In carcere Monica Laera, moglie del boss del clan Strisciuglio: aveva schiaffeggiato una giornalista del Tg1

Arrestata la pregiudicata barese Monica Laera, moglie del boss del clan Strisciuglio Lorenzo Caldarola: aveva schiaffeggiato una giornalista del Tg1

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È stata arrestata Monica Laera, pregiudicata moglie di Lorenzo Caldarola, boss del clan Strisciuglio di Bari. La 50enne è stata condannata in via definitiva a un anno e quattro mesi di reclusione per lesioni personali e minacce aggravate dal metodo mafioso: nel 2018 aveva schiaffeggiato la giornalista del Tg1 Maria Grazia Mazzola.

Arrestata Monica Laera, moglie del boss del clan Strisciuglio

Nella mattinata di oggi – sabato 19 luglio 2025 – è stata arrestata dalla Squadra Mobile della Questura di Bari la 50enne Monica Laera, pregiudicata moglie di Lorenzo Caldarola, boss del clan Strisciuglio di Bari.

Come riportato da La Repubblica, l’arresto è avvenuto in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso per la sentenza del gup di Bari del 15 aprile 2021, confermata poi in appello il 13 maggio 2024 e divenuta definitiva lo scorso 20 maggio.

Monica laera boss giornalistaANSA
Un momento dell’aggressione alla giornalista Maria Grazia Mazzola da parte di Monica Laera, moglie di Lorenzo Caldarola, boss del clan Strisciuglio di Bari

La donna è stata trasportata nel carcere di Trani, dove dovrà ora scontare la pena residua di un anno e 4 mesi. Laera è stata giudicata colpevole del reato di lesioni personali aggravate e minacce, con l’aggravante dal metodo mafioso.

L’aggressione alla giornalista del Tg1

L’arresto odierno arriva in conclusione di un procedimento iniziato in seguito a quanto avvenuto nel pomeriggio del 9 febbraio 2018, quando la donna colpì al volto la giornalista del TG1 Maria Grazia Mazzola.

L’aggressione si verificò quando la giornalista, impegnata in un servizio sul tema “I giovani e le mafie”, si recò presso l’abitazione del figlio di Monica Laera, Ivan Caldarola, coinvolto in un precedente episodio di violenza contro un minore.

Quando la troupe di presentò sul luogo, Laera in primis avrebbe minacciosamente intimato alla giornalista di andarsene, per poi colpirla violentemente al volto, causandole un trauma contusivo all’emivolto sinistro, con prognosi di dieci giorni.

Il processo e la condanna

La condanna e l’arresto di Monica Laera sono giunti dopo oltre sette anni di processo e tre gradi di giudizio, in ognuno dei quali è stata sempre confermata la condanna alla donna. La Polizia ha però dovuto attendere l’ordine di carcerazione per procedere al fermo della donna.

La condanna di Laera ha trovato la soddisfazione dell’associazione “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, che ha così commentato in un comunicato stampa: ““Una giornata importante, una sentenza che sottolinea e conferma l’importanza del ruolo del giornalismo e il diritto della libertà di informazione”.

“Maria Grazia ha avuto solo la colpa di saper fare bene il suo mestiere di giornalista – conclude poi il comunicato – di raccontare laddove i clan non ammettono che si possano fare domande […] Proteggere i giornalisti vuol dire difendere e tutelare la democrazia nel nostro Paese”.

monica-laera-boss-giornalista 123RF / ANSA