Alla vigilia del Gran Premio degli Stati Uniti, la Ferrari si prepara a un weekend tutt’altro che semplice. Le caratteristiche del Circuit of the Americas non sembrano sposarsi con le esigenze della SF-25, e i soliti limiti legati alle gomme e all’altezza da terra rischiano di condizionare la prestazione della monoposto italiana. Per il team di Maranello si avvicina un fine settimana molto complicato. La pista statunitense, infatti, potrebbe mettere in seria difficoltà la Ferrari SF-25. Parliamo dei soliti problemi, legati alle gomme e all’altezza da terra.
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Le difficoltà della SF-25 legate alle gomme
Considerando i difetti di base della SF-25, cominciamo la disamina tecnica parlando delle gomme. Anzitutto va detto che gli sforzi trasversali sulle mescole saranno piuttosto alti in Texas, sebbene vengano ripartiti equamente tra i due assi. Un contesto che andrà a generare problemi nel contenere la temperatura di esercizio. Condizione che, facendo memoria, mise in crisi la Rossa anche nella qualifica dello scorso mondiale.
La comprensione sui compound fu buona solamente sulla distanza dei 300 chilometri, aspetto che permise a Leclerc, dopo il doppio sorpasso in partenza, di vincere la corsa. Ma il livello attuale della vettura rispetto ai diretti competitor è ben diverso rispetto al passato, e la gestione intrinseca delle gomme sulla SF-25 è ben peggiore dell’auto 2024. Una caratteristica che tradisce il rendimento della monoposto.
Nella pista du Austin, piloti e tecnici dovranno combattere per mantenere gli pneumatici nel range corretto per tutto il giro, tenendo presente che Ferrari ha mostrato troppo spesso una fase di warm-up inefficace. Serve un corretto bilanciamento termico: senza questo elemento, la performance potrebbe essere fortemente negativa. In gara sarà più semplice, ma un’eventuale partenza in posizioni di ripiego comprometterà il risultato.
Scelta sul carico decisiva per gestire al meglio il retrotreno della Rossa
l circuito statunitense impone numerosi compromessi, sia dal punto di vista aerodinamico che meccanico. Il primo settore è caratterizzato da curve ravvicinate, mentre il tratto centrale si sviluppa con un lungo rettilineo compreso tra curva 11 e 12, dove la top speed sarà cruciale. L’ultima porzione della pista, infine, è costituita da numerose curve con raggi differenti a velocità medio-alta.
Si tratta di un tipo di layout che può creare molte difficoltà alla vettura italiana, la quale, nel corso di questa stagione, ha faticato più volte nel mantenere la monoposto nella corretta finestra operativa in scenari simili. La Rossa predilige tracciati con una gamma di velocità più limitata, per evitare compromessi troppo delicati o poco efficaci che puntualmente emergono quando la ricerca dell’equilibrio è più sofisticata.
Nel 2024 furono livellate diverse sconnessioni dell’asfalto, consentendo alle squadre di adottare altezze da terra più basse. Uno scenario che rappresenta un punto di vulnerabilità per la SF-25, considerando le difficoltà legate all’avvicinamento della macchina all’asfalto, non potendo sfruttare a pieno il lavoro dei Canali Venturi per ottimizzare il carico. Presumibilmente, la Rossa cercherà di “costruire il setup” dal primo settore per stabilizzare il retrotreno nei cambi di direzione.
Il passo successivo sarà quello di affinare la messa a punto nel T3, tratto della pista da tenere in alta considerazione per lo svantaggio che la monoposto modenese nutre nei confronti dei tip competitor nei range di velocità medio-alti. Anche per questo, potremo vedere un’ala posteriore abbastanza carica, per gestire al meglio delle possibilità un posteriore dell’auto che molto spesso tende ad essere ballerino.