Il finestrino scoppiato sul volo dell’Alaska Arlines ha riportato sotto i riflettori il Boeing 737 Max, uno dei velivoli più diffusi della Boeing nonché la maggior fonte di ricavi del gruppo.
Boeing 737 Max, i precedenti inquietanti
Non si tratta peraltro del primo incidente che coinvolge questo aereo: il 29 ottobre 2018 il volo Lion Air 610 precipitò in Indonesia causando la morte delle 189 persone a bordo, mentre sei mesi dopo, l’11 marzo 2019, stessa sorte toccò al volo Ethiopian Airlines 302, 157 i morti. In entrambi i casi, a pochi minuti dal decollo, aveva funzionato male un software di pilotaggio automatico del Boeing.
Stop al Max
Dopo i disastri aerei diversi Stati, partendo da Ue e Usa, chiusero il loro spazio aereo a tutti i 737 Max. La stessa Boeing annunciò la sospensione temporanea della produzione, per poi riprenderla nel maggio 2020. A novembre 2020 il 737 Max potè tornare in servizio, dopo alcune modifiche al sistema di controllo di volo.
Dopo l’ultimo incidente, fortunatamente senza vittime, diverse compagnie hanno deciso di mettere a terra i Boeing delle loro flotte.