Colpito dal taser a Pescara e morto, cos'è e quando la polizia può usarlo: i precedenti e le critiche
Morte di un giovane a Pescara dopo uso del taser: il focus su funzionamento, rischi e regole d’uso dell’arma elettrica in dotazione alla polizia
Il caso di Pescara, dove un giovane è morto per arresto cardiaco dopo l’uso del taser da parte della polizia, ha portato al centro dell’attenzione questo strumento. Arma elettrica “non letale” in dotazione alle forze dell’ordine, utilizzabile seguendo protocolli precisi, può però comportare rischi, specie in soggetti vulnerabili.
- Cos'è il taser e il caso di Pescara
- Il dibattito sui rischi per la salute
- Le regole per l'utilizzo del taser
- I precedenti in Italia
Cos’è il taser e il caso di Pescara
Quello che è stato usato a Pescara è un taser, ovvero un’arma a impulsi elettrici usata dalle forze dell’ordine per immobilizzare soggetti pericolosi senza ricorrere a proiettili.
Pur sembrando visivamente una pistola, contiene infatti due elettrodi collegati con fili a una cartuccia. Premendo il grilletto, i dardi vengono sparati fino a 10 metri e, una volta a segno, chiudono un circuito elettrico che trasmette impulsi ad alta tensione (fino a 50.000 volt) ma a bassa intensità (circa 2 milliampere).
IPA
Un taser
In parole povere, il taser manda scosse molto forti di circa 5 secondi, ma con pochissima elettricità. Questo fa sì che la persona senta un grande colpo e i muscoli si blocchino per un attimo, ma senza che il corpo venga “bruciato” o danneggiato come succederebbe con una presa elettrica normale.
L’effetto paralizzante deriva dalla stimolazione dei nervi, che provoca una contrazione muscolare totale e involontaria: la persona cade a terra ma rimane cosciente.
Il dibattito sui rischi per la salute
Il taser è oggetto di discussioni per i potenziali rischi sulla salute. Classificato come dispositivo di controllo intermedio, richiede formazione specifica e un utilizzo ponderato, vista la delicatezza del suo impatto sull’organismo.
Sebbene ideato per limitare i danni permanenti, può diventare pericoloso in presenza di condizioni mediche come disturbi cardiaci, uso di sostanze psicoattive o impianti come il pacemaker, soprattutto se i dardi colpiscono aree vicine al cuore.
La scarica elettrica interferisce con la trasmissione nervosa, causando una paralisi muscolare momentanea che può provocare cadute violente e lesioni, in particolare alla testa.
Le ricerche su persone in salute mostrano effetti lievi e temporanei, ma esperimenti su animali e alcuni casi clinici hanno evidenziato episodi di aritmie e arresti cardiaci. Inoltre, alcuni studi riportano compromissioni cognitive transitorie.
Le regole per l’utilizzo del taser
L’utilizzo del taser da parte delle forze dell’ordine è disciplinato da una procedura obbligatoria articolata in cinque momenti:
- valutazione del pericolo;
- comunicazione della presenza dell’arma elettrica;
- estrazione del dispositivo;
- scarica d’avvertimento;
- eventuale lancio dei dardi.
Ogni attivazione viene registrata automaticamente dalla pistola, con orario e durata, senza possibilità di alterazione dei dati. L’impiego del taser è proibito in contesti di ordine pubblico, come cortei o proteste, ed è limitato ai casi in cui un individuo rappresenti un pericolo concreto.
I precedenti in Italia
Dopo una lunga sperimentazione, il taser è stato introdotto in Italia in modo ufficiale nel 2022 ed è utilizzato in diverse città italiane da Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e in alcuni casi dalla polizia locale.
Negli ultimi anni si sono verificati casi rari ma gravi legati al suo uso. Nel luglio 2024 a Bolzano un 42enne in stato confusionale, dopo essere stato fermato con il taser, è morto poco dopo un malore, senza evidenze dirette di collegamento con la pistola elettrica.
Nell’agosto 2023, a San Giovanni Teatino, un 35enne con problemi psichiatrici è deceduto dopo l’uso del taser durante un tentativo di fermarlo vicino ai binari ferroviari.