Alberto Trentini arrestato in Venezuela chiama la famiglia, appello al Governo dopo 181 giorni di prigionia
Alberto Trentini è riuscito finalmente a telefonare alla sua famiglia in Italia: "Mangio e prendo medicine", poi l'appello all'Italia
Svolta nella vicenda di Alberto Trentini: il cooperante italiano ha finalmente fatto sentire la sua voce alla famiglia con una telefonata. Secondo le indiscrezioni il 45enne originario del Lido di Venezia avrebbe comunicato ai suoi cari che nel corso della sua prigionia a Caracas, in Venezuela, starebbe assumendo regolarmente alimenti e medicine. Trentini ha inoltre affermato di non vedere l’ora di tornare in Italia. Ciò sarebbe stato possibile a seguito di un lavoro di mediazione del governo italiano, di concerto con la famiglia dell’uomo e con l’avvocato Alessandra Ballerini, con il governo venezuelano di Maduro.
Alberto Trentini è vivo
Alberto Trentini è vivo. Lo ha dimostrato lui stesso nella notte tra giovedì 15 e 16 maggio, quando improvvisamente al telefono dell’abitazione in cui vivono i genitori è arrivata la sua chiamata. Per la prima volta dalla sua detenzione in Venezuela, quindi, la famiglia ha avuto la prova e la conferma sullo stato di salute del figlio.
Repubblica, citando fonti da Palazzo Chigi, riporta che Alberto Trentini avrebbe riferito ai genitori che starebbe assumendo regolarmente cibo e farmaci.
Fonte foto: ANSA
Allo stesso tempo, Alberto spera di fare ritorno a casa il prima possibile. Come riporta Il Post la conferma della telefonata effettuata dal 45enne è stata confermata dalla Farnesina e dall’avvocata Alessandra Ballerini.
Per il momento non è dato conoscere altri dettagli sulla conversazione. Repubblica fa sapere, tuttavia, chela voce del cooperante tradiva una certa emozione.
La vicenda
Il 15 novembre 2024 Alberto Trentini, 45 anni e cooperante italiano per la Ong Humanity & Inclusion, è stato arrestato in Venezuela. Trentini si trovava nel Paese dal 17 ottobre e quel giorno stava viaggiando da Caracas a Guasdualito per lavoro. Improvvisamente è stato fermato e arrestato insieme all’autista del mezzo, anch’egli membro della Ong. Da subito le preoccupazioni della famiglia hanno fatto il giro del web, sia per i racconti su un “Paese ostile” fatti dallo stesso Trentini prima dell’arresto, sia per i problemi di salute del cooperante affetto da ipertensione.
Per mesi le comunicazioni e le informazioni sulla sorte di Trentini sono state esigue. Non è dato sapere, ad esempio, quale sia il reato contestato al 45enne e che ha portato le autorità locali ad arrestarlo. Attualmente Trentini si trova in un carcere di Caracas. Nel frattempo dall’Italia si è attivato il governo.
L’intervento dei servizi segreti
Repubblica fa presente che determinante per riaccendere la speranza è stata la liberazione di Alfredo Schiavo, cittadino italo-venezuelano tornato in Italia dopo cinque anni di reclusione. Nel frattempo, infatti, si sarebbero attivati gli agenti dei servizi segreti esteri (Aise) avrebbero viaggiato da e per il Venezuela almeno due volte dall’arresto di Trentini.
Ancora, a riaccendere ulteriormente la speranza per una prossima liberazione di Alberto Trentini è stato un incontro avvenuto a Palazzo Chigi tra Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e la madre del 45enne Armanda Colusso.
