Taglio Irpef per abbassare le tasse al ceto medio, la promessa di Giorgia Meloni e lo scontro con la Lega

Fronda interna alla maggioranza, la Lega sfida Giorgia Meloni e Antonio Tajani sul taglio dell'Irpef e delle tasse per il ceto medio: tensione al Governo

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Giorgia Meloni contro l’opposizione, ma anche contro la Lega. In occasione dell’assemblea di Confcommercio, la premier ha inviato un video-messaggio in cui ha parlato di voler ridurre le tasse, con un occhio di riguardo soprattutto al ceto medio. Gli alleati di Forza Italia e Noi Moderati sono dalla parte di Fratelli d’Italia, mentre il Carroccio guida la fronda interna. Se Matteo Salvini, almeno nelle dichiarazioni di facciata, prova a mitigare, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha addirittura smentito la presidente del Consiglio ai microfoni dei giornalisti.

Cos’ha detto Giorgia Meloni sulle tasse e il ceto medio

Nel suo video-messaggio, la premier ha sottolineato l’azione del Governo che ha approvato una riforma fiscale “attesa da 50 anni”, con l’obiettivo di “abbassare le tasse a tutti e di costruire un rapporto più giusto ed equilibrato tra Stato e contribuente”. E ancora: “Stiamo rimettendo al centro gli autonomi e i liberi professionisti, lavoratori per troppo tempo disprezzati e considerati a torto figli di un Dio minore. Questa è la strada che continueremo a seguire, per consolidare la tendenza economica positiva che stiamo registrando, rafforzare la domanda interna e proseguire nel percorso di riduzione della pressione fiscale, con un’attenzione particolare al ceto medio“.

“Sono i nostri obiettivi, e so che sono anche i vostri obiettivi. Di chi ha a cuore questa Nazione e lavora ogni giorno con un solo grande target: rendere l’Italia sempre più grande, più forte e più rispettata nel mondo. E so che per farlo ho bisogno di voi, ma so anche per farlo posso contare su di voi”, ha concluso.

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I leader della maggioranza di Governo: Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Cosa significa “ceto medio”

Chi si sente ceto medio?

Il Censis, in un rapporto del 20 maggio 2024, ha spiegato che “il 60,5% degli italiani dichiara di appartenere al ceto medio”, contro il 33,8% del ceto popolare e il 5,7% di quello benestante.

L’11,3% di quel 60,5% dichiara di disporre di un reddito annuo fino a un massimo di 15 mila euro; il 46,4% tra i 15 e i 34 mila euro; il 26,7% tra 35 e 50 mila euro; il 15,6% oltre i 50 mila euro.

Dall’indagine del Censis, quindi, appare chiaro come il sentirsi ceto medio sia lo specchio di una concezione variegata: non è quindi semplice capire a quanti milioni di italiani si sia riferita la premier, perché manca un parametro oggettivo.

Forza Italia e Noi Moderati dalla parte di Meloni

Giorgia Meloni ha trovato il supporto di alcuni alleati della maggioranza, ossia Antonio Tajani di Forza Italia e Maurizio Lupi di Noi Moderati.

Il ministro degli Esteri, a margine dell’assemblea di Confcommercio, si è detto “assolutamente favorevole a tagliare le tasse agli italiani a cominciare dalla riduzione dell’Irpef dal 35% al 33% allargando la base imponibile fino a 60 mila euro.

Ha poi aggiunto di “non essere contrario alla rottamazione, ma la rottamazione è un provvedimento una tantum, è meglio il provvedimento strutturale per aiutare il cento medio“, di fatto tirando una stoccata alla Lega di Matteo Salvini che invece punta proprio alla rottamazione.

Per quanto riguarda Noi Moderati, anche il presidente Maurizio Lupi ha appoggiato le parole della premier: “La nostra riforma vuole ridurre la pressione fiscale e sostenere il ceto medio per rilanciare la crescita economica”.

Giorgetti gela Meloni

La voce stonata nel coro del centrodestra arriva dalla Lega.

Giorgia Meloni aveva già parlato di ceto medio intervenendo agli Stati generali dei commercialisti 2025, il giorno prima il video-messaggio a Confcommercio.

E proprio dopo quelle parole, Giancarlo Giorgetti, ha gelato la premier, dichiarando ai giornalisti che per il taglio fiscale al ceto medio “ci sono ancora due anni e mezzo”.

Il giorno successivo, a margine della presentazione del Rapporto sulla politica di bilancio dell’Upb, alla domanda se pace fiscale e taglio dell’Irpef possano andare insieme in manovra, il ministro – in maniera più morbida – ha risposto: “Io faccio quello che c’è scritto nel programma politico del governo e cerco di renderlo possibile, ma tutti questi annunci sono tutti condivisibili, io li condivido tutti, però a me sta il compito di creare le condizioni affinché si possano verificare. Io sono realisticamente ottimista”.

L’affondo di Matteo Salvini e della Lega

Sul tema è intervenuto anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, che sta portando avanti una guerra a Forza Italia da giorni.

I due partiti, sondaggi alla mano, sono appaiati: la vice-leadership fa gola a entrambi, pertanto i vari scontri, dallo ius scholae al taglio dell’Irpef, è la conseguenza dell’inseguimento ai rispettivi elettorati.

Proprio al taglio dell’Irpef, Salvini contrappone la rottamazione: anche lui, come Giorgetti, ha contraddetto la premier Giorgia Meloni subito dopo il video-messaggio, parlando peraltro anche a suo nome:  “Per la Lega e per il Governo una giusta, attesa e definitiva pace fiscale, una rottamazione di milioni di cartelle esattoriali che stanno bloccando l’economia del Paese, sono una priorità, anzi una emergenza“.

Il leader del Carroccio, ripreso da ANSA, ha poi mitigato la sua posizione, dichiarando che taglio delle tasse al ceto medio e rottamazione “possono andare avanti di pari passo”: in realtà i due pacchetti di misure di cui si compone la pace fiscale proposta dalla Lega sono fermi in commissione Finanze al Senato.

L’opposizione contro Giorgia Meloni

Se la fronda interna alla maggioranza mostra qualche crepa, non stupisce invece l’assalto dell’opposizione dopo le parole della premier.

Francesco Boccia, presidente dei senatori Pd, a SkyTg24 ha dichiarato che il taglio dell’Irpef “sarebbe certamente cosa giusta, ma a destra è tradizione fare propaganda con l’annuncio del taglio delle tasse quando non si sa cosa fare”. Secondo lui, “Meloni sa benissimo che non si possono tagliare le tasse, visto che da quando governa, due anni e mezzo e tre manovre, le tasse e le imposte sono aumentate e nel frattempo Giorgetti fa sapere che non è d’accordo“.

Mario Turco, vicepresidente del M5S e componente della Commissione finanze del Senato, ripreso da ANSA ha invece sottolineato che “il concordato, il cui gettito avrebbe dovuto finanziarie il taglio dell’Irpef proprio sul ceto medio, è stato un fallimento epocale” e che il Governo Meloni non ha voluto approvare “un emendamento al Dl acconti Irpef per poter recuperare le risorse necessarie ad abbassare davvero l’Irpef, non a chiacchiere”, dando così “l’ennesimo schiaffo al ceto medio”.

Per la UIL sono “bufale”

Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, ripreso da ANSA ha bollato come “bufala” la promessa del taglio dell’Irpef:

“Facciamo i calcoli: se abbassare con 2 miliardi un’aliquota Irpef produce 100 euro lordi annui, io non lo so se è una scelta giusta, lo valuterà poi la politica. Ho la sensazione che ci sia una gara, una rincorsa, ovviamente tutta politica, a chi è quello che promette la bufala più grossa. Continuo a pensare che in questo Paese non ho mai sentito un politico che dice che bisogna pagare le tasse per garantire i servizi pubblici. Se noi continuiamo a cancellare le tasse, qualcuno dovrà caricarsi sulle spalle il funzionamento delle strutture sanitarie pubbliche, della scuola, dei servizi essenziali per la cittadinanza”.

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