Sospetti su Bertrand Cantat dei Noir Desir per il suicidio di Krisztina Rady, documentario riapre le indagini

Dopo il documentario Netflix sul caso Cantat, la procura di Bordeaux riapre le indagini sulla morte dell’ex moglie Krisztina Rady, trovata impiccata

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A quindici anni dalla morte di Krisztina Rady, la procura di Bordeaux ha riaperto il caso. Una nuova inchiesta preliminare è stata avviata per verificare se l’ex frontman dei Noir Désir, Bertrand Cantat, abbia commesso violenze volontarie nei confronti dell’ex moglie, trovata impiccata nella sua casa il 10 gennaio 2010. A spingere i magistrati francesi a riaprire il fascicolo è stata la visione del documentario Netflix “Le cas Cantat”, che contiene testimonianze e dichiarazioni finora mai acquisite.

Il documentario di Netflix e i dubbi sul suicidio

Come riporta ANSA, il documentario uscito lo scorso marzo ha riacceso i riflettori su uno dei nomi più controversi della scena musicale francese.

“Le cas Cantat” racconta l’ascesa e la caduta dell’ex star del rock, con particolare attenzione a due vicende: l’omicidio di Marie Trintignant nel 2003 e il suicidio di Krisztina Rady nel 2010.

suicidio bertrand CantatGetty

Una manifestazione del 2018 contro Bertrand Cantat

Proprio alla luce di nuove testimonianze emerse nel documentario, il procuratore Renaud Gaudeul ha annunciato la riapertura dell’inchiesta, parlando di elementi che “non comparivano nei fascicoli precedenti”.

I sospetti su Bertrand Cantat

All’epoca dei fatti, Cantat viveva di nuovo con Rady, nonostante il divorzio risalisse al 2003. Avevano due figli, e la donna lo aveva anche sostenuto durante il processo per l’omicidio di Trintignant, nel quale era stata ascoltata come testimone.

La notte del 10 gennaio 2010, Cantat dormiva al piano di sopra, mentre Krisztina si impiccava nel seminterrato della casa.

L’autopsia non rilevò segni di violenza e il caso fu chiuso come suicidio volontario. Ma da allora sono stati aperti altri tre fascicoli giudiziari, nel 2013, 2014 e 2018, tutti archiviati per mancanza di prove concrete.

Le violenze subite da Krisztina Rady

Nella docu-serie, la figura di Rady emerge come vittima di violenze psicologiche e forse anche fisiche.

In un messaggio riportato nel documentario, la donna dice: “Ieri ho rischiato di lasciarci un dente. Ho il gomito tumefatto e una cartilagine rotta”. Dichiarazioni che smentirebbero la versione ufficiale della sua morte e che fanno parlare oggi di un possibile suicidio indotto.

A sostenere questa tesi, da anni, è Yael Mellul, presidente dell’associazione “Femme et Libre”, secondo cui Rady fu vittima di un clima familiare tossico.

Nella serie compare anche una testimonianza anonima di un’infermiera che rafforza l’ipotesi di violenza domestica. E in Francia i dubbi su Cantat aumentano.

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