Truffa con il metodo BEC a Vicenza, spariti 150 mila euro da una società: come funziona il raggiro informatico

La Polizia di Stato ha scoperto una frode informatica da 150 mila euro ai danni di una società vicentina, recuperando l'intera somma.

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E’ di 150 mila euro recuperati il bilancio di un’operazione della Polizia di Stato che ha smascherato un gruppo di truffatori. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Venezia, ha portato alla luce una frode informatica ai danni di una società vicentina. La truffa, nota come Business Email Compromise (BEC), è stata scoperta grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine.

Il piano dei truffatori

Secondo quanto si legge sul sito della Polizia di Stato, i truffatori si sono illecitamente inseriti nelle comunicazioni tra due aziende legate da un rapporto commerciale. Modificando le coordinate bancarie inizialmente comunicate, sono riusciti a far effettuare alla vittima un bonifico su un IBAN diverso, facendolo apparire come quello del reale fornitore. La somma era relativa al saldo per lavori di ammodernamento strutturale affidati a una ditta locale.

L’intervento delle forze dell’ordine

Gli investigatori della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Vicenza hanno raccolto i primi elementi utili alla tracciatura dei flussi finanziari. Attraverso indagini tecniche e finanziarie, sono riusciti a risalire all’IBAN su cui era confluita l’intera somma illecitamente sottratta. La prontezza operativa del personale della Polizia Postale, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Venezia, ha consentito di bloccare e sequestrare integralmente l’importo indebitamente trasferito prima che venisse disperso tramite micro-transazioni verso altri conti correnti.

Restituzione e indagini in corso

Su disposizione della Procura di Venezia, la somma sequestrata è stata restituita alla società vittima. Sono in corso gli accertamenti finalizzati all’identificazione dei truffatori. Il fenomeno criminale, noto come Business Email Compromise (BEC), consiste in un attacco informatico mirato attraverso il quale i malintenzionati si inseriscono nel flusso di comunicazioni tra due entità, solitamente aziende legate da rapporti commerciali, per monitorarne, alterarne o manipolarne i contenuti.

Prevenzione e consigli

In particolare, i truffatori, utilizzando indirizzi email contraffatti e simili a quelli del reale fornitore, comunicano un IBAN differente da quello normalmente utilizzato, inducendo l’acquirente a effettuare il pagamento su conti correnti esteri intestati a soggetti compiacenti legati all’organizzazione criminale. Per evitare di incorrere in una simile truffa, che passa sempre per una comunicazione di una variazione di IBAN, è bene adottare le seguenti precauzioni:

Polizia repertorio IPA

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.