non sembrava influenzarne le probabilità.
Altri gravi effetti collaterali associati agli antidolorifici non steroidei sono sanguinamento gastrointestinale e ulcere, oltre a insufficienza renale.
Insomma, sarebbe bene non ricorrere a questa tipologia di farmaci per ogni problema ma investire su un migliore stile di vita cominciando dall’alimentazione e dalla riduzione dello stress.