Malore per Andrea Sempio e la madre nell'interrogatorio, l'avvocata smentisce: "Tutto registrato"
Gli avvocati di Andrea Sempio smentiscono il malore durante interrogatori del 2008 e spunta un secondo scontrino del parcheggio risalente al 2020
I legali di Andrea Sempio rispondono al mistero dell’interrogatorio risalente al 2008. Secondo quanto riferiscono, non c’è traccia del malore e tutto sarebbe registrato. Anche il presunto malore della madre durante il recente interrogatorio è stato smentito.
Non c’è traccia di malore
Secondo quanto si apprende dagli avvocati di Andrea Sempio, Angela Taccia e il collega Massimo Lovati, non risulta alcun malore da parte dell’indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.
Il riferimento è all’interrogatorio del 2008, durante il quale, secondo il Corriere della Sera (che cita gli atti della pm Valentina De Stefano e di Giuliana Rizza), l’uomo si sarebbe sentito male alle domande dei carabinieri, tanto che sarebbe stata chiamata un’ambulanza per farlo riprendere.
Fonte foto: ANSA
Si dice che l’ambulanza sia rimasta per circa 40 minuti presso la caserma e che gli stessi soccorritori ne abbiano confermato l’arrivo. Di questo malore non c’è alcuna traccia nel verbale.
Il malore della madre
Smentita anche la notizia del malore della madre di Sempio. Sempre secondo gli avvocati, ai microfoni della Rai, avrebbero riportato che durante l’interrogatorio la donna non si sarebbe sentita male al solo udire il nome di “quella persona”. Le indiscrezioni parlavano di uno scontrino legato a un conoscente della madre, coinvolto nella costruzione di un presunto “finto alibi”.
I legali precisano invece che la donna avrebbe avuto una crisi di panico, ma in un momento precedente, a causa del peso delle accuse rivolte al figlio in un caso già chiuso.
“Io dentro non c’ero, non posso metterci la mano sul fuoco, ma è tutto videoregistrato. Non è vero che ha sentito quel nome ed è svenuta; non è andata così”, dichiara l’avvocata.
Un altro scontrino vecchio
Restano dubbi anche sullo scontrino del parcheggio, elemento chiave nell’alibi di Sempio: sembra infatti strano che la famiglia abbia conservato quel documento per un anno, quasi volendolo utilizzare a supporto di una difesa.
Ma c’è una svolta. Durante la perquisizione è stato rinvenuto un secondo scontrino, risalente a marzo 2020. A raccontarlo è una delle legali della famiglia Sempio, che spiega come quest’ultima tenda a conservare i documenti a lungo, compresi gli scontrini.
Da qui la battuta di un collega legale della difesa, che ha scherzato: “Verificheremo se quel giorno sia avvenuto un altro omicidio”.
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