Aprilia e Samuele Cavalieri, risultato storico alla 8 Ore di Suzuka

Il podio conquistato da Aprilia alla 8 Ore di Suzuka visto da noi e raccontato dal protagonista, il nostro connazionale Samuele Cavalieri

Foto di Alex Ricci

Alex Ricci

Divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

L’8 Ore di Suzuka 2023 passerà alla storia per l’edizione in cui l’Aprilia è salita sul podio. Tra i protagonisti di questo meritato risultato c’è proprio il pilota ufficiale del marchio veneto Samuele Cavalieri, che alla sua prima partecipazione è arrivato terzo insieme ai compagni giapponesi Wada e Shinjo.

LA COMPETIZIONE

Alle nostre latitudini diamo molta attenzione al Motomondiale, abbastanza al WorldSBK e qualcosa resta ai campionati nazionali, ma a quel livello siamo già degli appassionati patologici. Dall’altra parte del globo e più precisamente in Giappone dove nascono le moto di quattro delle più importanti case costruttrici del mondo, c’è una corsa che per importanza, attrattiva e interesse aziendale, economico e commerciale, non ha eguali: la 8 Ore di Suzuka. Appartenente all’EWC (Endurance World Championship), è una corsa a sé che si svolge sulla distanza di un “turno di lavoro” e che vede impegnati i team ufficiali dei maggiori marchi di moto. Considerata dai giapponesi la gara delle gare, vincere una 8 Ore è, per i figli del Sol Levante, il massimo e il coronamento di una carriera.

I PARTECIPANTI

Essendo una gara di durata, ogni team è composto da tre piloti che si alternano per tutta la prova sulla stessa moto e proprio per l’importanza di questo evento, le squadre ufficiali convocano i propri “assi” che partecipano ai campionati mondiali e che difficilmente possono dire di no ad una chiamata della casa, trattandosi di una singola corsa e non di tutto il campionato. Le partecipazioni sono celebri e da Mick Doohan a Jonathan Rea, passando per Valentino Rossi e Colin Edwards, alla 8 Ore di Suzuka si sono sempre presentati i più forti di Motomondiale e Superbike. Poi, cosa da tenere molto presente, gli habitué nipponici del genere sono solitamente piloti collaudatori del marchio per cui corrono, esperti del tracciato e delle gomme impiegate nella competizione. Veri e proprie volpi della strategia, quasi imbattibili con il fattore campo.

Insomma, abbiamo capito che per Honda, Yamaha, Kawasaki e Suzuki, vincere a Suzuka conta quasi come un titolo mondiale e per un pilota giapponese equivale all’immortalità, ma se a mettere in difficoltà i detentori di questa cultura ci pensa un marchio italiano con uno dei suoi piloti ufficiali cosa succede? Quello che è avvenuto alla quarantaquattresima edizione della 8 ore, con Samuele Cavalieri in sella all’Aprilia del team Tatara sul podio della classe NSTK.

simone cavalieri
Fonte: gp agency
simone cavalieri

IL PROTAGONISTA

Un paio di stagioni fa, Samuele Cavalieri lasciava WorldSBK iniziato con una Kawasaki per niente competitiva, tra mille incertezze e dubbi per il futuro. “Si chiude una porta e si apre un portone!” mi diceva, accettando gare nel National Trophy e sostituzioni nelle tre tappe finali del mondiale Superbike. Dopo due stagioni travagliate e un infortunio, il pilota di Lido degli Estensi in forza al team ufficiale Aprilia con gomme Dunlop che corre nel CIV è stato chiamato in Giappone per scrivere un pezzo di storia. Insieme a Ruka Wada e Masahiro Shinjo, Cavalieri ha condotto in pista un’Aprilia RSV4 gommata Bridgestone del team giapponese Tatara, nella più recente versione 1100 che aveva ottenuto l’omologazione FIM pochi giorni prima della corsa.

Scattati dalla ventiseiesima posizione sullo schieramento, l’equipaggio ha affrontato le otto ore della prova puntando sulla consistenza (come riporta il comunicato ufficiale Aprilia), evitando errori e soprattutto indovinando la strategia di non entrare ai box quando ha iniziato a piovere. Effettuando il rifornimento ad ogni cambio, ma sostituendo le gomme ogni due stint, il team è stato a lungo in lotta per la seconda posizione finale, sfuggitagli a soli trenta minuti dalla bandiera a scacchi.

Il racconto e le impressioni di Samuele Cavalieri in esclusiva per Virgilio Motori: “Naturalmente già essere alla 8 Ore di Suzuka è stato un privilegio perché è una corsa famosissima, fa parte del mondiale endurance, ma è da sempre una gara un po’ a parte, nel senso che ci sono tantissimi team ufficiali come l’HRC e con tanti piloti del mondiale. Terminarla a podio è stata veramente un’emozione unica anche perché solo qualche giorno prima abbiamo avuto l’omologazione del motore 1100 cc nella categoria Stock e portarla sul podio è stato troppo bello. E’ stata la prima volta per me in una corsa di durata e neanche io sapevo cosa aspettarmi. Non è stato facile perché Suzuka è una pista abbastanza particolare, difficile e vecchio stile. Fa un caldo molto umido. C’era l’allarme per un tifone con diluvio, ma per fortuna ha iniziato a piovere forte qualche ora dopo la fine della gara, ma durante il mio ultimo stint è piovuto e non è stato facile prendere la corretta decisione tra andare ai box o rimanere fuori. Abbiamo deciso di rimanere fuori con le gomme da asciutto sul bagnato e non è stato per niente facile. Alla fine è stata la scelta giusta perché dopo una ventina di minuti ha smesso di piovere e abbiamo evitato un cambio gomme. Siamo riusciti a consolidare la terza posizione che avevamo già con ampio margine e con questa strategia siamo stati anche in grado di giocarci la seconda posizione fino agli ultimi minuti. E’ stata una gara tirata fino alla fine e ringrazio Aprilia per avermi dato questa possibilità, il team Tatara, che si è fatto un mazzo grande come una casa! Aprilia Giappone, tutti gli sponsor e le persone che hanno reso possibile tutto questo. Portare Aprilia sul podio dopo solo qualche giorno dall’omologazione in casa dei giapponesi, dove è difficile vedere sul podio una moto che non sia giapponese, ma italiana è stato veramente fantastico. Voglio ringraziare anche i miei compagni di squadra perché il motociclismo sembra uno sport individuale, ma non lo è. C’è sempre una squadra dietro e a maggior ragione nell’endurance, dove si condivide la moto con altri piloti, li ringrazio perché si sono dimostrati impeccabili”.

Alla prima partecipazione alla 8 Ore, la quattro cilindri di Noale è salita sul terzo gradino del podio della categoria Stock, la più strettamente legata alla versione stradale del modello, ottenendo un risultato storico per l’accoppiata tricolore moto/pilota.