L’incredibile trasformazione della Fiat Panda in piccolo fuoristrada

Dalla Calabria ci arriva la storia di Giancarlo Citraro che ha messo in pratica la sua passione per i motori costruendo una Fiat Panda adatta all’off-road

Pubblicato: 16 Giugno 2020 15:50Aggiornato: 15 Luglio 2024 01:21

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Non c’è estate in cui gli italiani non partano in viaggio, verso qualche assolata meta di mare o di montagna. Entrambe affascinanti, mettere d’accordo tutti i membri della famiglia può rivelarsi un’impresa. Ma coi sentimenti tutto appare più facile. Con le auto capita di sviluppare un sentimento analogo.  O così verrebbe da dire osservando la storia della Fiat Panda di Giancarlo Citraro.

Proveniente dalla Calabria, il signore nutre una genuina passione nei confronti dell’icona tricolore. Perché questo è la Panda, un’icona assoluta e incontrastabile. Da decenni domina in lungo e in largo le classifiche commerciali, al punto da costituire un fenomeno sociale.

La prova d’amore definitiva

Se un ex fuoriclasse del mondo del pallone qual è Roberto Baggio usa una 4×4 nel quotidiano, un motivo esiste. Se fan di lunga data sono disposti a qualsiasi sacrificio pur di veder risplendere la propria bambina pure. Con il boom di internet e dei social media capita come non mai di sentire delle testimonianze straordinarie a riguardo. Basta spulciare un po’ in rete e ne troverete a bizzeffe. Poche volte, però, è capitato di provare le stesse emozioni suscitate dalle parole colme d’amore indirizzate da Citraro verso la Panda.

La tappa di partenza è stata la scocca di un esemplare datato 1991. Era davvero un’altra epoca, dove le produzioni nazionali venivano accolte in modo affettuoso. La globalizzazione doveva ancora sconvolgere il mercato, al punto da abbattere ogni barriera geografica. Da nostalgico del periodo, il signor Giancarlo ha pensato di metterci mano, attento ai minimi particolari. Che fanno la differenza tra una macchina rudimentale, priva di anima, e una unica nel suo genere.

Di slanci sentimentali verso la Fiat Panda se ne sprecano. Figlia della classe operaia italiana – quella che ha innata l’abilità di arrangiarsi nelle difficoltà – è stata anche protagonista della spedizione di tre ragazzi siciliani, diretti verso la lontana Pechino, in Cina.

Dalla nautica alle auto

Il “cuore pulsante” attribuito da Citraro è un 1.200 Fire 8 valvole, capace di offrire delle ottime prestazioni. Niente passa in secondo piano, nemmeno quegli elementi in teorie di poca importanza. Sarebbe curioso sapere quanti mesi (o anni?) siano serviti al raggiungimento del risultato finale. Invece di interpellare un professionista del settore, il proprietario ha preferito rimboccarsi le maniche e cavarsela in completa autonomia. Di mezzi, va detto, se ne intendeva.

Non era un totale sprovveduto, tuttavia il pane quotidiano di Citraro erano quelli nautici, mica le automobili, benché verrebbe da dire il contrario: il lavoro artigianale lascia sbalorditi. Dal verricello anteriore elettrico al “bull bar” sino agli interni in pelle, siamo davanti a un gioiellino, destinato a suscitare l’invidia degli appassionati. È palese l’attitudine off-road.

Montata sul tetto, una cassetta portattrezzi accoglie gli accessori necessari per affrontare delle gite fuori porta da favola. Comunque, la parte migliore ancora la dobbiamo evidenziare: il portellone posteriore “montato da una Panda Van dell’Enel”, ci racconta Giancarlo. In questa zona del veicolo si apre una piccola cucina da campo, lavello e dispensa: tutto l’indispensabile per cucinare una buona spaghettata con vista mare all’aria aperta.