Emanuele Fiano contestato a Venezia da attivisti per la Palestina, qual è il significato del gesto della P38
Aggressione a Venezia contro Emanuele Fiano a Ca’ Foscari: attivisti pro Palestina insultano e fanno il gesto della P38. La denuncia dell'ex deputato
A Venezia l’ex deputato Pd Emanuele Fiano è stato aggredito da attivisti pro Palestina durante una conferenza all’università Ca’ Foscari. L’incontro, spostato per sicurezza, è degenerato in pesanti insulti e minacce, con Fiano che ha denunciato con sgomento il gesto “della P38” effettuato da alcuni giovani.
- L'irruzione degli attivisti pro Palestina a Venezia
- La testimonianza di Emanuele Fiano
- La condanna della Ca'Foscari
- Cos'è il gesto della P38
L’irruzione degli attivisti pro Palestina a Venezia
La conferenza di Emanuele Fiano sulla pace israelo-palestinese che si sarebbe dovuta tenere all’Università Ca’ Foscari di Venezia è stata riprogrammata d’urgenza per ragioni di sicurezza.
L’evento è stato interrotto da una trentina di giovani attivisti pro Palestina, appartenenti ai collettivi di sinistra radicale e del Fronte della Gioventù Comunista. I contestatori, armati di megafoni e striscioni “antisionisti”, secondo quanto ricostruito da Repubblica e il Corriere hanno invaso l’aula dopo aver preso a calci e pugni porte e finestre, urlando insulti e minacce come “Fiano appeso a testa in giù” ed “ebrei dovete sparire”.
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Un momento della protesta a Venezia
Mentre i manifestanti sostengono che si sia trattato di una “protesta pacifica”, la versione che si evincerebbe da testimonianze e filmati registrati sul posto è quella un’irruzione violenta, che ha costretto gli organizzatori a interrompere il dibattito.
La testimonianza di Emanuele Fiano
Emanuele Fiano, presidente di Sinistra per Israele ed ex deputato del Pd, ha dichiarato di aver vissuto la scena come un ritorno al 1938, quando suo padre Nedo — unico sopravvissuto della famiglia Fiano sterminata ad Auschwitz — fu espulso da scuola in quanto ebreo.
Le tensioni erano cominciate il giorno precedente, quando i gruppi pro-Pal avevano annunciato pubblicamente l’intenzione di impedire la conferenza a Ca’ Foscari.
L’università, in accordo con la Digos, aveva scelto di cambiare sede per evitare scontri. Tuttavia, gli aggressori hanno raggiunto la nuova location e fatto irruzione dopo mezz’ora di dibattito, interrompendo Fiano mentre rispondeva alle domande della moderatrice.
“Non c’è stato nulla da fare, nonostante le proteste del pubblico, che voleva mandarli via” ha raccontato Fiano, aggiungendo che “alcuni tra i ragazzi hanno rivolto al pubblico il segno della P38. Mi ha colpito molto vedere un gesto di minaccia così antico fatto da mani così giovani, più giovani di quelle dei miei figli. Ma io non potevo farmi mandare via. Lo dovevo a mio padre”.
La condanna della Ca’Foscari
La rettrice Tiziana Lippello ha definito “gravissimo” l’episodio, rigettando l’idea che rappresenti la posizione dell’ateneo e della maggioranza dei suoi studenti. Ha poi accolto la proposta della ministra Anna Maria Bernini di far tornare Fiano il 4 novembre per un nuovo incontro, nella stessa sede, come segno di reazione civile.
Molte voci del mondo politico e culturale hanno espresso solidarietà. La senatrice a vita Liliana Segre ha inviato un “materno saluto” a Fiano; il filosofo Massimo Cacciari ha denunciato l’azione come opera di “minoranze di inenarrabili idioti” che “si rivelano i migliori alleati di Netanyahu” alimentando antisemitismo anziché combattere il sionismo.
Diversi studenti di Futura — l’associazione che aveva organizzato l’incontro — hanno ricordato che su 20mila iscritti solo una trentina hanno preso parte all’assalto: “Ma minimizzare equivale a giustificare: Fiano è stato colpito perché ebreo, nessun altro politico sarebbe stato trattato così”.
Cos’è il gesto della P38
Il gesto della “P38” (tre dita alzate, pollice, indice e medio) è un simbolo informale risalente agli Anni di Piombo, utilizzato dalle frange estremiste che contestavano la democrazia parlamentare e giustificavano la violenza politica.
Si chiama così perché le tre dita mimano la forma del cane e della canna della Walther P38, la pistola che fu una delle armi simbolo delle organizzazioni terroristiche dell’epoca, come le Brigate Rosse.
Oggi, il riutilizzo di questo gesto in alcuni cortei giovanili è visto come una preoccupante rievocazione della retorica della lotta armata e del terrorismo.
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