Maxi operazione antidroga a Reggio Calabria, 54 arresti: così arrivavano fiumi di cocaina dal Sudamerica
Maxi-operazione a Reggio Calabria: 54 arresti, 28 denunce e sequestri milionari contro due gruppi dediti al traffico internazionale di droga.
È di 54 arresti e 28 denunce il bilancio di una vasta operazione condotta dalle forze dell’ordine a Reggio Calabria, che ha portato allo smantellamento di due organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga e allo spaccio al dettaglio. L’operazione, denominata “Arangea bis – oikos”, è stata eseguita nella mattinata di oggi, coinvolgendo numerosi agenti della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. Sono stati sequestrati 117 chili di cocaina e 483mila euro in contanti, oltre a beni per un valore di 1.5 milioni di euro. Secondo quanto si legge sul sito della Polizia di Stato, le indagini hanno permesso di individuare due distinte associazioni per delinquere, attive tra Reggio Calabria, la sua provincia e Catania, con collegamenti internazionali che sfruttavano il porto di Gioia Tauro come snodo strategico per l’importazione di stupefacenti.
Le indagini e la collaborazione tra le forze dell’ordine
Come indicato dal portale ufficiale della Polizia di Stato, l’operazione “Arangea bis – oikos” ha visto la sinergia tra il commissariato di Villa San Giovanni, la Squadra Mobile e il Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Calabria, in collaborazione con Carabinieri e Guardia di Finanza. L’attività investigativa, durata diversi mesi, ha permesso di ricostruire la struttura e le modalità operative di due gruppi criminali distinti ma complementari, entrambi dediti al traffico internazionale di droga e allo spaccio al dettaglio.
Il primo gruppo: il controllo delle piazze di spaccio tra Reggio Calabria e Catania
Il primo sodalizio criminale operava prevalentemente nei territori di Reggio Calabria e provincia, nonché a Catania. Gli investigatori hanno accertato che questa organizzazione era in grado di offrire ai clienti ogni tipo di sostanza stupefacente: cocaina, crack, hashish e marijuana erano costantemente disponibili per la vendita. Al vertice del gruppo si trovava un uomo che, nonostante fosse agli arresti domiciliari per altri reati, continuava a gestire le attività illecite. Egli individuava i canali di approvvigionamento, stabiliva i luoghi di occultamento della merce, fissava i prezzi di vendita e decideva i metodi, anche violenti, per la riscossione dei crediti. Inoltre, assegnava ruoli e compiti ai membri dell’organizzazione e riforniva i pusher incaricati della gestione delle piazze di spaccio sia a Reggio Calabria che a Catania.
Il secondo gruppo: traffico internazionale e riciclaggio
Il secondo gruppo criminale, invece, si occupava dell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dall’estero. Le indagini hanno rivelato che la droga proveniva da paesi come Ecuador, Spagna, Germania, Olanda, Belgio e Albania, sfruttando il porto di Gioia Tauro come hub strategico per l’ingresso in Italia. Una volta giunta sul territorio nazionale, la sostanza veniva distribuita attraverso una rete capillare. Parallelamente, il gruppo aveva messo in piedi un sofisticato sistema di riciclaggio dei proventi del narcotraffico. Le somme di denaro venivano trasferite verso Roma, dove un team specializzato si occupava di reinserirle nel circuito economico tramite operazioni finanziarie mirate.
Sistemi di comunicazione criptata per eludere i controlli
Per coordinare le attività illecite e sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine, gli indagati utilizzavano sistemi di messaggistica criptata. In particolare, si servivano della piattaforma SkyEcc, già nota agli investigatori per il suo impiego in contesti criminali di alto livello. Questo strumento ha consentito agli affiliati di comunicare in modo sicuro, rendendo più difficile l’intercettazione delle conversazioni da parte degli inquirenti.
Sequestri record: droga, denaro e beni per milioni di euro
Durante l’operazione, le forze dell’ordine hanno sequestrato 117 chili di cocaina, nascosti all’interno di un autoarticolato appena uscito dal porto di Gioia Tauro. Inoltre, sono stati rinvenuti 483mila euro in contanti, occultati in un sito di stoccaggio individuato a Reggio Calabria. Oltre alla droga e al denaro, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo su beni mobili, immobili, società, conti correnti e rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato in 1.5 milioni di euro. Questi risultati rappresentano un duro colpo alle finanze delle organizzazioni criminali coinvolte.
Il ruolo del porto di Gioia Tauro e i collegamenti internazionali
Il porto di Gioia Tauro si è confermato ancora una volta un punto nevralgico per il traffico internazionale di droga. Le indagini hanno evidenziato come le organizzazioni criminali sfruttassero la posizione strategica dello scalo calabrese per far arrivare in Italia ingenti quantitativi di cocaina provenienti da diversi paesi europei e sudamericani. La collaborazione tra le forze di polizia italiane e le autorità estere ha permesso di ricostruire i flussi illeciti e di identificare i principali responsabili delle importazioni.
Le indagini finanziarie e il riciclaggio a Roma
Un aspetto particolarmente rilevante dell’operazione riguarda il riciclaggio dei proventi del narcotraffico. Gli investigatori hanno scoperto un articolato sistema di trasferimento delle somme di denaro verso Roma, dove un gruppo specializzato si occupava di reinserire i capitali illeciti nel circuito economico legale. Attraverso società di comodo, conti correnti e operazioni finanziarie complesse, il denaro veniva “ripulito” e reso disponibile per nuovi investimenti criminali.
Il bilancio dell’operazione e le prospettive future
L’operazione “Arangea bis – oikos” rappresenta uno dei più importanti interventi contro il traffico internazionale di droga e lo spaccio al dettaglio degli ultimi anni in Calabria. Con 54 arresti, 28 denunce, il sequestro di 117 chili di cocaina, 483mila euro in contanti e beni per 1.5 milioni di euro, le forze dell’ordine hanno inferto un duro colpo alle organizzazioni criminali attive sul territorio. Le indagini proseguiranno per individuare eventuali ulteriori responsabili e per approfondire i collegamenti internazionali emersi durante l’inchiesta.
La risposta delle istituzioni e l’impegno per la legalità
Le autorità locali e nazionali hanno espresso soddisfazione per i risultati ottenuti, sottolineando l’importanza della collaborazione tra le diverse forze di polizia e il ruolo fondamentale delle indagini patrimoniali nel contrasto alla criminalità organizzata. L’operazione “Arangea bis – oikos” dimostra come la lotta al traffico di droga e al riciclaggio richieda un impegno costante e una strategia integrata, capace di colpire sia le strutture operative che le risorse finanziarie delle organizzazioni criminali.
Conclusioni
La maxi-operazione condotta a Reggio Calabria segna un punto di svolta nella lotta al traffico internazionale di droga e al spaccio in Italia. Grazie all’azione coordinata delle forze dell’ordine e alla collaborazione con le autorità estere, è stato possibile smantellare due potenti associazioni criminali e sequestrare ingenti quantità di droga e denaro. Le indagini proseguiranno per garantire che la rete criminale venga definitivamente debellata e per assicurare alla giustizia tutti i responsabili.

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.