Gennaro Cassese e i dubbi su Stasi dopo il delitto: "Volto di Chiara sporco di sangue, disse che era pallida"
Garlasco, nel corso di un’intervista recente, Gennaro Cassese ha espresso diversi dubbi su Alberto Stasi: cos’ha detto
Tra gli intervistati per il documentario “La verità di Garlasco – L’omicidio di Chiara Poggi”, in onda il 13 giugno su Sky Tg24, ci sarà anche Gennaro Cassese. L’ex comandante dei Carabinieri di Vigevano ha da sempre espresso alcuni dubbi su Alberto Stasi che, dopo il ritrovamento di Chiara Poggi, ne descrisse il volto pallido, nonostante fosse “sporco di sangue e coperto dai capelli”.
- Delitto di Garlasco, i dubbi di Gennaro Cassese
- L’ex comandante su Alberto Stasi: “Reazione di estrema calma e freddezza”
- “Approccio investigativo migliorabile”
Delitto di Garlasco, i dubbi di Gennaro Cassese
Venerdì 13 giugno alle ore 21 andrà in onda su Sky Tg24 il documentario di Tonia Cartolano e Diletta Giuffrida “La verità di Garlasco – L’omicidio di Chiara Poggi”. Tra le persone intervistate anche Gennaro Cassese, ex comandante dei Carabinieri di Vigevano.
La testimonianza di Cassese è stata da sempre considerata fondamentale, in quanto il comandante fu tra i primi a entrare nella villa dei Poggi dopo il delitto.
ANSA
Uno scatto di Alberto Stasi
Già prima della messa in onda del documentario, l’ANSA ha diffuso alcuni stralci dell’intervista, attraverso i quali sono stati messi in evidenza i dubbi di Cassese su Alberto Stasi.
“Una delle cose che mi colpì nel suo racconto del ritrovamento del corpo di Chiara Poggi, fu che descrisse il volto della ragazza pallido”, ha ricordato l’ex comandante “quando invece aveva il viso completamente sporco di sangue e coperto dai capelli”.
L’ex comandante su Alberto Stasi: “Reazione di estrema calma e freddezza”
Gennaro Cassese fu anche uno dei primi a interrogare Alberto Stasi dopo il delitto di Garlasco e il ritrovamento del corpo privo di vita di Chiara Poggi.
Nel corso dell’intervista per il documentario di Sky Tg24, l’ex comandante ha ricordato anche che, a causa del dettaglio sul viso che non lo aveva convinto, si fece inviare una foto della vittima dalla Procura di Pavia.
“Foto che gli fu esibita e davanti alla quale Stasi ebbe una reazione di estrema calma e freddezza”, ha ricordato Cassese.
“Approccio investigativo migliorabile”
Il documentario sul delitto di Garlasco darà anche modo di riflettere sulle possibili contaminazioni di fronte a una scena del crimine.
Tra gli intervistati, infatti, c’è anche Giampietro Lago, ex comandante del Ris di Parma.
“Era sicuramente migliorabile l’approccio investigativo, soprattutto il primissimo approccio alla scena del crimine”, ha affermato Lago nel ricordare gli errori commessi nella prima fase delle indagini.
“Ma questo è già nelle sentenze”, ha ricordato.
