Ondata di caldo, salute a rischio con temperature elevate: quanta acqua bere per evitare la disidratazione
Alessandro Miani (Sima) mette in guardia rispetto agli effetti delle alte temperature, che riguardano soprattutto chi vive in città: quanta acqua bere per evitare la disidratazione
Il caldo è arrivato e si fa sentire. In tre città italiane (Bolzano, Campobasso e Perugia) è anche già scattato il bollino rosso, che indica il massimo livello di rischio legato alle alte temperature. Il numero è destinato ad aumentare nel weekend, con l’allerta che domenica 15 giugno riguarderà in tutto 11 città sulle 27 monitorate. Classifiche a parte, i pericoli principali sono legati alla salute, a partire dal mal di testa da caldo. I consigli di Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima), a Virgilio Notizie, partendo da quanta acqua bere per evitare la disidratazione.
Dopo il caldo, in arrivo le piogge
Domenica 15 giugno farà molto caldo in diverse città, ma gli esperti prevedono anche l’inizio di temporali e forti piogge, soprattutto nel Nord-Est, dove l’instabilità potrebbe insistere lunedì 16, estendendosi poi anche ad alcune regioni centrali.
Il caldo, passato il fine-settimana, dovrebbe rimanere su valori tipici del periodo.
Il vero problema è rappresentato, però, dallo sbalzo delle temperature, soprattutto nei momenti di massimo calore come quelli che si alterneranno anche nelle prossime settimane.
I rischi per la salute
Il caldo eccessivo determina problemi sanitari perché può alterare il sistema di regolazione della temperatura corporea: questo il parere degli esperti, che hanno messo in guardia la popolazione rispetto alle conseguenze dei picchi di calore.
L’intervista ad Alessandro Miani
Come possono influire sul benessere le alte temperature e quali sono i rischi di una esposizione a valori molto elevati?
“Il principale è la disidratazione, che riguarda soprattutto gli anziani perché hanno una ridotta percezione della sete: il consiglio per loro di idratarsi con costanza durante il giorno, specie nei periodi più caldi. Chiaramente si dovrebbe anche evitare di uscire nelle ore più calde, magari organizzandosi per fare la spesa o le commissioni al mattino presto o nel pomeriggio tardi, quando le temperature sono più miti”.
Quali sono gli altri rischi, per tutta la popolazione?
“Le temperature eccessivamente elevate possono provocare disturbi lievi a tutti. Si va dai crampi, dovuti alla perdita di sodio per via della maggiore sudorazione, fino a svenimenti o edemi legati alla ritenzione di liquidi. Ma ci possono essere anche problemi più gravi come la congestione, per esempio se si assumono bevande troppo fredde o ghiacciate quando si è accaldati. Tutto ciò si unisce a possibili insolazioni o colpi di calore, che possono peggiorare le condizioni di salute in persone che hanno già patologie croniche preesistenti”.
L’umidità elevata può creare più disturbi?
“Sì, perché non è solo il caldo in sé a poter essere rischioso. Ricordiamo che il corpo umano si raffredda attraverso la sudorazione, ma in determinate condizioni ambientali questo non è sufficiente: quando c’è molta umidità il sudore fatica a evaporare. La temperatura del corpo, quindi, aumenta rapidamente e può arrivare anche a danneggiare organi vitali e il cervello”.
Oltre agli anziani, chi è più a rischio?
“Sicuramente i bambini, che possono risentire anche della maggior presenza di ozono, che aumenta proprio con le temperature più calde. Per questo può accadere che, dopo una passeggiata in alcuni parchi urbani, avvertano mal di testa e spossatezza: sono dovuti proprio alla presenza di ozono a livello troposferico, che reagisce con alcune essenze resinose degli alberi”.
Presidente, bisogna abituarsi a ondate di calore, magari seguite anche da piogge intense, come quelle che si sono verificate negli ultimi tempi?
“Purtroppo siamo di fronte ad anni in cui le temperature stanno aumentando: le previsioni non escludono che questa possa essere l’estate più calda degli ultimi tempi. Senza dubbio c’è un’emergenza in corso, come sottolineato solo pochi giorni dall’Organizzazione mondiale della Sanità che ha istituito una commissione specifica per studiare gli effetti del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici sulla salute umana. Si stima che in Europa 100mila decessi siano attribuibili principalmente al caldo soprattutto. Anche in Italia i dati confermano questa tendenza: nel 2020 si è raggiunto il record di 18mila decessi collegati alle cosiddette ‘isole di calore urbano’ e al caldo estremo. Negli anni successivi i numeri sono calati, ma di poco e confermano la preoccupazione”.
Cosa aspettarsi, dunque?
“Le indicazioni sono quelle di un’alternanza frequente di ondate di calore e perturbazioni molto intense, come le bombe d’acqua, con conseguenze come le alluvioni alle quali abbiamo già assistito. C’è il rischio che l’innalzamento della temperatura globale superi i 3 gradi, mentre il limite che si era prefissati a livello internazionale era di 1,5 gradi. Tutti ne risentiremo e ciascuno deve agire: sia le istituzioni, per quello che è di loro competenza, sia i cittadini, con politiche personali di adattamento, che passano anche da semplici consigli”.
Cosa consigliate come medici di medicina ambientale?
“Il primo suggerimento è naturalmente di evitare di esporsi al caldo e al sole diretto, uscendo di casa solo nelle ore più fresche. Assicurare, poi, un adeguato ricambio di aria in casa e agevolare la ventilazione naturale. Il terzo consiglio pratico è mantenere le stanze fresche schermando le finestre esposte al sole. È anche importante chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata. Bagni e docce frequenti (e con acqua tiepida) possono essere molto utili, così come è fondamentale bere almeno 1,5/3 litri di acqua durante la giornata, evitando invece alcolici, e preferendo frutta e verdura”.
Per quanto riguarda il sole diretto, invece?
“Quando si esce di casa, è bene ricordare di proteggere gli occhi con occhiali da sole e prevenire scottature con creme solari ad alto fattore protettivo. Consigliamo anche di indossare abiti in fibre naturali e indumenti traspiranti, meglio se di colore chiaro. Infine, evitare l’attività sportiva all’aperto nelle ore più calde”.
