Uragano Melissa devasta la Giamaica e colpisce Cuba, diversi morti anche ad Haiti: allerta alle Bahamas
Uragano Melissa colpisce la Giamaica e Cuba, il bilancio provvisorio e la situazione: ci sono morti e feriti
Il devastante uragano Melissa, dopo aver colpito la Giamaica, ha raggiunto le coste al largo di Cuba. Declassato a categoria 4 e poi a categoria 3, è tornato a essere considerato categoria 4. Porta con sé venti che soffiano intorno ai 300 chilometri orari. Ha già causato morti e feriti, innescando allagamenti e crolli. Oltre un milione le persone evacuate nelle zone più a rischio. Dal 1851, anno in cui sono cominciate le rilevazioni, è l’uragano più potente mai registrato. Ha provocato danni anche ad Haiti, dove si contano diverse vittime e un numero imprecisato di dispersi. In allerta anche le Bahamas.
- Uragano Melissa colpisce la Giamaica e Cuba, il bilancio provvisorio
- L'allarme coccodrilli
- Gli Usa spostano le navi da guerra
- Morti anche ad Haiti
- L'uragano più potente mai registrato
Uragano Melissa colpisce la Giamaica e Cuba, il bilancio provvisorio
Intorno alle 4 di notte (ora italiana) di mercoledì 29 ottobre, l’uragano Melissa ha toccato le coste al largo di Cuba. Prima ha seminato il caos in Giamaica: strade allagate, circa 530mila persone al buio per via dei blackout elettrici, linee telefoniche e comunicazioni interrotte.
Per il momento si contano 7 morti: 3 in Giamaica, 3 ad Haiti e 1 nella Repubblica Dominicana. Si tratta di un bilancio provvisorio. Nelle prossime ore, quando le comunicazioni verranno ristabilite, si comprenderà meglio la situazione. L’aeroporto principale della capitale giamaicana, Kingston, potrebbe restare chiuso per un altro giorno prima che i voli umanitari possano cominciare ad atterrare.
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La furia di Melissa in queste ore si sta abbattendo su Cuba dove si registrano già le prime inondazioni e i primi ingrossamenti di fiumi.
Oltre un milione di persone sono state evacuate. Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha spiegato su X che più di 735.000 persone in tutto il Paese sono state già messe in sicurezza. La Marina americana ha ordinato al personale della base di Guantánamo di rintanarsi nei bunker per tre giorni.
L’allarme coccodrilli
In Giamaica diverse infrastrutture risultano “severamente compromesse”, hanno fatto sapere le autorità. Il vento, con una forza devastante, ha scoperchiato l’ospedale di Black River. Per via degli allagamenti e delle inondazioni, c’è anche l’allarme coccodrilli che potrebbero avere lasciato il loro habitat naturale ed essere pericolosi per i cittadini.
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“Non c’è nessuna infrastruttura nella regione che possa resistere a un uragano di categoria 5“, ha dichiarato il primo ministro giamaicano, Andrew Holness.
La Croce Rossa ha reso noto che almeno 1,5 milioni di persone sono in pericolo, sottolineando che “questa cifra è ampiamente sottovalutata, poiché le conseguenze sulla popolazione includeranno interruzioni dei servizi essenziali, interruzioni nei mercati e, naturalmente, blocchi stradali. Ciò significa che l’intera popolazione potrebbe subirne le conseguenze in un modo o nell’altro”.
“L’intera costa è scomparsa. Le onde sono alte quattro metri e mezzo, e la velocità del vento è come se potessi vederla, è incredibile. Qui tutti chiedono aiuto adesso, rimpiango di non aver preso l’autobus ieri per andare in un luogo più sicuro”. La testimonianza è stata resa alla Cnn da Evrol Christian, titolare di un ristorante ad Alligator Pond sulla costa sud occidentale della Giamaica.
Gli Usa spostano le navi da guerra
Per via dell’uragano, gli Usa hanno spostato le navi da guerra e i caccia F-35 mobilitati per la lotta al traffico di droga e impiegati nel Mar dei Caraibi.
Il Comando Meridionale dell’esercito, SouthCom, ha spiegato che sono stati implementati “i piani per condizioni meteorologiche avverse” e che le navi “si sono allontanate da qualsiasi area in cui le condizioni meteorologiche attuali o previste siano pericolose e possano rappresentare livelli di rischio inaccettabili”.
Morti anche ad Haiti
Oltre a Giamaica e Cuba, l’uragano ha colpito anche Repubblica Dominicana e Haiti.
Proprio ad Haiti si sono registrate decine di morti, ma il bilancio è destinato ad aumentare per via dell’imprecisato numero di dispersi.
Una vittima si registra anche dal lato dominicano dell’isola di Hispaniola, segnalano le autorità locali.
L’uragano, sceso a categoria 3, punta adesso sulle Bahamas dove l’impatto è previsto con raffiche di vento fino a 170 kmh.
L’uragano più potente mai registrato
Melissa è l’uragano più potente mai registrato dal 1851. Eventi simili sono stati la tempesta Dorian del 2019 e l’uragano del Labor Day del 1935.
I meteorologi hanno spiegato che la potenza di Melissa deriva dal fatto che è stato fermo sulla sua fonte energetica, vale a dire l’oceano caldo, per quasi una settimana. Attualmente la temperatura del Mar dei Caraibi è più calda della media di un paio di gradi, situazione che ha permesso all’uragano di ‘nutrirsi’ e di ingrossarsi.
Gli esperti hanno inoltre sottolineato che la pressione è uno degli elementi chiave per determinare la potenza di un uragano. Più è bassa e più sarà intensa la tempesta.
Le rilevazioni dicono che l’uragano Melissa ha avuto un calo di pressione al centro pari a 892 millibar. Solamente altri due uragani atlantici hanno avuto una pressione inferiore, Wilma nel 2005 e Gilbert nel 1988.
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