Nel patinato mondo di Hollywood, dove nulla deve essere fuori posto o sgraziato, la Tartan Prancer è l’eccezione che conferma la regola. Inserita in una celebre commedia, Come ti rovino le vacanze, si è “guadagnata” il titolo di auto più brutta al mondo. Un vero e proprio pugno negli occhi per gli amanti del design, la sintesi perfetta di come possa essere l’esatto opposto di tutto quanto sia possibile sbagliare.
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“Lato A” e “lato B” speculari
Lo stile della Tartan Prancer è sconclusionato, privo di qualsivoglia coerenza estetica, manco gli autori l’avessero realizzata dall’oggi al domani, senza uno studio dietro. È talmente rivedibile da ricordare un patchwork di diversi veicoli assemblati alla meno peggio, con un “lato A” e un “lato B” pressoché identici, tolta la leggera inclinazione del parabrezza/lunotto.
I quattro specchietti retrovisori risultano superflui, un’inutile ostentazione di funzionalità, segnale di un totale disinteresse per l’eleganza e la praticità. I tre sportelli adibiti al rifornimento lasciano altrettanto basiti.
Cosa avrà mai spinto i progettisti a inserirne tanti? Ognuno ha dato delle risposte personali a riguardo, senza mai giungere a una conclusione in grado da mettere d’accordo tutti. Questo perché non sembra essersi nessun motivo fondato dietro la curiosa decisione.
Salotto altrettanto rivedibile
Oltre alla carrozzeria quantomeno rivedibile, il salotto di bordo presta, a sua volta, il fianco alle critiche. I portabicchieri nelle maniglie delle portiere, la fontanella d’acqua interna, il volante estraibile e un telecomando con simboli indecifrabili (coniglio, forbici, paper, ecc.) peggiorano il giudizio complessivo.
In definitiva, la Tartan Prancer rappresenta una vettura di dubbia provenienza, un condensato di ciò che ci fosse di peggio nell’industria di allora. Definita “la Honda dell’Albania”, incarna i vari luoghi comuni circa il comparto delle quattro ruote sull’Europa dell’Est, manco il tempo si fosse fermato agli anni Ottanta, benché la macchina fosse uscita nel 2015, rigorosamente al cinema.
Una provocazione fatta e finita, nelle corde del comedy. Il prodotto finale supera i limiti dell’immaginazione, al punto che produzioni quali la Fiat Duna, la Nissan Cube e la Ssangyong Rodius fanno un figurone al confronto. Che poi queste ultime non siano stato espressamente concepite per essere tra le auto più brutte della storia è un’altra storia.
Realizzata complessivamente in sette esemplari, ha preso forma solo per il film, una commedia scritta e diretta John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein.
Peggio del predecessore (e non era facile)
Il cast include volti noti nel mondo del grande schermo, tra cui Ed Helms e Christina Applegate, nei panni dei genitori Griswold, Rusty e Debbie. La pellicola costituisce il remake di un lungometraggio del 1983, National Lampoon’s Vacation: all’epoca la scelta ricadde sulla “Wagon Queen Family” Truckster.
Non una meraviglia, anzi. La station wagon, con tanto di pannelli esterni in legno, era già kitsch a sufficienza, ma le vette raggiunte (si fa per dire!) non erano abbastanza. Rimanevano dei “margini di miglioramento”, da qui il piano sviluppato ad hoc.