Crisi del settore auto in Europa, tutte le cause di un momento così difficile

Il settore auto è in crisi in Europa: uno dei principali problemi è rappresentato dall'elettrificazione che continua a ritmi ridotti e inferiori alle attese

Foto di Davide Raia

Davide Raia

esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Pubblicato: 2 Ottobre 2024 07:30

Il settore auto in Europa è in crisi: si tratta di un momento difficile, legato a vari fattori e che potrebbe registrare anche un peggioramento nel corso del prossimo futuro. Molto è legato al programma di elettrificazione voluto dall’UE e, attualmente, ancora in corso ma con una velocità ben inferiore alle attese, per via di vendite di auto elettriche ancora contenute, con un trend che riguarda anche mercati extra europei.

Forzare l’elettrificazione, accelerando i tempi, ha spinto le Case a mettere in conto notevoli investimenti per cercare di aggiornare i propri modelli, produrre batterie e trovare soluzioni sempre più sostenibili. Al momento, il ritorno economico è stato ridotto e le difficoltà del settore sono sempre più evidenti. Il rischio di una crisi ancora peggiore, come anticipato anche dalle difficoltà del Gruppo Volkswagen, è un’ipotesi concreta.

Il problema dell’elettrificazione

Attualmente, l’elettrificazione rappresenta un problema da non sottovalutare per il mercato delle quattro ruote in Europa. Lo stop alla vendita di auto benzina e diesel, programmato per il 2035 in UE, è un obiettivo che sembra sempre più ambizioso come confermano i recenti dati di vendita. Lo scorso agosto, ad esempio, in Europa Occidentale sono state vendute 125 mila unità di auto elettriche con un calo del 36% rispetto ai risultati dell’anno precedente.

Estendendo l’analisi all’intera UE, invece, il calo delle elettriche è ancora più marcato, arrivando a ben il 43,9%. La crisi non è solo europea: anche il colosso nipponico Toyota ha confermato una riduzione del 30% delle stime di produzione di auto elettriche sul mercato globale. Le richieste sono inferiori alle attese ed anche la crescita non segue il trend previsto. Per questo motivo, il Gruppo giapponese si fermerà a circa un milione di unità elettriche all’anno per il 2026, al di sotto delle stime precedenti.

Nel frattempo, dopo gli annunci iniziali, Volvo ha abbandonato il progetto di realizzare una gamma elettrica al 100% entro il 2030, rimandando l’appuntamento con l’azzeramento delle emissioni. Da notare anche i problemi di Stellantis che, nonostante un investimento di 50 miliardi di euro, deve fare i conti con risultati al di sotto delle attese che hanno spinto il Gruppo a tagliare alcune stime. Il taglio delle stime per il 2024 ha coinvolto anche altri produttori come Mercedes e BMW oltre che Aston Martin, evidenziando una crisi generalizzata che riguarda sia il mercato generalista che i settori premium del mondo delle quattro ruote in Europa.

La concorrenza cinese

A pesare sulla crisi del mercato delle auto europeo interviene un altro fattore: la concorrenza dei costruttori cinesi, un tempo totalmente assenti sul mercato europeo e oggi sempre più forti, con l’obiettivo di diventare un riferimento assoluto per i prossimi anni. I produttori cinesi sono agevolati da anni di incentivi del Governo locale che hanno consentito alle Case di creare un’infrastruttura solida e in grado di garantire un’alternativa valida alle proposte dei produttori europei, in genere anche grazie a un prezzo decisamente più contenuto, a parità di tutte le altre condizioni. La concorrenza dei produttori cinesi rappresenta oggi una minaccia concreta, nonostante il tentativo dell’UE di contrastare la diffusione di questi brand con nuovi dazi.