Benedetto Ceraulo, killer di Maurizio Gucci, morto dopo un'agonia di una settimana: si era sparato alla testa

Benedetto Ceraulo è morto suicida dopo un'agonia di sette giorni, era il killer dell'imprenditore Maurizio Gucci, assassinato nel 1995 a Milano

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Benedetto Ceraulo è morto suicida dopo un’agonia di sette giorni. Il 63enne, originario di Caltanissetta, aveva scontato una pena di 28 anni di carcere per l’omicidio dell’imprenditore Maurizio Gucci, assassinato il 27 marzo 1995 a Milano. Il 22 aprile 2025 Ceraulo ha sparato al figlio e a se stesso.

Morto Benedetto Ceraulo, il killer di Maurizio Gucci

Il 63enne è deceduto nella serata di martedì 29 aprile all’ospedale Cisanello di Pisa.

Nel nosocomio era stato portato una settimana fa dopo aver esploso due colpi di pistola al volto contro il figlio Gaetano, 37 anni, al culmine di una lite nel giardino della casa dove abitava a Santa Maria a Monte (Pisa).

Il luogo in cui Benedetto Ceraulo ha sparato al figlio e si è sparatoFonte foto: ANSA

Il luogo in cui Benedetto Ceraulo ha sparato al figlio e si è sparato

Ceraulo, dopo aver ferito il figlio, si era sparato con una pistola di piccolo calibro in testa ferendosi gravemente.

Il giorno successivo alla tragedia familiare, la Procura pisana aveva emesso un fermo nei confronti dell’esecutore materiale dell’omicidio di Gucci con l’accusa di tentato omicidio con l’aggravante della recidiva specifica e detenzione di arma clandestina, ugualmente con recidiva specifica, disponendo il piantonamento in ospedale di Benedetto Ceraulo durante il suo ricovero in terapia intensiva.

Cosa è successo durante la lite con il figlio

Gli investigatori dei carabinieri del comando provinciale di Pisa hanno ricostruito la dinamica dei fatti e il movente della sparatoria, dovuta a futili motivi.

Il padre avrebbe perso il controllo della situazione a seguito della constatazione di un graffio sulla sua auto causato dal figlio.

Per questo motivo Benedetto Ceraulo ha sparato, con una pistola detenuta illegalmente, contro il 37enne ferendolo in modo non grave. Il ragazzo è poi riuscito a salire in auto e a fuggire, dando l’allarme al 112.

Il figlio è stato ricoverato all’ospedale di Pontedera (Pisa), non corre pericolo di vita, ma è stato sottoposto a un intervento per la ricostruzione di una piccola parte del viso.

Gli inquirenti hanno verificato che l’arma usata era una pistola di piccolo calibro con matricola abrasa, detenuta illegalmente ed era stata ritrovata sul posto del tentato omicidio.

Chi era Benedetto Ceraulo

Benedetto Ceraulo era tornato in libertà da un paio d’anni dopo la pena scontata per il delitto Gucci.

L’uomo si era trasferito nelle campagne di Santa Maria a Monte, dove viveva da solo. Per le festività di Pasqua lo aveva raggiunto il figlio Gaetano, che vive a Milano come la madre.

Dopo il carcere, il killer di Maurizio Gucci aveva cercato di ricostruirsi una vita dedicandosi alla viticoltura, che aveva iniziato a coltivare nella colonia penale dell’isola di Gorgona, nell’Arcipelago toscano, dove aveva incontrato nel 2017 il marchese Lamberto Frescobaldi per il progetto di un’azienda vitivinicola appreso nella casa di reclusione.

Uscito dal carcere, Ceraulo si era trasferito ad Acciaiolo, una frazione del comune di Fauglia (Pisa) e da qui poi era arrivato nel comune di Santa Maria a Monte, dove aveva preso casa in affitto in una zona di campagna.

L’omicidio di Maurizio Gucci

Il 27 marzo 1995 a Milano Benedetto Ceraulo sparò quattro colpi di pistola all’imprenditore della moda Maurizio Gucci nel delitto commissionato dall’ex moglie della vittima, Patrizia Reggiani.

Ceraulo ha sempre respinto l’accusa di essere il killer. L’uomo era stato condannato all’ergastolo, poi la pena gli era stata ridotta a 28 anni, fino alla definitiva condanna in Cassazione.

Il post del figlio Gaetano

Due giorni dopo la lite con il padre, il figlio Gaetano Ceraulo ha scritto un post dolente sui social.

“Il dolore più grande, in questo momento, è per te che hai compiuto un gesto terribile e vile. Non mi riferisco al male fatto direttamente a me – si legge sul suo profilo Facebook – né alle minacce al mio cane Arturo. Mi riferisco al gesto ancor più vile che hai rivolto a te stesso. I proiettili possono solo ferire o uccidere la carne. Il dolore dell’anima, invece, è indelebile”.

“La vita è sacra, va difesa sempre e comunque: che sia quella di un cagnolino, di un topolino o di un essere umano… anche quella di una persona che ha smarrito la strada – continua ancora il post – Ti perdono per il male che mi hai fatto. Ma non riesco a perdonarti per ciò che hai inflitto a te stesso. Che il Dio che tanto adoravi e pregavi possa guardare dentro il tuo cuore, riconoscere le tue colpe, e offrirti la forza per attraversare questo buio. E forse, cambiare davvero. Ma se decidesse di interrompere la tua vita terrena allora che Egli possa comunque perdonarti e accoglierti tra le sue braccia… E perdonare anche noi, per non aver visto che il male si nascondeva in te, silenzioso, in attesa di mostrarsi”.

Benedetto Ceraulo si è sparato Fonte foto: ANSA
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