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SALUTE 18 NOVEMBRE 2020

Cooking Therapy, come cucinare per stare meglio

Ebbene sì, cucinare può essere un valido aiuto per vivere bene. Scopriamo insieme cos’è e come funziona la Cooking Therapy.

Sfrutta gli effetti benefici della cucina per aiutare le persone a stare meglio, partendo dal presupposto che spadellare stimola l’acquisizione di abilità importanti, può essere utile per gestire lo stress, migliora l’autostima e potenzia la creatività.

Insomma, la “cucinoterapia” pare proprio avere un valore terapeutico, fisico, cognitivo, sociale e, non in ultimo, intra-personale. A sostenerlo è Antonio Cerasa, neuroscienziato e ricercatore CNR, nel suo libro, “La cooking therapy, come trasformare la cucina in una palestra per la mente. Applicazioni per pazienti neurologici e psichiatrici”.

L’autore spiega che cucinare può essere una forma di trattamento efficace, sia per persone affette da malattie neurologiche e psichiatriche sia per coloro che hanno semplicemente bisogno di ritrovare sé stessi.

Nel primo caso la Cooking Therapy si rivela utile per acquisire abilità come la capacità di sincronizzare movimenti e pensieri, senza contare che può aiutare chi ha disabilità ad inserirsi più facilmente nel mondo professionale.

Non a caso è già efficacemente utilizzata nelle università americane ed anche in diversi centri di riabilitazione, per curare pazienti con disturbi ossessivo-compulsivi, depressioni o disordini alimentari, come l’anoressia. La cucina, in questo senso, acquisisce un nuovo significato, diventando un atto d’amore verso se stessi, dal forte potere rigenerante.

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