David Parenzo si espone su Netanyahu, "non lo voterei mai ma non è un dittatore, Israele vuole la pace"
David Parenzo su Netanyahu: “Non lo voterei mai, ma non è un dittatore”. E su Israele dice che “Vuole la pace”. Cosa dicono i numeri della guerra
David Parenzo prende posizione su Israele: “Non voterei Netanyahu, ma non è un dittatore”. In un’intervista difende l’operato dell’esercito israeliano, e porta alla luce le responsabilità solo di Hamas. Spiega anche il suo rifiuto a firmare appelli critici sul genocidio palestinese.
Secondo Parenzo la colpa è di Hamas
David Parenzo definisce la guerra a Gaza una “sporca guerra iniziata da Hamas”. Un’affermazione che ignora, almeno nell’intervista, decenni di occupazione e apartheid, oltre a violazioni sistemiche dei diritti umani segnalate da molteplici organizzazioni umanitarie.
A Gaza si contano oltre 50.000 morti (certi, senza contare i dispersi, i feriti gravi, i mutilati), tra cui più di 18.000 bambini. L’IDF ha bombardato scuole, ospedali, campi profughi. Decine di medici sono stati torturati, gli operatori umanitari e sanitari uccisi e giornalisti assassinati perché obiettivi. Parenzo però parla di un unico trauma, quello israeliano del 7 ottobre. Non c’è un prima, non c’è occupazione, non c’è storia e non c’è neanche presente.
Fonte foto: ANSA
“Ho visto i video dei bambini rapiti. Quei morti vengono prima”, dice, facendo un riferimento temporale, comunque non esauriente e realistico rispetto agli eventi.
“Non mi dissocio”
Alla domanda sul perché non firmi manifesti come quello di Gad Lerner contro la pulizia etnica, Parenzo risponde: “Non ho nulla da cui dissociarmi. Non sono israeliano”.
Il giornalista rifiuta così un semplice gesto simbolico. Per Parenzo il problema è il punto di vista: “Io sono ebreo, non israeliano, perché chiedere conto agli ebrei di quello che fa un governo eletto da israeliani?”, domanda a sua volta prima di citare l’uccisione dei due cittadini israeliani a Washington.
Parenzo e la posizione di Israele sulla pace
Israele vuole la pace, almeno secondo Parenzo. Questo sostiene che Israele “ha sempre voluto la pace”, citando gli Accordi di Abramo. I fatti attuali sembrano però andare in un’altra direzione. Non solo le colonie e l’assedio a Gaza di oggi, ma anche la costruzione di una Striscia recintata, la limitazione di luce e acqua e le violenze di ieri.
Mentre Parenzo risponde alle domande, “l’unica democrazia del Medio Oriente” insieme agli Stati Uniti sparano ai civili. Sono almeno 27 le vittime presso un sito di distribuzione di aiuti gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation (accusata di essere strumento di spostamento della popolazione dalle zone che Israele intende occupare).
In 8 giorni sono stati attirati nella zona di distribuzione e uccisi 107 civili. Ancora, nella mattinata, un bambino è stato ucciso nell’ultimo bombardamento nel campo profughi di Nuseirat.
