Simone Baroncini ancora in arresto, nel 2009 uccise Vanessa Simonini strangolandola per strada
Nel 2009 Simone Baroncini uccise Vanessa Simonini, 20 anni, perché la ragazza aveva rifiutato un suo approccio sessuale. Nel 2025 il nuovo arresto
Dopo aver ucciso Vanessa Simonini visse momenti di panico e depose il corpo accanto al fiume Serchio, poi chiamò i carabinieri e simulò un’aggressione. I militari, però, lo misero di fronte alle evidenti contraddizioni e per questo motivo crollò. Simone Baroncini aveva ucciso perché lei aveva rifiutato un suo approccio sessuale. Era il 2009. Nel 2025 Baroncini è stato arrestato nuovamente.
Storia di un “amico”
Il 7 dicembre 2009 Vanessa Simonini aveva vent’anni. Residente a Gallicano (Lucca), aveva appena conseguito il diploma alle scuole superiori ed era alla ricerca di un lavoro. Frequentava anche ambienti sportivi, Vanessa, e da tempo nello stesso giro era arrivato Simone Baroncini. 36 anni, faceva l’operaio in uno stabilimento che produceva gabbie per animali.
Baroncini la osservava e i suoi sentimenti per lei andavano ben oltre l’amicizia. La sua era una ossessione che lo portava a confondere l’amicizia di Vanessa con una speranza di approfondire il rapporto. Arrivò, quindi, il tardo pomeriggio di quel 7 dicembre.
Fonte foto: IPA
Vanessa e Simone erano stati invitati a una festa, e l’allora 36enne si era offerto di accompagnarla in auto. I due sarebbero dovuti passare a prendere Tania, un’amica della 20enne. Alle 22, però, l’auto di Baroncini non arrivava. Per questo Tania telefonò in casa di Vanessa dove rispose Simona, la sorella maggiore. Tania domandò se l’amica fosse in casa, dato che sia lei che Baroncini avevano il telefono staccato.
La famiglia e le amiche di Vanessa Simonini pensarono ad un incidente e uscirono per cercare la coppia di amici. Qualcuno telefonò alla Protezione Civile per segnalare un’auto probabilmente finita fuori strada in quella zona, ma senza risultati. All’1:30 del mattino, tra il 7 e l’9 dicembre 2009, qualcuno telefonò ai carabinieri.
Il femminicidio di Vanessa Simonini
I militari giunsero sul posto, una strada di campagna al di fuori del centro abitato di Gallicano. A chiamare era stato Simone Baroncini, che i carabinieri trovarono scalzo e con un vistoso graffio sulla guancia sinistra. Il 36enne riferì di essere stato aggredito da alcuni uomini incappucciati. Il suo racconto, però, non convinse i militari che gli fecero notare le evidenti contraddizioni.
Alla fine Baroncini crollò e confessò: aveva strangolato e ucciso Vanessa Simonini e ne aveva nascosto il cadavere accanto al fiume Serchio. Vanessa era salita a bordo della sua auto sicura, perché entrambi erano diretti a casa dell’amica Tania insieme alla quale avrebbero raggiunto la festa.
A casa di Tania, però, non arrivarono. Il 36enne svoltò verso una strada di campagna e fermò l’auto. Quindi tentò un approccio sessuale violento con Vanessa, palpeggiandola. Lei lottò con tutta se stessa, aprì la portiera e fece per fuggire ma riuscì appena a mettere fuori le gambe. Lui l’afferrò per il collo e strinse, soffocandola e uccidendola. “Non pensavo di averla uccisa, credevo fosse solo svenuta“, disse in sede di confessione.
Per questo, dopo l’aggressione, chiuse la portiera dalla quale la 20enne aveva tentato di mettersi in salvo e ripartì fino al greto del fiume, dove infine si accorse che la ragazza era morta. Quindi adagiò il corpo poco distante dall’acqua e – secondo il racconto – tentò di togliersi la vita inalando dal tubo di scappamento, poi decise di mettere in piedi la sceneggiata degli aggressori incappucciati. “Ho perso la testa dopo il rifiuto”, disse. La stessa notte Simone Baroncini fu arrestato.
Il nuovo arresto di Simone Baroncini
Simone Baroncini fu condannato a 30 anni in primo grado per omicidio volontario, ma nel 2012 la pena fu ridotta a 16 anni con il riconoscimento delle attenuanti generiche bilanciate con l’aggravante dei futili motivi. La sentenza di secondo grado fu confermata nel 2013 dalla Cassazione.
Nel 2022 Baroncini è tornato in libertà e si è trasferito a Volterra. Il 16 aprile gli è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale. Secondo gli investigatori, infatti, Baroncini avrebbe molestato almeno tre ragazze pungendole sulle natiche con un ago per siringhe, due nel centro storico di Pisa e una nei pressi del Lungarno Bruno Buozzi. Gli episodi si sarebbero verificati tra settembre 2024 e gennaio 2025.
Nella sua abitazione, inoltre, i carabinieri avrebbero rinvenuto un ago di siringa sotto il suo letto oltre agli indumenti indossati dall’aggressore immortalato dalle immagini di videosorveglianza. Secondo Corriere della Sera, l’analisi del suo cellulare rivelerebbe che l’ex operaio sarebbe stato solito fotografare le parti posteriori delle donne quando usciva di casa. La Procura di Pisa ha disposto gli arresti domiciliari.
