VIDEO
Cerca video
CURIOSITÀ 30 MAGGIO 2024

La vera storia del Monopoly

È uno dei giochi da tavolo più popolari in tutto il mondo, basato sulla compravendita di terreni su cui edificare immobili. Non tutti conoscono le sue origini controverse, per le quali si configurò anche un vero e proprio furto di proprietà intellettuale.

L’inventrice e l’ingegnere disoccupato

Per diversi anni, l’invenzione di Monopoly venne attribuita a Charles B. Darrow, un ingegnere senza lavoro che nel 1934 lo propose alla casa editrice Parker Brothers di Salem, in Massachusetts, vedendosi rifiutare la pubblicazione.

L’intraprendente Darrow decise allora di produrre il gioco in proprio e le prime 5000 scatole messe in vendita in un supermercato di Philadelphia andarono a ruba.

L’anno successivo, quindi, la casa editrice che lo aveva bocciato, famosa per la diffusione di altri classici intramontabili come Cluedo e Risiko, decise di acquistarlo, facendo la sua fortuna.

In seguito, grazie ad una causa legale, si scoprì che Monopoly era stato in realtà ideato più di 30 anni prima, nel 1903, da Elizabeth Magie, che lo aveva chiamato “The Landlord’s Game”, ovvero “Il gioco dei latifondisti”.

Le regole e la plancia da 40 caselle che tutti conosciamo erano state concepite dalla sua inventrice come strumento didattico per divulgare le teorie sull’imposta unica dei terreni dell’economista Henry George, di cui ella era appassionata seguace.

Il progetto della Magie, brevettato nel 1904, fu commercializzato per la prima volta due anni dopo.

Come fu scoperta la verità

Non essendo ancora considerati prodotti di largo consumo, agli albori del XX secolo i giochi in scatola venivano spesso “copiati” in casa dalle famiglie, che li personalizzavano a loro piacimento.

Nel 1921, la Magie apportò alcune modifiche all’idea originale ispirandosi alle varianti casalinghe più popolari ed ottenne un secondo brevetto nel 1924.

Furono diversi poi coloro che presero spunto dal “Landlord’s Game” originale, tra cui Dan Layman, che nel 1932 ne vendette una propria versione con il nome di “Finance” alla società Electronic Laboratories di Indianapolis, che a sua volta ne cedette la licenza alla Knapp Electric, che lo mise in commercio.

Quando la Parker Brothers acquistò il Monopoly di Darrow, essendo perfettamente a conoscenza dell’esistenza degli altri giochi precedenti, si accaparrò anche i diritti di The “Landlord’s Game” e “Finance”, e modificò grafiche e titoli di questi ultimi per evitare che qualcuno potesse ravvisare possibili somiglianze.

A far emergere la verità decenni dopo fu la commercializzazione dell’anti-Monopoly da parte di Ralph Anspach, che venne accusato dalla Parker Brothers di aver violato il suo copyright.

La controversia sfociò in una battaglia legale che si trascinò per diversi anni, con più sentenze che davano torto al presunto autore del plagio.

Anspach, però, non si arrese ed un giorno, quasi per caso, venne a conoscenza delle vere origini del gioco e del nome della donna che lo aveva inventato.

Ottenne così la vittoria definitiva davanti alla Corte suprema degli Stati Uniti, che decretò che l’idea alla base di Monopoly non era mai stata “farina del sacco” di Charles B. Darrow, bensì di quello di Elizabeth Magie.

76.387 visualizzazioni
Chiudi
Caricamento contenuti...