Truffa dello Spid, l'allarme su stipendi e pensioni a rischio dell’Agenzia Italia digitale: come funziona

La nuova truffa legata allo Spid mette a rischio identità digitali, stipendi e pensioni degli italiani: ecco come funziona

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Una nuova truffa legata allo Spid minaccia i dipendenti e i pensionati italiani: i truffatori, spacciandosi per l’AgID, l’Agenzia per l’Italia digitale, richiedono credenziali e documenti alle vittime. Grazie ai dati ottenuti, creano poi una identità digitale clone, con la quale rubare stipendi e pensioni ai truffati. L’identità clonata può inoltre essere utilizzata per commettere ulteriori frodi.

Come funziona la nuova truffa dello Spid

Una nuova campagna di truffe via email sta mettendo a rischio l’identità digitale degli italiani, oltre a minacciare stipendi e pensioni. A lanciare l’allarme è stata l’Agenzia per l’Italia digitale, nota anche con l’acronimo AgID, che gestisce il sistema Spid.

Sfruttando le email come veicolo, i cybercriminali inviano messaggi contenenti il logo dell’AgID, fingendosi quindi l’Agenzia stessa.

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Sfruttando la posta elettronica, i truffatori si spacciano per l’AgID

La falsa email avvisa le vittime che il loro Spid sta per essere sospeso. Vengono quindi invitati a aggiornare i propri documenti per evitare la presunta sospensione.

Purtroppo, trattandosi di una truffa, le vittime vengono indirizzate a un sito fraudolento, molto simile ai portali istituzionali della Pubblica Amministrazione.

La clonazione dell’identità digitale

All’interno del sito truffaldino, le vittime sono poi invitate a inserire le proprie credenziali Spid. Viene inoltre richiesto di caricare un documento di identità e un video in cui il volto della vittima sia chiaramente visibile.

Grazie a questi dati raccolti con l’inganno, i cybercriminali sono in grado di creare una identità digitale clone con la quale potranno ordire ulteriori truffe.

A rischio stipendi e pensioni

Purtroppo, gli stipendi e le pensioni delle vittime di questa nuova truffa legata allo Spid sono a rischio.

Infatti, la raccolta dei dati che sta avvenendo tramite questa campagna di phishing ha permesso ai criminali di accedere a portali quali quello dell’Inps e ai conti bancari delle vittime.

Una volta effettuato l’accesso, i criminali possono prelevare denaro, reindirizzandolo ai propri conti bancari e derubando di fatto le vittime.

Eppure, difendersi è semplice: l’AgID, infatti, non richiede mai agli utenti le proprie credenziali via email.

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