Delitto di Garlasco, scontro tra i legali di Andrea Sempio e Alberto Stasi: l'accusa sull'Estathè

Scontro tra i legali di Andrea Sempio e Alberto Stasi sull’Estathè. Nuove analisi su tamponi, tracce ematiche e Dna: le novità sul caso Garlasco

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Un nuovo capitolo nell’incidente probatorio milanese sul delitto di Garlasco: al centro dello scontro legale il sospetto che Alberto Stasi abbia bevuto da una lattina di Estathè trovata vicino al corpo di Chiara Poggi. I difensori si dividono, mentre emergono analisi su tamponi, macchie di sangue e frammenti di Dna.

Delitto di Garlasco, nuove analisi e tamponi

Al terzo giorno in questura a Milano, consulenti e periti hanno scandagliato nuovi materiali: tre tamponi mai analizzati e alcune tracce ematiche tra le oltre cento repertate nel 2007.

Come riporta Open, l’analisi si è concentrata anche su un tappetino del bagno macchiato dal sangue: una macchia si è rivelata compatibile con il Dna di Chiara, un’altra ha dato esito negativo.

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I carabinieri davanti alla villetta in cui si è consumato il delitto di Garlasco

In programma c’è anche lo studio del frammento di un capello o pelo rinvenuto nella pattumiera. I risultati arriveranno probabilmente nella seconda settimana di luglio, quando si potrebbe arrivare a una svolta per il delitto di Garlasco.

Lo scontro tra i legali di Sempio e Stasi

La legale di Andrea Sempio, Angela Taccia, ha dichiarato che “Sempio è tranquillo compatibilmente con la situazione” e ha espresso il timore che “se ci sono state lacune nelle precedenti indagini, si augura che non si ripetano anche ora”.

Allo stesso tempo, Giada Bocellari, l’avvocata di Alberto Stasi, e Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, hanno replicato duramente: secondo loro, è inaccettabile che Stasi abbia riferito di aver bevuto l’Estathé agli organi di stampa anziché ai periti.

In particolare, Tizzoni ha affermato che se c’erano dati utili andavano “comunicati prima ai periti”, denunciando un comportamento “scorretto” e potenzialmente ingannevole durante l’incidente probatorio.

Dubbi sull’impronta e sul Dna nei rifiuti

Secondo la difesa di Sempio, l’impronta 33 non sarebbe sua: “Le 15 corrispondenze non sono oggettivamente riscontrabili”, afferma il consulente Luciano Garofano.

Per la difesa di Stasi, invece, la traccia è significativa ma “carica di materiale biologico” e sul sacchetto dei rifiuti la presenza di Dna di Chiara e di Stasi era attesa. Nessun altro Dna emerge da contenitori come vasetti o brick di the.

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