Milano, addio a monopattini e bici in sharing

Il Comune di Milano taglia le licenze degli operatori che mettono a disposizione monopattini e bici: cosa cambia ora per la micromobilità in sharing

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Luca Bucceri

Giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano. Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e dei motori, scrive anche di attualità ed economia.

La stretta sulla micromobilità in sharing si fa sentire anche nel Comune di Milano, con Palazzo Marino che ha preso la decisione di stoppare le licenze degli operatori che mettono a disposizione monopattini e bici. Una scelta, quella della politica della città meneghina, che taglia in maniera sostanziosa i mezzi in giro per Milano, tra problemi di sicurezza e requisiti non rispettati.

Via monopattini e bici in sharing

La micromobilità sembra essere destinata a cambiare a Milano, soprattutto quella in sharing dopo che il Comune ha deciso per il taglio delle licenze agli operatori. A questi, infatti, Palazzo Marino contesta il mancato rispetto degli impegni assunti in fatto di sicurezza stradale.

Con i numeri degli incidenti sulle due ruote, monopattini e bici, aumentati negli ultimi anni con bilanci spesso mortali, viaggiare in sicurezza è infatti uno dei capisaldi fondamentali affinché Milano acconsentisse ad avere una determinata azienda anziché un’altra per le strade con i propri mezzi. Ma non tutte si sono adeguate, e il Comune ha preso provvedimenti.

Partendo dai monopattini, infatti, il risultato è che in circolazione ce ne saranno solo 2.000 invece di 6.000, con un taglio del 67% causato dal mancato ok da parte della Commissione mobilità. La richiesta, infatti, era quella di proporre mezzi con ruote grandi e il casco in dotazione, ma dopo i test su strada dell’Agenzia mobilità ambiente e territorio (Amat), i requisiti non sono stati rispettati. Em Transit (Dott), è l’unica ad aver convinto il Comune, ottenendo l’autorizzazione.

Una vera e propria ecatombe, invece, per le bici, col taglio netto causato dalle stesse problematiche di sicurezza. Il Comune contava di averne almeno 16.000 in sharing per otto operatori in strada (2.000 per operatore), ma a presentarsi al bando sono state solo sei e di queste in cinque sono risultate idonee. In corsa, però, una si è ritirata volontariamente, facendo scendere a quattro gli operatori per 8.000 bici in giro per Milano, più il servizio BikeMi con 5.400 mezzi. Sarà quindi necessario un nuovo bando, ma non sono state ancora fissate date o scadenze.

Il dato sulla sicurezza

Che la questione sicurezza potesse mettere con le spalle al muro tanti operatori di servizio in sharing è risaputo, soprattutto dopo gli ultimi report che evidenziano numeri di incidenti, spesso mortali, su bici e monopattini. Il report 2022 Aci-Istat sugli incidenti gravi in Italia, infatti, parla di 2.929 incidenti.

Il 2022, poi, ha registrato una crescita impressionante del 77,8% delle vittime tra gli utenti di monopattini elettrici, passando da 9 vittime nel 2021 a 16 nel 2022. Anche le bici hanno visto un aumento significativo, con un incremento del 53,8%, passando da 20 vittime nel 2021 a 31 nel 2022.

Un altro dato importante, è poi legato alla cosiddetta “sosta selvaggia“, che oltre a essere fastidiosa per pedoni e automobilisti, è un motivo di sicurezza stradale importante. Tante volte, troppo spesso, infatti, incidenti tra vetture o moto e pedoni sono stati causati per “scansare” i mezzi parcheggiati male. A correre in aiuto, però, l’attività messa in campo in primis dagli operatori, che hanno prima bloccato e poi multato pesantemente i proprio utenti non in regola.

Infine un ruolo fondamentale lo sta giocando anche il governo, che ha compiutamente messo in atto la stretta sulla micromobilità. Dalla Camera, infatti, è arrivato il via libera al nuovo Codice della strada che prevede casco, targa, assicurazione e nuovi limiti di velocità.