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CURIOSITÀ 13 DICEMBRE 2024

Minaccia dal Sole con il super brillamento: come miliardi di atomiche

Christian Casale

Christian Casale

Giornalista e videomaker

Conduttore e giornalista con lunga esperienza in radio e televisione in ambito nazionale. Per professione e passione mi occupo di videomaking, con una particolare propensione alla post produzione. Amo la divulgazione e lo sport.

Come tutti sappiamo, il Sole è fondamentale per l’esistenza della Vita sul nostro pianeta. Senza la nostra stella non potrebbe esistere nulla e la Terra non sarebbe altro che uno dei tantissimi pianeti inospitali presenti nell’Universo. Può però anche rappresentare un minaccia dalla quale risulta difficile difendersi a causa di un super brillamento causato da esplosioni paragonabili a quelle di miliardi di bombe atomiche. Nonostante i 150 milioni di chilometri che ci separano dalla nostra stella, potrebbe raggiungerci.

Cos’è il “super flare”, il super brillamento solare

Lo studio dell’Universo ha rivelato che stelle simili al Sole producono super brillamenti catastrofici circa una volta ogni cento anni. Secondo una nuova ricerca, un super brillamento del Sole sarebbe imminente.

I super flare sono tempeste solari migliaia di volte più potenti dei normali brillamenti e capaci di causare danni incalcolabili. Possono bruciare dispositivi elettronici e cancellare dati dai server, ma anche mettere fuori uso i satelliti.

Studi precedenti, basati sull’osservazione di stelle simili alla nostra, suggerivano che i super brillamenti avvenissero probabilmente una volta ogni poche migliaia di anni. La nuova ricerca condotta su 56.000 stelle simili al Sole ha rivelato che i super brillamenti potrebbero essere molto più frequenti, circa una volta ogni secolo.

I ricercatori hanno pubblicato i risultati il 13 dicembre 2024 sulla rivista Science. “I risultati dimostrano che le stelle simili al Sole possono effettivamente produrre super brillamenti”, ha affermato Valeriy Vasilyev, dottorando presso il Max Planck Institute for Solar System Research.

“Le radiazioni ionizzanti, gli ultravioletti e i raggi X emessi durante un super brillamento possono avere impatti significativi sull’atmosfera terrestre, sulla magnetosfera e sui sistemi tecnologici”, ha aggiunto l’esperto.

Il Sole è una gigantesca sfera di plasma i cui ioni carichi si muovono vorticosamente sulla sua superficie creando potenti campi magnetici. Poiché le linee del campo magnetico non possono intersecarsi, a volte si aggrovigliano e si spezzano improvvisamente, lanciando raffiche di radiazioni chiamate, appunto, brillamenti solari. Questi ultimi sono a volte accompagnati da enormi espulsioni di massa coronale (Cme).

Sarà potente come miliardi di bombe atomiche

Se le esplosioni che avvengono sul Sole sono dirette verso la Terra, i raggi X e le radiazioni ultraviolette prodotte dai brillamenti strappano elettroni dagli atomi nell’alta atmosfera, formando uno schermo ionizzato che le onde radio ad alta frequenza non riescono a riflettere, causando blackout radio.

Questi blackout si verificano nelle aree illuminate dal Sole durante il brillamento e durano una o due ore. Uno degli eventi solari più grandi della storia recente è stato l’evento di Carrington del 1859, che ha rilasciato un’energia pari a circa 10 miliardi di bombe atomiche da 1 megatone. Dopo aver colpito la Terra, il potente flusso di particelle solari ha incendiato i sistemi telegrafici in tutto il mondo e causato aurore boreali visibili fino ai Caraibi.

Se più di 150 anni fa già questo sembrava un evento catastrofico, alcune prove recentemente raccolte indicano che il Sole potrebbe essere capace di produrre brillamenti centinaia di volte più forti dell’evento di Carrington. Inutile dire che le conseguenze potrebbero rivelarsi disastrose.

Per indagare la probabilità che il Sole produca un super brillamento, i ricercatori hanno utilizzato il telescopio spaziale Kepler della Nasa per studiare 56.450 stelle, identificando 2.889 super brillamenti provenienti da 2.527 stelle simili al Sole tra il 2009 e il 2013. “Abbiamo utilizzato un nuovo metodo di rilevamento che ha consentito l’analisi di un campione molto più ampio di stelle”, ha dichiarato Vasilyev.

Nel frattempo, i ricercatori puntano a migliorare le previsioni sui violenti brillamenti solari, per prevedere quando potrebbe verificarsi il prossimo evento estremo. Il lancio della sonda Vigil dell’Agenzia Spaziale Europea nel 2031 assolverà a questo compito.

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