Formula 1, l’udienza di Parigi che può cambiare il destino della FIA

Scatta l’appello d’urgenza presso il tribunale di Parigi per colmare le lacune democratiche nella presidenza della Federazione Internazionale

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 30 Ottobre 2025 10:29

Mentre Sulayem mantiene la presidenza della Federazione Internazionale, gli ex candidati Villars e Mayers convergono in un’alleanza strategica. Il profilo del funzionario americano appare solido, mentre qualche perplessità sorge sull’esperienza dell’italo-svizzera. Tuttavia, l’udienza presso il tribunale di Parigi nutre un movimento volto a riequilibrare i poteri della presidenza, aprendo la strada a possibili riforme nella governance della FIA.

I fatti pregressi

Mayer aveva l’ambizione di assumere la guida della Federazione Internazionale. Per perseguire questo obiettivo, aveva lanciato una sfida all’ex rallista emiratino, posizionandosi di fatto come concorrente anche di Laura Villars. Dopo la conferma di Sulayem alla presidenza Tim ha parlato apertamente: la sua campagna sarebbe comunque proseguita. Come sappiamo lo statunitense non ha potuto presentare una lista elettorale completa.

Analogo destino è toccato al Laura Villars, la quale ha incontrato gli stessi ostacoli. Come noto, lo scorso 24 ottobre è scaduto il termine massimo previsto dalla FIA, la deadline entro cui i candidati dovevano formalizzare la candidaturasecondo i regolamenti. Tutto ciò sembra frutto di una mossa strategica dell’attuale presidente, che, con largo anticipo, aveva predisposto un contesto quasi impermeabile a qualsiasi sfida.

La vicenda non si conclude qui: è infatti scattato d’urgenza un ricorso contro la Federazione Internazionale, che sfocerà nell’udienza presso il tribunale di Parigi. La pilota svizzera, di fatti, è stata autorizzata a presentarsi a Place de la Concorde, dove l’udienza è fissata per il 10 novembre 2025, alle 9:30 del mattino. Sarà senza dubbio interessante osservare l’esito di questo appuntamento di rilievo.

Si parla apertamente di “procedura elettorale non legittima”, senza dubbio quella che potremmo definire una vera a propria accusa significativa. Una denuncia che sembra tutto tranne che infondata. Tale interpretazione trova riscontro nelle dichiarazioni dello stesso Mayer che, insoddisfatto dagli sviluppi della vicenda, ha incaricato l’Università di Utrecht di analizzare approfonditamente la governance della FIA.

Procedimento complesso e condizioni stringenti

Villars non intende attaccare la FIA, ma piuttosto tutelarla. È questo è il messaggio centrale della ventottenne ginevrina, che nel recente passato ha tentato in tutti i modi di instaurare un dialogo costruttivo con la Federazione Internazionale, richiamando l’attenzione sulla necessità di maggiore trasparenza nelle norme elettorali interne. Secondo la sua opinione, questo tipo di democrazia non funziona nella maniera adeguata.

Il sistema di governance non può e non deve rappresentare una minaccia per l’organo legislativo. Tale principio si collega anche alla vicenda Mayer: come Villars, anche l’americano non ha potuto formalizzare la sua candidatura a causa di un chiaro vizio di forma imposto. Per questa ragione, Mayer ha deciso di appoggiare l’ex sfidante Laura Villars nella volontà di fare chiarezza su una vicenda giudicata opaca.

Sebbene la Federazione Internazionale possa apparire conforme osservandola dall’esterno, molti esperti rilevano profonde lacune nella gestione della presidenza. Sembra infatti che non esistano regole efficaci in grado di limitare il potere pressoché illimitato del presidente. Questo aspetto, chiaramente, permette di controllare a discrezione quali norme debbano rispettare gli sfidanti per poter candidarsi.

Lacune democratiche al vaglio

L’obiettivo finale perseguito da Mayer e Villars è l’introduzione di riforme significative, volte a garantire trasparenza e correttezza nel processo elettorale. Sebbene Tim non abbia ancora intrapreso azioni legali dirette contro la governance della Formula 1, ha dichiarato di essere pronto a sostenere Laura. Si configura così una sorta di alleanza volta a promuovere elezioni giuste, meritocratiche e pure aperte ai club membri della FIA.

Il tribunale ha accolto prontamente il ricorso, evento che l’avvocato di Villars considera una prima vittoria. Tuttavia, ciò non implica automaticamente un cambiamento immediato: si tratta piuttosto di porre fine alle violazioni statutarie denunciate. Una questione delicata che potrebbe mettere sotto pressione il mandato di Ben Sulayem, proprio mentre le polemiche già non mancano riguardo i problemi attesi per il nuovo regolamento 2026.

Va ricordato che un sistema simile persiste nella FIA da tempo. Basti pensare alla presidenza di Max Mosley, iniziata alla fine degli anni Novanta. Nonostante uno scandalo personale di portata mondiale, Mosley rimase saldo alla guida della Federazione dopo le votazioni dell’assemblea generale. Sinora l’organo legislativo si è mantenuto silente, limitandosi a comunicare che, per la natura del procedimento, preferisce non esprimersi.

Al di là del fatto che Laura Villars non sembri affatto, agli occhi di molti, una candidata credibile alla presidenza dell’organo legislativo, il polverone sollevato dalla vicenda potrebbe comunque aprire la strada a un futuro più trasparente e regolamentato. O per lo meno questo è l’obiettivo da perseguire, per fare chiarezza sul mandato Sulayem e l’organizzazione in essere ricca di perplessità.