La questione della validità delle multe per mancato uso delle cinture di sicurezza anche senza una contestazione immediata è stata chiarita da diverse sentenze della Corte di Cassazione.
Le decisioni mirano a limitare possibili scappatoie utilizzate dagli automobilisti e a favorire il rispetto della normativa sulla sicurezza stradale.
Indice
Validità della multa senza contestazione immediata
Secondo l’articolo 201 del Codice della Strada, le forze dell’ordine devono, per quanto possibile, contestare l’infrazione immediatamente. Ci sono però casi in cui la contestazione può avvenire in seguito e la multa rimane valida.
In particolare, la Cassazione ha chiarito che la multa per mancato uso delle cinture di sicurezza può essere notificata anche senza fermo immediato se il trasgressore si allontana volontariamente, adducendo motivi di urgenza come fretta o impegni. Questa decisione risponde alla necessità di contrastare comportamenti evasivi e garantire il rispetto della legge.
Le sentenze della Cassazione
Una delle sentenze più importanti in questo ambito è la 22991 del 2019 della Corte di Cassazione, che ha confermato che la richiesta di notifica successiva (anziché una contestazione immediata) non compromette la validità della multa.
Secondo la Cassazione, il verbale redatto dalle forze dell’ordine ha una presunzione di fede privilegiata cioè viene considerato veritiero fino a prova contraria. Per invalidare una multa basata su un verbale, il trasgressore dovrebbe presentare una querela di falso, dimostrando errori formali o alterazioni. Di conseguenza, affermazioni come “ero di fretta” non rappresentano una giustificazione sufficiente per annullare la multa.
Multa per assenza di cinture di sicurezza: quando è ammessa la contestazione differita
Il Codice della Strada prevede alcune situazioni in cui la contestazione immediata può essere omessa. Ad esempio se fermare il veicolo immediatamente potrebbe creare situazioni di pericolo per il traffico. Oppure in caso di traffico intenso o situazioni che rendono difficile il fermo, come strade a scorrimento veloce o zone con bassa visibilità. Infine, se il conducente lascia il luogo dell’infrazione per propria scelta, anche se con il consenso degli agenti, la notifica successiva è legittima.
Cosa dice la legge sulla fede privilegiata del verbale
Un aspetto chiave del dibattito riguarda il principio della fede privilegiata, sancito dall’articolo 2700 del Codice Civile, che si applica anche ai verbali redatti dalle forze dell’ordine. Le dichiarazioni contenute nel verbale, come il mancato uso delle cinture, fanno fede fino a prova contraria. La Cassazione ha spiegato che, poiché la violazione è constatata visivamente dall’agente, il verbale assume valore probatorio in giudizio, a meno che non venga dimostrato un errore tramite una querela di falso.
Le possibili obiezioni e i limiti della difesa
In un contesto di ricorso, il conducente potrebbe sostenere che la contestazione immediata era possibile e quindi la notifica differita non è legittima. La giurisprudenza tende a respingere queste argomentazioni quando il verbale indica motivi plausibili per la contestazione differita. La Cassazione ha infatti stabilito che motivazioni come “fretta” e “impegni urgenti” non giustificano l’annullamento della multa, a meno che non vi siano prove evidenti che dimostrino l’errore o l’abuso delle forze dell’ordine.
L’importanza della sicurezza stradale
La legislazione sulle cinture di sicurezza riflette l’impegno nella prevenzione degli incidenti e nella tutela della sicurezza stradale. L’uso delle cinture riduce il rischio di gravi lesioni in caso di incidente, ed è quindi prioritario garantire il rispetto di queste norme. Le disposizioni che permettono la notifica differita in casi specifici mirano a evitare che comportamenti evasivi compromettano il sistema di sanzioni e a rafforzare l’efficacia delle norme..