Tassa sulla brioche tagliata a metà, perché la pasticceria di Oderzo vicino Treviso ha imposto il sovrapprezzo

Tassa sulla brioche a Oderzo, vicino Treviso, dove una pasticceria ha applicato un sovrapprezzo di dieci centesimi per il taglio a metà del dolce

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Una pasticceria di Oderzo, in provincia di Treviso, ha applicato un sovrapprezzo di dieci centesimi per il taglio della brioche a metà, facendo scattare polemiche sui social e attirando l’attenzione dei media nazionali. Il titolare del locale ha però spiegato in tv e sui giornali le ragioni che lo hanno portato ad applicare questa “tassa”.

 La “tassa” sulla brioche a Oderzo (Treviso)

Una pasticceria di Oderzo, in provincia di Treviso, è finita al centro delle polemiche per l’applicazione di un sovrapprezzo di 10 centesimi sulla brioche tagliata a metà, dopo una segnalazione inizialmente condivisa sui social.

Il titolare del locale, Massimiliano Viotto, è intervenuto in diretta su Morning News per spiegare le ragioni della scelta: “Noi circa due settimane fa abbiamo inserito questo sovrapprezzo di 10 centesimi, ma non ci aspettavamo questa bufera. Alla fine è un servizio come un altro che è spuntato in una cosa social”.

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Oderzo, il comune in provincia di Treviso nel quale si trova la pasticceria finita nella bufera per l’aggiunta di una “tassa” al taglio delle brioche

Viotto ha poi aggiunto: “Potevamo anche aumentare direttamente il prezzo di tutte le brioche, però probabilmente in quel caso avremmo fatto infastidire i clienti che la prendevano ogni giorno. È incredibile che per questi 10 centesimi si sia mossa l’Italia”.

L’esposizione della “tassa”

Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, la decisione è stata comunicata ai clienti tramite un cartello esposto in cassa. Tuttavia, la condivisione dello scontrino sui social ha generato centinaia di commenti, molti dei quali critici.

“Nessuno però considera che tale sovrapprezzo riguarda solo le brioches, non le pizze del nostro locale adiacente né le fette di torta – ha aggiunto Viotto – Non è una truffa, ma una scelta consapevole che difendiamo con orgoglio e consapevolezza”.

In alcuni casi si è parlato di “tassa assurda” o di “parassitismo”, con inviti a boicottare il locale. Il titolare ha sottolineato che “questa prassi esiste anche in altre pasticcerie della zona”, chiarendo che il sovrapprezzo è dovuto non solo all’uso doppio di piattini o tovaglioli, ma anche al dover farcire in modo uguale entrambe le metà.

Le recensioni negative, il review bombing

Dopo la diffusione della notizia, la pasticceria ha subito un forte calo nella valutazione su Google: in pochi giorni la media è scesa da 4,5 a 3,5 stelle.

A causa di quel fenomeno noto come review bombing, si è assistito a una pioggia di recensioni negative concentrate in un brevissimo arco di tempo. La dinamica è ormai nota: una polemica diventa virale, e in pochi giorni decine o centinaia di utenti recensiscono negativamente un’attività senza averne fatto esperienza diretta.

Anche in questo caso, alcuni dei commenti online sembrano fare riferimento solo all’episodio dei 10 centesimi, piuttosto che alla qualità del servizio. “L’opinione pubblica generale è positiva. Il fatturato non è diminuito e i nostri clienti fidati hanno dimostrato solidarietà e sostegno” dice però tranquillamente il proprietario.

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