Nespresso, le e-bike che nascono dalle cialde di caffè

Dalla collaborazione tra Nespresso e Miloo nasce un nuovo modello di E-bike costruito grazie al riciclo delle capsule di alluminio usate per il caffè

Foto di Riccardo Asta

Riccardo Asta

Giornalista smart mobility

Nato a Genova nel 1985, laureato in architettura ma con una formazione multidisciplinare. Da anni collabora con riviste specializzate trattando temi legati alla mobilità sostenibile e al mondo bici, occupandosi in particolare del segmento e-bike e di tutte le novità che lo riguardano

In principio fu Vélosophy, un brand che circa una decina di anni fa capì il potenziale che potevano avere queste piccole capsule di alluminio contenenti caffè e ormai presenti in ogni casa. RE:CYCLE, nata dalla collaborazione tra Vélosophy e Nespresso, fu una bicicletta che riassunse perfettamente l’unione tra sostenibilità e design. L’idea del progetto era quella di trasformare l’alluminio delle capsule in un mezzo di trasporto affidabile e sostenibile.

Caratterizzata da un design cromatico ispirato al caffè tipo Ice di Nespresso, la bicicletta includeva elementi distintivi come un campanello modellato sulla forma delle capsule Vertuo e un cestello portaoggetti in rovere, equipaggiato con portabicchieri per facilitare il trasporto del caffè, probabilmente quello chiuso con il tappo.

Nonostante le varie difficoltà commerciali, la collaborazione tra Vélosophy e Nespresso mise in evidenza la fattibilità di orientarsi verso pratiche sostenibili a tutto tondo, dalla promozione di un’agricoltura rispettosa del clima alla realizzazione di fabbriche a zero emissioni, fino all’implementazione di un efficace programma di riciclaggio. Questa iniziativa dimostrò come anche le idee apparentemente più banali, come il riciclo di una capsula di caffè, potessero innescare una catena di eventi positivi. 

Miloo e Nespresso 

Oggi Nespresso ci riprova, è in atto infatti una nuova collaborazione che punta a rimettere in circolo le sue capsule di alluminio esauste, ovviamente sotto una nuova forma. La nuova e-bike “Xplorer”, del marchio svizzero di biciclette Miloo, è il frutto di questa idea e rappresenta un salto qualitativo nella realizzazione di mountain bike elettriche sia potenti che ecologiche. Con un telaio e dei cerchi in alluminio riciclato ottenuti dalle cialde, anche l’Xplorer incarna l’essenza dell’economia circolare e della sostenibilità, visto che utilizza materiali riciclati per pneumatici, sella, manopole, vernice e imballaggio.

Progettata per affrontare qualsiasi terreno, da montagne innevate a strade asfaltate, questa e-bike è dotata di un motore a mozzo centrale da 1.000 W, una batteria da 1.800 Wh, un sistema di gestione dinamica della potenza e sensori di coppia e cadenza. Offre una velocità massima di 45 km/h, regolabile a 25 km/h per adeguarsi alle normative UE, e si presenta anche in una versione full carbon denominata Xplorer Beast, che mantiene le stesse prestazioni dell’originale in alluminio. Con l’uscita prevista per la primavera del 2024, l’Xplorer avrà un prezzo di circa 11.000 €, variabile in base al telaio scelto.

I vantaggi 

Questo progetto porta diversi vantaggi e implicazioni positive:

  • produzione sostenibile: utilizzare alluminio riciclato dalle cialde Nespresso per realizzare telai e cerchioni non richiede nuovo materiale;
  • economia circolare: l’adozione di materiali riciclati per componenti vari promuove la tanto marginalizzata quanto importante economia circolare;
  • trasporto ecologico: l’ebike Xplorer incentiva il trasporto leggero e sostenibile;
  • innovazione: la collaborazione stretta tra Miloo e Nespresso fornisce un valido esempio di crossing aziendale sostenibile;
  • opportunità per l’industria del caffè di contribuire allo sviluppo sostenibile attraverso la riduzione dei rifiuti;
  • prospettive per una produzione, in tutte le sue fasi, di veicoli elettrici già immaginata in funzione del prodotto base fornito da un’altra azienda.

L’idea messa a punto dalla collaborazione tra Nespresso e Miloo fornisce un ottimo spunto per tutte le realtà che cercano un sistema per rendere più efficiente il ciclo di vita del proprio prodotto, creando una simbiosi tra differenti settori.

Altre idee di riciclo 

Le bici in materiale riciclato però non sono una novità, ne esistono davvero di tantissimi tipi e la creatività certo non manca nel mondo ciclistico (in particolare nel fai-da-te). Una delle sperimentazioni più interessanti però è stata quella portata avanti dall’azienda tedesca Igus. Concentrandosi anche lei sulla riduzione dell’impatto ambientale dei propri prodotti, Igus sviluppò una bicicletta realizzata quasi interamente in plastica, mirando a diminuire l’uso di materiali metallici tradizionali.

Tuttavia, per motivi di sicurezza, molti componenti soggetti a particolare sforzo e sollecitazione, come la forcella, l’asta della serie sterzo e il reggisella, sono ancora realizzati in materiali metallici convenzionali​​. Anche questo progetto però mise in evidenza l’importanza dell’economia circolare e la sue concrete possibilità di realizzazione.

Igus, dalla plastica in poi

Le bici in plastica possono far storcere il naso e in parte è giusto così. Hanno fondamentalmente due vantaggi, il riciclo di materiale esistente e la resistenza alla corrosione. Frank Blase, amministratore delegato di Igus, notò infatti che gran parte delle biciclette parcheggiate nelle aree costiere tendevano a deteriorarsi rapidamente a causa della ruggine. Questa osservazione lo portò a immaginare di lavorare sulla realizzazione di un’eco-bike che non facesse uso di metallo, o perlomeno lo confinasse ai componenti strettamente indispensabili.

Alla fine nacquero davvero le bici, e la collaborazione con la startup olandese Dutchfiets dimostrò il loro potenziale con oltre 100 pezzi prodotti aventi telaio e ruote in plastica riciclata al 100%. L’adozione di una cinghia in poliuretano e carbonio al posto della tradizionale catena metallica rappresentò un ulteriore passo verso la sostenibilità. Blase sottolineò come le biciclette in plastica potessero avere un impatto ecologico inferiore rispetto a quelle in acciaio o alluminio, utilizzando significativamente meno olio nella loro produzione.

L’importanza del riciclo di materiali esistenti piuttosto che la produzione di nuovi, emerse come un principio chiave di questo approccio, nonostante la plastica fosse riconosciuta come un materiale che richiedeva una gestione attenta per minimizzare l’impatto ambientale. In ogni caso ciò che è importante capire è soprattutto che il riciclo è una strada percorribile e conveniente per le grandi aziende, che però dovrebbe essere maggiormente incentivata sia a livello politico che commerciale.