Delitto di Garlasco, l'ex procuratore Mario Venditti rompe il silenzio su Andrea Sempio: "Non c'entra nulla"

L'ex procuratore Venditti commenta le indagini su Sempio nel caso Poggi: "Non ci sono elementi". Risponde alle domande sui punti rimasti aperti

Pubblicato:

In questa storia ci sono delle anomalie, aveva detto Mario Venditti, l’ex procuratore capo di Pavia. Intervistato, ha spiegato di non aver risposto per non alimentare polemiche, ma a Quarto Grado ha voluto raccontare i dettagli della sua posizione. Su Sempio: “Non ci sono elementi”.

La prima archiviazione su Sempio

Mario Venditti, nel 2016, si è occupato dei possibili elementi contro Andrea Sempio. Riceve quindi i fascicoli con la denuncia della madre di Stasi, che dice: “Mio figlio non c’entra”. Lo riassume il presentatore, che racconta anche della presenza di varie ipotesi.

Venditti spiega così la prima “anomalia” di natura burocratica, ma il presentatore lo riporta verso il contenuto. Come l’intercettazione in cui Sempio dice: “Penso che i pm siano abbastanza dalla mia parte”. O in un’altra: “Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, che tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima”.

Caso GarlascoANSA
Venditti risponde alle domande sull’innocenza di Sempio

Venditti risponde: “La sentenza della Cassazione che conferma l’appello dice due cose importanti: che l’autore dell’omicidio è uno solo e che l’autore dell’omicidio è Alberto Stasi”.

Sulle intercettazioni

Sul buon rapporto tra Sempio e gli uffici, Venditti non risponde direttamente. Spiega però che, oltre alle intercettazioni, ci sono state numerose indagini.

Da tutte queste “non emergevano elementi contro Sempio o per poter procedere o chiedere la proroga delle intercettazioni”.

Sull’interrogatorio, invece, spiega di aver fatto domande sugli elementi presentati dalla madre di Stasi. Ma ancora sulle intercettazioni spiega che sono semplici sfoghi. Aggiunge:

Io le assicuro che non sono mai stato dalla parte degli indagati, né in questo caso né negli innumerevoli casi di cui mi sono occupato.

Caso di stalking

Alla procura di Milano si indagò su un presunto caso di stalking ai danni dell’avvocata di Stasi. Indagando, i carabinieri nella relazione scrivono di aver proceduto alla rilettura dell’intero fascicolo sull’omicidio di Chiara Poggi. Da questa procedura: “Si riscontrano degli elementi che potrebbero non mettere fine alla vicenda giudiziaria”.

Da queste frasi iniziano le nuove indagini, si potrebbe dire. Infatti, l’avvocata usa la relazione per chiedere una nuova indagine su Sempio. I carabinieri hanno dei dubbi, lei li prende e dopo circa venti giorni richiede l’archiviazione del tutto.

Oggi questi stessi elementi sono alla base delle nuove indagini. Venditti a questo risponde che, se all’avvocata sono serviti 20-21 giorni, a lui sono bastati 21 secondi per decidere. “Ho convocato i carabinieri”, dice. “I famosi elementi non sono altro che i capitoli della sentenza di appello e Cassazione: il dispenser, il lavandino, i capelli non repertati”. Venditti dice che il lavoro della polizia giudiziaria è fare indagini e portare prove, non mettere in dubbio quanto già valutato. “Non è corretto e anomalo”, commenta.

Sulle piste alternative

“Io mi sono occupato solo della denuncia della madre di Stasi su Sempio”, ripete. Gli elementi sono lo scontrino, la comparazione del Dna e le tre telefonate.

Non risponde quindi alle ipotesi, emerse anche dall’avvocato Lovati, sul sicario e l’innocenza di Stasi, che non parla per via di trame nascoste tra persone intoccabili, suicidi anomali e vicende esoteriche.

garlasco-andrea-sempio-1 Mediaset video