L’Aou di Cagliari ha aperto il primo ospedale italiano che funziona nel Metaverso, portando i servizi sanitari direttamente a casa dei pazienti. Il progetto permette ai cittadini di accedere a una vasta gamma di prestazioni, dall’informazione sanitaria alla gestione delle pratiche amministrative, senza la necessità di recarsi fisicamente in ospedale.
Basta infatti utilizzare un visore Vr, ma anche semplicemente il proprio computer, un tablet o uno smartphone, per entrare virtualmente nell’ospedale e comunicare con gli ambulatori e gli uffici. Il futuro della sanità, insomma, passa per una nuova forma di telemedicina. Ma cosa si può fare nel nuovo metaospedale sardo?
I servizi del nuovo metaospedale di Cagliari
All’interno della struttura digitale è possibile prenotare visite, pagare ticket, gestire il ritiro dei farmaci e monitorare lo stato del Pronto Soccorso. Inoltre i pazienti possono dialogare con il personale dell’Ufficio relazioni con il pubblico, ottenendo supporto come se fossero in presenza.
Tra le novità del primo ospedale italiano nel Metaverso figura anche Anna, un’assistente digitale dotata di intelligenza artificiale, che è disponibile 24 ore su 24 e può rispondere a tutte (o quasi) le richieste e le esigenze dei cittadini.
Il progetto è stato presentato allo spazio Binario F di Roma nell’ambito di un evento organizzato da Meta, la società di Facebook, Instagram e WhatsApp, e segna un importante passo avanti nella digitalizzazione della sanità in Italia, con l’obiettivo di avvicinare i servizi ai cittadini.
Il Metaverso non è solo un’opportunità per chi ha dimestichezza con la tecnologia, ma mira a rendere la comunicazione tra medico e paziente più semplice e diretta. L’azienda sta lavorando all’allestimento di nuovi reparti virtuali, per rendere accessibili anche le informazioni relative alle cure palliative e alla terapia del dolore, e spazi dedicati alla formazione.
Sanità sarda in crisi: cosa dicono i numeri
La Sardegna è diventata dunque un esempio per la sanità nazionale? Non proprio. Le associazioni di medici, infermieri e operatori sanitari denunciano da tempo un sistema in crisi, con la sanità regionale allo sbando e una spesa per la mobilità in crescita, con quasi 14mila pazienti isolani costretti ad andare oltremare per curarsi. I servizi sanitari entrano in casa dei cittadini, dunque, ma non trovano nessuno.
Ad attestarlo sono gli ultimi dati disponibili sulla mobilità sanitaria, che parlano di un debito di 108.742.107 euro a fronte di un credito di 25.759.668. La Regione ha dunque un passivo di 82.982.439 euro dovuto alla differenza tra i soldi utilizzati per far curare i pazienti fuori e quelli di chi sceglie la Sardegna per terapie e operazioni chirurgiche.
Il Modello Sardegna e l’importanza della telemedicina
Nonostante le difficoltà strutturali, comunque, l’apertura dell’ospedale nel Metaverso rappresenta un passo in avanti verso la modernizzazione del sistema sanitario regionale. Gli investimenti della Sardegna nella digitalizzazione, che hanno superato i 30 milioni di euro negli ultimi anni, dimostrano una chiara volontà di migliorare l’accessibilità dei servizi.
L’ospedale virtuale immersivo è molto più di un semplice videogioco che fa uso di intelligenza artificiale: insieme al resto degli strumenti a disposizione della telemedicina può agevolare l’accesso al diritto alla salute di tutte quelle persone che, a causa di disabilità, problemi economici o difficoltà con i trasporti, non riescono a raggiungere i presidi fisici.
Il progetto dovrà ovviamente essere accompagnato da una gestione sempre più efficiente delle risorse, trasformandosi davvero in un modello per la sanità nazionale e ponendo le basi per una Sardegna che non sia solo all’avanguardia tecnologica, ma anche più vicina ai bisogni dei suoi cittadini e a misura di paziente.