Sappiamo tutti della questione dei tutor autostradali, spenti lo scorso anno a causa di una controversia relativa al brevetto. Abbiamo però parlato di recente della riattivazione degli stessi, in corrispondenza del controesodo. Era infatti trapelata la notizia che i ‘vecchi’ sistemi di rilevazione della velocità sarebbero tornati a funzionare regolarmente, in seguito al verdetto della Cassazione, la quale si era pronunciata di nuovo sulla questione con l’approvazione, almeno in teoria, definitiva.
“La sentenza della Cassazione dimostra la correttezza del comportamento di Autostrade per l’Italia e la non brevettabilità di sistemi matematici noti, facendo giustizia delle accuse rivolte alla società e riprese anche da alcune popolari trasmissioni televisive”, indicava Autostrade per l’Italia in una nota.
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Regna la confusione
Era sorta così un po’ di confusione, perché non molto tempo prima avevamo pubblicato un articolo indicante tutte le tratte coperte dai nuovi dispositivi, che sostituivano appunto i precedenti. Ad oggi non abbiamo ancora notizie ufficiali sulla riattivazione dei vecchi sistemi, Autostrade per l’Italia qualche giorno fa ha comunicato: “La Cassazione ha ribaltato la sentenza della Corte d’Appello riguardante la legittimità della tecnologia Safety Tutor, entro la fine di agosto o i primi di settembre dovrebbe tornare tutto alla normalità”, ma pare non sia così.
Nonostante la società addetta a gestire le nostre autostrade abbia cantato vittoria, è proprio invece la Craft, che anni fa le intentò causa per violazione del brevetto dei tutor, a sconsigliare assolutamente la riaccensione degli stessi. La nota del 21 agosto recita come segue: “Vi ricordiamo che, contrariamente a quanto potrebbe apparire dal vostro comunicato stampa, ripreso dai media nazionali, la Corte ha cassato con rinvio, e dunque la controversia è ben lontana dall’essere chiusa. Infatti il processo sarà riassunto di fronte alla Corte d’Appello di Roma che potrà ritenere sussistente la contraffazione. Vi diffidiamo dal riattivare i tutor, e comunque dal compiere atti lesivi dei nostri diritti, anche per il passato”.
La Cassazione ha quindi, in realtà, solo accolto alcune osservazioni fatte sulla sentenza della Corte d’Appello. Non ha ancora preso posizione per quanto concerne la reale (o meno) fondatezza della contraffazione del brevetto. La Corte Suprema ha quindi rinviato il giudizio ad un nuovo processo, la vicenda è molto complessa e di certo non finisce qui.
La rete coperta
Illustrato il contenzioso, cerchiamo ora di entrare nel merito della questione d’interesse ai conducenti, estranei al dibattito nelle aule di tribunale: quali sono le tratte controllate, tutor ‘vecchi’ oppure no? A quanto pare ad oggi, secondo il comunicato dalla Polizia Stradale, la rete coperta dal sistema del controllo della velocità media è aumentata arrivando a 510 km in tutto. Le tratte sotto sorveglianza sarebbero oggi quelle indicate nel documento della Polizia (aggiornato al 26 agosto 2019) ma la faccenda pare proprio non essersi per niente conclusa.
Le parti chiamate in causa non aiutano con i loro interventi a fugare i dubbi, semmai li alimentano, poiché in contrasto tra loro e nessuno fa un passo indietro, fermi sulle rispettive posizioni. A ogni modo, l’unica vera soluzione contro le multe è banale: osservare i limiti di velocità e le altre regole sancite dal Codice della Strada. Così potrete dormire sogni tranquilli.