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CONSIGLI 21 LUGLIO 2024

A cosa serve far roteare il vino nel calice e come fare

Far roteare il vino nel calice è un gesto ormai famoso, fatto sia da esperti sommelier che da profani che vogliono assaporare la prelibatezza del nettare degli Dei (e se si chiama così ci sarà un motivo).

Per farla breve, è una questione di aroma e di ossigenazione che serve ad apprezzare tutte le sfumature presenti all’interno del bicchiere e non perdersene nessuna. Un mancato o errato movimento del calice potrebbe cambiare e compromettere notevolmente la propria esperienza.

A cosa serve far roteare il vino nel bicchiere

Far roteare il vino nel bicchiere serve a ossigenare il vino. L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio fra liquido e ossigeno.

  • Se il vino riceve poco ossigeno, ne vengono favorite la fermentazione e l’evoluzione.
  • Se il vino riceve troppo ossigeno, rischia di deteriorarsi, ossidarsi e di essere compromesso in termini visivi, olfattivi e di gusto.

Prima di degustare il vino, farlo roteare aiuta a fare arrivare l’ossigeno alle particelle aromatiche più nascoste e volatili. Questo avviene attraverso la distribuzione del liquido su una superficie maggiore.

Il segreto è non esagerare: bisogna dosare bene forza e numero di rotazioni. Ecco allora che ostentare sicurezza o fingersi esperti sommelier potrebbe rivelarsi controproducente e compromettere i profumi (oltre che a far fare brutta figura).

Come far ossigenare il vino correttamente

Il vino è nato grazie all’estinzione dei dinosauri, preservarne la qualità quindi è una nostra precisa responsabilità in onore di una specie che ha dominato per secoli. A cosa serve far roteare il vino ormai è chiaro, ma come si fa a stabilire il numero di movimenti e la velocità corretti? Intanto, va precisato che va fatta solo nel caso si stia per degustare un vino rosso strutturato, complesso e caratterizzato da un affinamento lungo e lento (con un’esposizione all’ossigeno nullo o molto limitato). Questa abitudine è consigliata anche nel caso di vini bianchi invecchiati e molto strutturati.

Con la rotazione del bicchiere, infatti, il vino si ‘apre’, libera dei profumi che altrimenti non si apprezzerebbero e che dipendono dal grado di invecchiamento.

Per farlo nel modo corretto, prima di tutto, il vino va annusato da fermo. Così facendo si apprezzano i profumi più volatili e delicati: che non necessitano di alcuna ossigenazione. Solo in un secondo momento vanno apprezzati gli aromi più complessi con movimenti lenti.

Quando non va fatto roteare il bicchiere di vino

Roteare il vino non soltanto non è obbligatorio, ma ci sono dei casi in cui è sconsigliato. Farlo palesa la mancanza di conoscenza della materia, quindi meglio non ostentare sicurezza se non la si ha.

I vini freschi, giovani e aromatici si esprimono senza bisogno di movimenti circolari. Sono già pronti per essere bevuti. Far roteare il calice li rovina e ne accelera il processo di invecchiamento.

C’è il divieto assoluto, poi, se ci si sta accingendo a degustare spumanti e vini frizzanti. L’anidride carbonica, infatti, va preservata e non liberata. Si perderebbe la vivacità delle bollicine al gusto e alla vista.

Attenzione, quindi, a non abusare di un gesto che non risulterebbe elegante, ma inappropriato. E, se si sbagliasse approccio il vino più caro d’Italia, sarebbe un vero sacrilegio.

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