L’auto meno inquinante del 2024? Ha il motore a combustione

L’auto meno inquinante del 2024 non è a trazione 100% elettrica: in uno studio dell’ACEE trionfa la Toyota Prius Prime SE, spinta anche da un motore termico

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Il cammino verso la mobilità green si profila ancora lungo. Nemmeno sulle emissioni le full electric monopolizzano la scena, scalzando proposte più in linea con la tradizione. Al contrario, hanno qualcosa da apprendere dai veicoli mosse da motore termico. Lo conferma uno studio dell’ACEEE (American Council for an Energy-Efficient Economy), secondo cui l’auto meno inquinante del 2024 non è una vettura puramente a batteria, bensì un’ibrida con unità a combustione: la Toyota Prius Prime SE.

Concorrenza sbaragliata

La Casa delle Tre Ellissi conferma di avere una padronanza tale da sbaragliare la concorrenza. Nessuna è riuscita meglio della Casa nipponica a prendere familiarità con certi meccanismi, portate al successo nei primi anni Duemila. Se il pubblico è tanto affezionato alla gamma Toyota ci sono diversi motivi, compreso il rispetto del Pianeta. Un credo assoluto, rimarcato dal presidente, Akio Toyoda, in svariate riprese.

Meno prodigo di buone parole Toyoda è finora apparso sulle BEV, anche se qualcosa comincia a muoversi pure in tal senso. Non si tratta di una guerra personale quella contro le full electric, bensì di una presa di posizione contraria a un’unica alimentazione. Focalizzarsi su un sistema e basta significa, a suo avviso, precludersi delle importanti opportunità.

Per esempio, continua a credere nell’idrogeno, nonostante i tentativi di promuoverlo non siano andati finora a buon fine. Come ammesso anche da altri portavoce della compagnia, hanno sottovalutato le criticità latenti, tra cui la lenta diffusione delle stazioni di ricarica. Eppure, nutrono fiducia circa il potenziale del powertrain. Mentre la Commissione Europea ha aperto uno spiraglio a possibili cambiamenti nella normativa, dicendosi disponibile a un confronto nel 2026, il Costruttore del Sol Levante aggiunge una tacca alla propria cintura.

A questo punto, sorge spontaneo un interrogativo: come può un’ibrida mettere la freccia sulle elettriche in termini di impatto ambientale? La risposta sta nelle innovazioni tecnologiche applicate alla Prius, tra cui un’unità a benzina altamente efficiente, un modulo elettrico potente, una batteria agli ioni di litio capiente e un sistema di gestione intelligente dell’energia: così si è laureata auto meno inquinante del 2024.

Il risultato conseguito costituisce un promemoria circa le importanti qualità del comparto ibrido. Ancora oggi, possono giocare un ruolo chiave, a patto di investire nei progetti di ricerca e sviluppo.

Le classifiche dei modelli più e meno virtuosi

Il report di ACEEE ha stilato due classifiche: delle più e delle meno virtuose. Nella graduatoria delle migliori, dietro alla Toyota Prius Prime SE ibrida figurano nell’ordine la Lexus RZ 300e, la Mini Cooper SE e la Nissan Leaf. Dietro la lavagna ci finiscono, invece, la Mercedes-Benz AMG G63, la Ram 1500 TRX 4×4 e la Ford F150 Raptor R.

Piccola curiosità: il quinto e il sesto posto delle “eccellenze green” è occupato da due ulteriori Toyota, rispettivamente la bZ4X e la RAV4 Prime. L’ennesima conferma che l’exploit messo a segno della Prius Prime SE ibrida sia tutto fuorché estemporaneo. Dietro sussiste un piano definito nei minimi dettagli, traducibile in realtà grazie alle eccellenti competenze insite nella squadra giapponese, in aggiunta alla conclamata solidità dei modelli.