Vasile Frumuzache aggredito in carcere dal cugino di Ana Maria Andrei, volto ustionato con olio bollente
Il killer reo confesso Valerio Frumuzache è stato aggredito con l'olio bollente in cella da un cugino di Ana Maria Andrei, una delle sue vittime
Alle 10:40 le sirene del 118 sono entrate nel carcere della Dogaia, a Prato, per soccorrere Vasile Frumuzache. Il 32enne, arrestato per i femminicidi di Maria Denisa Adas Paun e Ana Maria Andrei sarebbe stato aggredito da un altro detenuto. L’aggressore sarebbe un cugino proprio di Ana Maria Andrei. Frumuzache è arrivato al pronto soccorso di Prato in codice giallo dopo essere stato assalito con dell’olio bollente. La Procura ha aperto un procedimento.
- Vasile Frumuzache aggredito in carcere
- Lo spostamento e l'attacco del cugino di Ana Maria Andrei
- Il commento del procuratore Tescaroli
- I femminicidi di Maria Denisa Adas e Ana Maria Andrei
Vasile Frumuzache aggredito in carcere
Come riporta Ansa la mattina di venerdì 6 giugno alla Dogaia, la casa circondariale di Prato, Vasile Frumuzache sarebbe stato aggredito da un detenuto. Secondo le prime indiscrezioni l’aggressore sarebbe un cugino di Ana Maria Andrei, la donna scomparsa il 1° agosto 2024 e di cui il 32enne ha confessato il femminicidio il 5 giugno dopo essere stato arrestato per la morte di Maria Denisa Adas Paun.
Frumuzache è stato raggiunto da olio bollente sul volto mentre si trovava in cella e per questo è stato trasportato presso il pronto soccorso di Prato con codice giallo.
Ansa scrive che la Procura di Prato ha aperto un procedimento penale sull’accaduto. Il Tirreno scrive che Frumuzache avrebbe riportato ustioni di primo e secondo grado sul volto, ma le sue condizioni non sarebbero gravi e per questo verrà presto riaccompagnato in carcere.
Secondo il procuratore Luca Tescaroli l’aggressore avrebbe agito "indisturbato" e "senza alcun controllo".
Lo spostamento e l’attacco del cugino di Ana Maria Andrei
Frumuzache era stato inizialmente assegnato alla sezione Protetti promiscui, che reclude detenuti a rischio per la loro incolumità: la sua presenza però avrebbe scatenato la protesta degli altri romeni nella stessa sezione, che hanno rifiutato la sua presenza.
Così, Frumuzache è stato spostato in un altro reparto dove però si trovava il cugino di Ana Maria Andrei, detenuto per altre vicende.
Il commento del procuratore Tescaroli
Ansa ha raccolto un comento di Luca Tescaroli, il procuratore di Prato che indaga sui femminicidi commessi da Vasile Frumuzache.
Tescaroli parla di "fatto di particolare gravità" dal momento che "ogni persona, anche se in ipotesi di gravi crimini" ha il diritto di "essere tutelata, trattata con umanità e rispettata come essere umano".
I femminicidi di Maria Denisa Adas e Ana Maria Andrei
Il 5 giugno i carabinieri di Prato hanno arrestato Vasile Frumuzache, vigilante romeno di 32 anni. Contro di lui diversi elementi che lo collegavano alla scomparsa e alla morte di Maria Denisa Adas Paun, sex worker di 30 anni scomparsa nella notte tra il 15 e il 16 maggio e rinvenuta cadavere il 5 giugno.
Incalzato dagli inquirenti, il 32enne ha confessato: avrebbe ucciso la donna a Prato, all’interno di un residence preso in affitto dalla vittima nella notte della scomparsa. Dopo averla strangolata, l’ha decapitata con un coltello e ne ha avvolto il corpo mutilato in un sacco dell’immondizia per poi nasconderlo in un trolley bianco di proprietà della vittima.
Quindi avrebbe nascosto il macabro fagotto tra i rovi a Montecatini Terme (Pistoia) nei pressi di un casolare abbandonato. Dopo la prima confessione, inoltre, Frumuzache ha confessato un altro femminicidio: il 1° agosto 2024 avrebbe ucciso Ana Maria Andrei, un’altra sex worker di nazionalità romena, con un coltello. Il corpo di Ana Maria – la cui scomparsa era stata denunciata da una parente – è stato rinvenuto a poca distanza da quello di Maria Denisa Adas Paun.
Per l’efferatezza dei due delitti e per i punti in comune tra le due vittime – romene, giovani, sex worker – gli inquirenti non escludono che le vittime di Vasile Frumuzache possano essere di più. Fonti investigative hanno riferito all’Adnkronos: "Stiamo valutando eventuali collegamenti con casi di donne scomparse soprattutto nell’ambito della prostituzione". Il dubbio, infatti, è che dietro l’apparente normalità ostentata dal 32enne sui social insieme a moglie e figli si nasconda la doppia vita di un serial killer.
