Iveco Group si divide tra Tata Motors a Leonardo per 5,5 miliardi, coinvolti 14 mila dipendenti: ok di Meloni
Vendita record di Exor che divide Iveco Group: difesa a Leonardo, reparto civile a Tata Motors. L'affare ha il via libera del Governo Meloni
Iveco Group è pronta a dividersi: il settore militare, Iveco Defence Vehicles, passerà a Leonardo e Rheinmetall, mentre il ramo civile, che riguarda la produzione di camion, bus e motori, andrà a Tata Motors. L’operazione, che per Exor dovrebbe fruttare almeno 5,5 miliardi (3,8 da Toto Motors, 1,7 da Leonardo) coinvolge in totale circa 14 mila dipendenti.
- Iveco Group verso la doppia vendita
- L'affare con Leonardo vale miliardi
- Tata Motors subentra nel ramo civile
- Il sostegno del Governo
- La rivolta della Fiom-Cgil
Iveco Group verso la doppia vendita
Il processo di dismissione di Iveco entra nel vivo con una doppia trattativa in fase avanzata. Il comparto della difesa passerà sotto il controllo di Leonardo e del partner tedesco Rheinmetall, mentre la sezione dedicata alla produzione di veicoli industriali e autobus dovrebbe finire nelle mani di Tata Motors, colosso automobilistico indiano.
Il 30 luglio è la giornata delle decisioni definitive, con il consiglio di amministrazione di Iveco Group convocato a Torino per l’approvazione dei conti semestrali, e il board di Leonardo a Roma.
IPA
John Elkann durante le celebrazioni per i 50 anni di Iveco
L’affare con Leonardo vale miliardi
L’operazione è strutturata su due binari paralleli. Iveco Group, detenuta per il 27,06% da Exor (la holding degli Agnelli-Elkann-Nasi) ha deciso di avviare la dismissione partendo dalle attività militari, per poi procedere con la vendita della componente civile.
La divisione difesa, Iveco Defence Vehicles (Idv), interamente controllata da Iveco, rappresenta un asset strategico che richiede una gestione separata prima di qualsiasi passaggio del resto dell’azienda.
Leonardo – partecipata dallo Stato con una quota del 30,2% – ha formato una cordata con il gruppo tedesco Rheinmetall per rilevarla. Le due aziende già collaborano in una joint venture per la produzione di mezzi blindati e carri armati destinati all’esercito italiano.
In ballo c’è una maxi-commessa decennale da 23,2 miliardi di euro, alla quale Idv dovrebbe partecipare come fornitore strategico: uno scenario che ha spinto verso l’alto la valutazione dell’azienda, con Exor che punta a un incasso minimo di 1,7 miliardi di euro.
Tata Motors subentra nel ramo civile
Il secondo segmento dell’operazione riguarda le attività civili di Iveco, tra cui la produzione di camion, autobus e motori.
Questo comparto sarebbe destinato a Tata Motors, che ha già rassicurato sugli impianti, sulla centralità della sede di Torino e sulla tutela dei dipendenti, garantendo che la forza lavoro non sarà ridotta.
Il colosso indiano inoltre assicurerà “la promozione di una cultura di eccellenza, in cui ai dipendenti qualificati verranno offerte opportunità di formazione e sviluppo di carriera”, si legge nella nota congiunta.
Il sostegno del Governo
Segnali ottimi sono arrivati, in merito all’operazione di Exor, anche dal Governo, che “sostiene investimenti esteri di qualità e seguirà da vicino l’evoluzione dell’operazione, per garantire la tutela dell’occupazione, delle risorse strategiche e della filiera produttiva” si legge nella dichiarazione di fonti governative, riportate da ANSA.
“Il progetto di fusione rappresenta un riconoscimento del valore delle tecnologie italiane” viene sottolineato, aggiungendo che il Governo vigilerà restando “disponibile a collaborare con tutti i soggetti coinvolti per favorire un risultato utile alla nostra nazione”.
La rivolta della Fiom-Cgil
La doppia operazione è stata criticata dalla Fiom-Cgil in una nota congiunta firmata da Samuele Lodi, segretario nazionale e responsabile settore mobilità, e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive:
“Nel corso dell’incontro di oggi al Mimit abbiamo ribadito che è inaccettabile il processo di disimpegno da parte di Exor dall’industria del nostro Paese con la cessione di un marchio storico come Iveco all’indiana Tata. L’azienda rappresenta un pezzo importante della nostra storia industriale, fatta da chi ci lavora. L’operazione finanziaria non può essere considerata chiusa e immodificabile. Per la Fiom è necessario che non tutto il pacchetto azionario venga ceduto e che comunque sia presente lo Stato con una delle controllate, come Leonardo che, oltre all’acquisizione del ramo Defence, dovrebbe entrare anche nell’operazione Iveco-Tata Motors. Iveco deve mantenere la propria autonomia progettuale e di ricerca e sviluppo oltre che produttiva. Sull’operazione di acquisizione da parte di Leonardo di Iveco Defence, riteniamo che potrebbe essere anche un’opportunità di crescita, ma è del tutto evidente che il percorso dovrà essere monitorato per porre in essere ogni elemento necessario di certezze e garanzie per il futuro. Questo anche perché ci sono attività e produzioni che sono sempre state sovrapposte tra Iveco e il ramo Defence. Il Governo deve quindi garantire che queste scelte non abbiano ripercussioni sui siti produttivi, sugli enti centrali di ricerca e sviluppo e sull’occupazione. Il Mimit ha preso l’impegno a convocare nelle prossime settimane un tavolo con Iveco, Leonardo e Tata Motors. La Fiom-Cgil promuoverà assemblee in tutto il gruppo per informare le lavoratrici e i lavoratori e saranno decise le iniziative da mettere in campo per garantire un futuro contrattuale e occupazionale”.