Milena Gabanelli mostra quanto inquina davvero un'auto elettrica e smonta le resistenze del Governo Meloni

Milena Gabanelli e l'analisi su quanto inquina realmente un'auto elettrica: il report che smentisce le posizioni del governo

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Davvero l’auto elettrica inquina di più rispetto alle vetture a benzina e diesel come sostengono alcune persone? Milena Gabanelli ha approfondito il tema e tramite l’analisi di report e studi certificati ha dato una risposta netta: le auto elettriche producono meno emissioni di CO2 di quelle vendute con motore endotermico.

Milena Gabanelli, la verità sull’inquinamento dell’auto elettrica

Milena Gabanelli, autrice della rubrica ‘Data Room’ del Corriere della Sera, ha consultato numerosi studi che hanno fatto comparazioni su diversi veicoli.

Tra le fonti prese in considerazione, il lavoro effettuato dall’Interntional Council on clean Transportation (Icct) e quello commissionato nel 2022 dal ministero dell’Ambiente allora guidato da Roberto Cingolani. Tutte le ricerche giungono alla medesima conclusione: le auto elettriche inquinano meno.

La giornalista Milena GabanelliANSA
La giornalista Milena Gabanelli

Anche l’indagine recente condotta dalla società di consulenza specializzata Ricardo Group per la Federazione internazionale dell’automobile ha messo nero su bianco che i veicoli elettrici hanno meno impatto sull’ambiente.

I mezzi presi in considerazione sono quelli a benzina (Icev-G), diesel (Icev-D), ibridi a benzina senza ricarica (Hev-G), ibridi a benzina con ricarica (Phev-G), elettrici a idrogeno (Fcev), elettrici a batteria (Bev).

Per ogni mezzo sono state analizzate le emissioni in grammi di CO2 al chilometro. Ogni dettaglio è stato preso in considerazione: produzione del veicolo, produzione del carburante, emissioni allo scarico durante l’uso, emissioni legate alla manutenzione e allo smaltimento.

I risultati sulle emissioni di CO2

Dalle ricerche è emerso che le auto elettriche, lungo tutto il loro ciclo di vita, sono quelle meno impattanti: 100 grammi di CO2 a km, contro i 267 delle vetture a benzina, i 197 dell’ibrida senza ricarica, i 166 con ricarica, i 136 a idrogeno.

Nel frattempo si continua a lavorare per ridurre le emissioni delle auto con motore a scoppio grazie all’utilizzo dei carburanti bio e sintetici.

Dall’altro lato si prevede che nei prossimi anni, l’avanzamento tecnologico potrà rendere meno impattante la produzione e lo smaltimento di batterie. Dunque anche le emissioni delle auto elettriche dovrebbero calare ulteriormente.

Sempre secondo gli esperti, nel 2050 le auto elettriche dovrebbero emettere un terzo di CO2 in meno a chilometro rispetto alle vetture a idrogeno, l’86% in meno di quelle a benzina, l’82% in meno di un mezzo diesel e il 73% in meno di una ibrida ricaricabile.

Per quali mezzi non conviene l’elettrico

Sempre dall’analisi degli studi presi in considerazione da Milena Gabanelli, l’elettrico non conviene invece per aerei e navi in quanto è svantaggioso o non funziona.

Al momento, per alcune situazioni, non esiste soluzione. Ad esempio, per i voli intercontinentali non c’è batteria adatta. Gli esperti ritengono che in generale per i trasporti pesanti la soluzione migliore è quella dei carburanti fossili. Per questo si auspica che si continui a battere la strada dei biocarburanti, degli e-fuels, dell’idrogeno.

Le posizioni del governo sulle auto elettriche

“L’auto elettrica costa e inquina di più. Demenziale mettere al bando benzina e diesel”. Si è espresso così nei mesi scorsi Matteo Salvini nel criticare lo stop alla produzione di auto con motori endotermici che l’Unione Europea vorrebbe implementare dal 2035.

Fredda sul tema anche la premier Giorgia Meloni: “Continuiamo a ritenere sbagliato perseguire unicamente la transizione verso l’elettrico, le cui filiere sono controllate in gran parte dalla Cina”.

Più aperture invece dal Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin. “Sono convinto – ha dichiarato in un punto stampa a Bruxelles – che il motore elettrico sia il motore più facile, quindi sarà quello che avrà un ruolo prevalente nell’obiettivo” di zero emissioni per i nuovi veicoli dal 2035; “è il motore più facile da costruire, sette volte” meno costoso “del motore endotermico, ma certamente in questo caso è il freno dovuto al costo rispetto al potere d’acquisto del salario medio italiano”.

Guardando al tema delle infrastrutture elettriche, “l’Italia si è trovata in una condizione di estrema difficoltà dovuta alla carenza di domanda. Il prezzo del veicolo elettrico in Italia ha portato automaticamente a non avere un’offerta adeguata”, ha concluso il ministro.

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