Da anni si è alla ricerca di extraterrestri e vita aliena sugli altri pianeti, in particolare su Marte. Ci sono film, serie Tv e interi documentari con al centro questo tema. Alcune missioni spaziali stanno analizzando la composizione del Pianeta Rosso per avere risposte che potrebbero essere utili anche per comprendere la storia della Terra. Grazie a Curiosity, che ha raccolto alcuni campioni marziani, sono infatti emerse evidenze in favore di un processo, chiamato fotolisi, che sarebbe avvenuto nell’atmosfera del Pianeta rosso e avrebbe preparato il terreno alla formazione di molecole organiche che hanno dato origine alla vita nel nostro globo.
La scoperta degli scienziati su Marte: cosa hanno trovato
Il rover Curiosity della Nasa è in giro attorno al cratere Gale su Marte ormai da 12 anni. Nell’area, di origine meteoritica, è stata scoperta la presenza di materiale organico le cui proprietà sono a base di carbonio. Si tratta di materia organica di origine sedimentaria conservata in sedimenti stratificati d’acqua e risalenti a circa 3,5 miliardi di anni fa.
Materiali organici con tali proprietà, se trovati sulla Terra, sarebbero in genere segno di microrganismi, ma possono anche essere il risultato di processi chimici non biologici. Come, appunto, la fotolisi, il processo per cui la luce del Sole, con le sue frequenze più energetiche ultraviolette (Uv), fornisce alle molecole l’energia necessaria per effettuare una trasformazione chimica.
Secondo uno studio pubblicato su Nature Geoscience nell’atmosfera marziana il 20% delle molecole di CO2 sarebbe stato scisso in ossigeno e monossido di carbonio.
Marte svela il mistero dell’origine della Vita sulla Terra
Le molecole complesse a base di carbonio sono il prerequisito alla vita. Secondo gli scienziati il materiale organico trovato su Marte si è formato attraverso reazioni fotochimiche atmosferiche quindi senza vita. Resta da dimostrare se abbia portato o meno a forme di vita dallo Spazio.
Poiché la Terra, Marte e Venere avevano atmosfere ricche di CO2 molto simili molto tempo fa, quando questa fotolisi ha avuto luogo potrebbe aver creato le molecole complesse a base di carbonio dalle quali potrebbe essere cominciata la vita sulla Terra. Per i ricercatori è ragionevole supporre che la fotolisi della CO2 sia stata anche un prerequisito per l’emergere della vita sulla Terra, in tutta la sua complessità. La scoperta su Marte potrebbe quindi aiutare ad avere una maggior comprensione sull’origine degli esseri viventi nel nostro pianeta.
Cosa sappiamo su Marte
Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare e quello che, dopo la Terra, conosciamo meglio. Deve il suo nome al dio romano della guerra, forse a causa del suo colore rosso. Il suolo di Marte è infatti ricco di ossidi di ferro, che gli danno la caratteristica colorazione. Il pianeta è uno dei più piccoli del sistema solare: il suo diametro misura 6.840 Km (poco più di metà di quello terrestre) e la sua massa è circa un decimo di quella della Terra.
Sulla superficie marziana abbondano i canali, cioè delle scanalature molto lunghe e larghe, come il letto asciutto di un fiume. Questo fa pensare che l’acqua sia davvero esistita in passato sul pianeta. All’inizio si è pensato che i canali fossero dei fiumi e le macchie fossero zone ricoperte di vegetazione. Poi si è capito che le macchie sono depositi di sabbia, spostati dai fortissimi venti che soffiano sul pianeta. La presenza in passato di acqua fa però ipotizzare che siano esistite forme di vita sul Pianeta Rosso.