Omicidio di Marco Veronese a Collegno, testimone oculare svela la dinamica: "Lo inseguiva e l'ha ucciso"
Una testimone racconta l'assassinio di Marco Veronese a Collegno: urla, fuga e un uomo incappucciato visto scappare nella notte
Spunta una testimone nell’omicidio di Collegno. Una vicina di casa dei genitori di Marco Veronese, che abitava con loro dopo la separazione dalla moglie, si sarebbe affacciata alla finestra sentendo le urla di una persona. La donna ha descritto una figura incappucciata che fuggiva lungo corso Francia. Sarebbe stata proprio lei a chiamare per prima i soccorsi, sperando di salvare la vita a Veronese. “Penso che stava aspettando Marco”, dichiara.
Il racconto della testimone
Il caso dell’omicidio di Marco Veronese ha una testimone. Si tratta di una vicina di casa che, al momento dell’aggressione, si sarebbe affacciata alla finestra: una testimone oculare che ha visto l’assassino scappare.
Raggiunta dai giornalisti, la donna ha raccontato la dinamica dell’aggressione e le urla dell’uomo. L’orario dell’omicidio si può quindi confermare all’1:30, quando dalla finestra del suo appartamento la donna si è affacciata e ha visto cosa stava accadendo.
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Sarebbe stata proprio lei a chiamare per prima i soccorsi, sperando di poter salvare l’uomo. Ha infatti dichiarato: “Speravo che Marco si potesse salvare, invece era già troppo tardi”.
I momenti dell’aggressione
Secondo la testimone oculare, quello contro Marco Veronese è stato un vero e proprio agguato. La donna ha raccontato di come l’assassino non abbia detto una sola parola ed è stato “preciso nei colpi e freddo, come fosse un sicario o un pazzo che ammazza la gente”.
Anche mentre Marco urlava quelle che poi sono state le sue ultime parole, sempre secondo la testimone, il suo aggressore continuava a colpirlo.
Secondo la donna, l’uomo stava aspettando Marco: il motivo non lo sa, ma è sicura che non si sia trattato di una rapina, perché quando sono arrivati i soccorsi il suo vicino di casa aveva ancora il borsello addosso. Inoltre, l’assassino non ha detto nulla e non ha chiesto nulla: l’ha solo rincorso e colpito. “Era il suo obiettivo”, ha dichiarato.
L’identikit dell’assassino
La testimone oculare, affacciata alla finestra del condominio che dà su corso Francia, ha potuto vedere l’aggressore durante gli ultimi colpi contro Marco Veronese. Quando ha sentito le urla, si è spaventata e si è affacciata alla finestra: in quel momento ha visto un uomo inseguire il vicino di casa.
Marco avrebbe quindi urlato: “Bastardo, bastardo”. Quando l’aggressore lo ha raggiunto, lo ha afferrato per il collo e lo ha aggredito con due coltellate, prima di gettarlo a terra e fuggire via.
L’identikit è difficile da tracciare, viste le condizioni della strada, completamente al buio. Secondo la donna, però, anche se il volto non era visibile, alcuni dettagli potrebbero essere utili: indossava una giacca blu con cappuccio e jeans scuri, ma soprattutto era più basso di Marco, intorno a 1,70 metro.
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