Volkswagen alza prezzi delle auto termiche in Germania

La recente crisi che ha colpito Volkswagen spinge il Costruttore di Wolfsburg ad adottare degli accorgimenti: il prezzo delle auto termiche aumenta in Germania

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 20 Settembre 2024 10:54

Si apre un nuovo capitolo nella strategia di Volkswagen, con un’ondata di aumenti di prezzo che investe i modelli a combustione interna sul mercato tedesco. A poche settimane di distanza dalle rassicurazioni del consiglio di sorveglianza, il Costruttore attua dei correttivi per far respirare il bilancio. Nello specifico, l’azienda di Wolfsburg rivede, seppur in modo marginale, i listini verso l’alto, dal 2,1% al 4,2%.

Le motivazioni

Le motivazioni alla base della scelta sembrano essere molteplici. Innanzitutto, l’inflazione crescente e l’incremento dei costi delle materie prime stanno mettendo sotto pressione i margini di profitti dei produttori. In secondo luogo, VW sta puntando con forza sulla transizione verso la mobilità elettrica.

I rincari potrebbero, dunque, servire a finanziare gli ingenti investimenti necessari allo sviluppo e alla realizzazione di nuovi modelli a batteria da aggiungere in listino. Infine, non è nemmeno da escludere l’ipotesi secondo cui sia intenta a ottimizzare il mix di vendita, così da spingere i clienti verso modelli più costosi e marginali. Le manovre interessano tutta la gamma VW, dalla piccola Taigo al SUV di punta Touareg.

La decisione di Volkswagen arriva in un momento per lei molto delicato, costretta ad affrontare una serie di sfide impossibili da prevedere. Tra la crisi dei semiconduttori, la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche, i piani alti hanno parecchie questioni di cui occuparsi. Mentre le capacità delle catena di approvvigionamento vengono testate a fondo, la concorrenza dei produttori si fa sempre più agguerrita.

Inoltre, le vendite delle BEV non stanno decollando come prospettato, e ciò costituisce un’ulteriore preoccupazione in merito al futuro. Al momento non ci sono notizie ufficiali circa eventuali rincari in Italia. Tuttavia, è quantomeno possibile l’adozione di politiche simili nella nostra penisola, sebbene con tempi e modalità differenti.

Tempo agli sgoccioli

Il domani di Volkswagen è in bilico. Da un lato, il colosso possiede gli strumenti adeguati a conservare un ruolo da protagonista. Dall’altro, però, la transizione ecologica rappresenta una missione ardua da portare a termine, che richiede ingenti investimenti e una profonda riorganizzazione interna.

Nelle ultime settimane i portavoce aziendali, oltre a confermare le difficoltà, hanno prefigurato un’ondata di licenziamenti. Il direttore finanziario di VW ha fissato una deadline di uno o due anni per ridare slancio alla compagnia. In caso contrario, i guai sarebbero dietro l’angolo. Insorgerebbe il caos e nessuna ipotesi andrebbe scartata. Assumere scelte di sopravvivenza diverrebbe imprescindibile, pena il crollo di una della realtà portabandiera dell’industria europea.

I problemi attraversati hanno riscosso l’interesse pure del Governo tedesco. Guidato da Olaf Schölz, il cancellierato ha decretato un maxi-investimento, nella speranza che ciò consenta di risalire la corrente.

Uno dei temi scottanti del recente periodo riguarda poi l’invasione della Cina nel Vecchio Continente. I generosi sussidi erogati da Pechino rischiano di distorcere il mercato, o almeno questo è il timore della Commissione UE. Fra solo pochi giorni i Paesi comunitari avranno il compito di esprimersi sulla conferma o meno dei dazi, introdotti in estate. Qualora prevalessero i “sì”, le tariffe aggiuntive avrebbero validità di cinque anni.