Bollo auto: quando bisogna pagarlo durante il fermo amministrativo

Conoscere i termini di prescrizione per le multe e il bollo auto aiuta a gestire le proprie obbligazioni fiscali e il provvedimento di fermo amministrativo

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Il fermo amministrativo è una misura coercitiva che scatta quando il proprietario di un veicolo non ha saldato un debito nei confronti dell’erario. Questo provvedimento può avere gravi conseguenze per chi ne è soggetto. Diventa allora interessante capire come funziona il fermo amministrativo e quali sono i termini di prescrizione per multe e bollo auto.

Il fermo amministrativo viene attivato dall’ente responsabile della riscossione del credito, che emette una cartella esattoriale. Il debitore ha un termine di 60 giorni dalla data di notifica della cartella per effettuare il pagamento. Durante questo periodo è possibile richiedere la rateizzazione dell’importo dovuto. Il provvedimento è legittimo solo se i debiti, come appunto le multe o il bollo auto non pagati, non sono già prescritti.

Ecco allora che la prima cosa da fare nel caso di ricezione di una notifica di fermo amministrativo è agire con tempestività. Significa verificare la data di notifica e controllare se i debiti indicati siano effettivamente dovuti o se sono prescritti. In caso di prescrizione, l’automobilista può proporre ricorso. Se il debito è legittimo resta in piedi la valutazione della possibilità di rateizzare l’importo per evitare il fermo del veicolo.

Con il fermo amministrativo bisogna pagare il bollo auto?

Se un veicolo è soggetto a fermo amministrativo nasce il dubbio se sulla sussistenza dell’obbligo del pagamento del bollo auto da parte proprietario. Essendo una tassa sulla proprietà, grava sul veicolo indipendentemente dal suo effettivo utilizzo. Durante il periodo di fermo amministrativo, l’auto subisce restrizioni temporanee sulla proprietà e di conseguenza complica la questione. L’interpretazione sul pagamento il bollo auto durante il fermo amministrativo non è sempre stata univoca, come dimostrato da documenti ufficiali e pronunce giuridiche.

La circolare numero 2 del 2003 del Ministero dell’Economia spiega che il fermo amministrativo comporta una temporanea perdita di possesso del veicolo, che dovrebbe esentare il proprietario dal pagamento del bollo auto. Questa esenzione è soggetta all’approvazione degli uffici regionali.

La Corte Costituzionale ha emesso sentenze apparentemente contrastanti. Nel 2012, la sentenza numero 288 ha respinto una legge regionale delle Marche che escludeva l’esenzione dal bollo auto durante il fermo amministrativo. In contrasto, la sentenza numero 47 del 2 marzo 2017 ha stabilito la legittimità di richiedere il pagamento del bollo auto anche in presenza di un fermo amministrativo.

La chiave della controversia ruota intorno al concetto di temporanea perdita di proprietà del veicolo. Anche se l’auto non può circolare o sostare su strade pubbliche durante il fermo amministrativo, rimane di proprietà del debitore e può essere venduta. Questo status temporaneo di restrizione non altera la responsabilità del proprietario nei confronti dell’erario.

Come opporsi al fermo amministrativo dell’auto

Se il proprietario di un veicolo ritiene che il fermo amministrativo sia illegittimo può intraprendere azioni legali presentando un ricorso. Ci sono diversi motivi per cui il fermo amministrativo può essere considerato irregolare, come la mancata notifica della cartella di pagamento al contribuente o la richiesta di versamento decaduta a causa della prescrizione.

Il fermo amministrativo può essere contestato se il contribuente non ha ricevuto la notifica della cartella di pagamento, il fermo amministrativo può essere ritenuto illegittimo. Oppure se la richiesta di versamento per multe o bollo auto è caduta in prescrizione, il fermo amministrativo perde la sua legittimità. Il ricorso contro il fermo amministrativo può essere presentato davanti a diverse autorità giudiziarie, a seconda della natura del fermo. Innanzitutto al giudice di pace competente nei casi in cui il fermo amministrativo è derivato dal mancato pagamento di multe stradali. Se il fermo amministrativo è stato applicato per il mancato pagamento del bollo auto, il ricorso va presentato alla Commissione tributaria. Se il fermo amministrativo è stato emesso per il mancato pagamento di contributi previdenziali o assistenziali, il ricorso va presentato al tribunale ordinario della sezione Lavoro.

Auto con fermo amministrativo che circola, quali sanzioni e rischi

Se un veicolo viene utilizzato durante il periodo di fermo amministrativo, il proprietario rischia una sanzione amministrativa che va da 1.984 euro a 7.937 euro. Oltre alla multa, sono previste sanzioni accessorie come la confisca del mezzo e la revoca della patente.

Nel caso in cui il proprietario rifiuti di trasportare e custodire a proprie spese il veicolo secondo le indicazioni fornite dall’organo di polizia, può incorrere in ulteriori penalità. La multa per questo rifiuto varia tra 774 euro e 3.105 euro. Senza contare che si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da 1 a 3 mesi.

Il fermo amministrativo può essere applicato a più di un veicolo di proprietà del debitore. La legge stabilisce che l’estensione del fermo dipende dall’importo complessivo del debito. In buona sostanza, in presenza di debiti elevati, più veicoli possono essere soggetti a fermo.

Come cancellare il provvedimento del fermo amministrativo

Quando il fermo amministrativo è legittimo, l’unico modo per revocarlo è saldare il debito pendente. Questo pagamento può avvenire in un’unica soluzione o attraverso un piano di rateizzazione. Una volta saldato l’importo dovuto, l’Agenzia delle entrate procede telematicamente alla cancellazione del fermo dal Pubblico registro automobilistico, senza necessità di una richiesta formale da parte del debitore.

Dal primo gennaio 2021, la cancellazione del fermo al PRA è gratuita, eliminando così l’obbligo di pagare l’imposta di bollo di 32 euro. Le tempistiche per l’effettiva cancellazione del fermo variano in genere da 3 a 15 giorni, a seconda delle procedure dell’Agenzia delle entrate, ma non si protrae oltre questo limite.

Nel caso di accettazione di un piano di rateizzazione del debito, il fermo amministrativo viene temporaneamente sospeso con il pagamento della prima rata. In questo caso, l’Agenzia delle entrate rilascia un certificato di sospensione che deve essere registrato al PRA. Dopo la registrazione della sospensione, il veicolo può tornare a circolare sulle strade. La sospensione del fermo non implica lo sblocco totale del mezzo. Sebbene il proprietario possa utilizzare l’auto, il veicolo non è completamente liberato: non può essere rottamato, esportato o venduto senza informare l’acquirente del provvedimento in corso.

Lo sblocco definitivo del veicolo avviene solo al completamento del pagamento dell’ultima rata del piano di rateizzazione. Solo allora gli uffici dell’Agenzia delle entrate procederanno alla cancellazione completa del provvedimento di fermo amministrativo, liberando totalmente il veicolo da ogni restrizione.